Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Marzo 2011
 
   
  UE: CENTO ANNI DI DIRITTI DELLE DONNE - MA LE DISUGUAGLIANZE E LA POVERTÀ PERSISTONO

 
   
  Strasburgo, 9 marzo 2011 - Il Parlamento europeo ha festeggiato il centenario della Giornata internazionale della donna (martedì 8 marzo) con un dibattito e con la votazione di tre risoluzioni presentate dalla commissione per i diritti delle donne: sulla parità di genere, sulla povertà femminile e sulla riduzione delle disuguaglianze. Il Presidente Buzek ha dichiarato nel corso di una cerimonia speciale per commemorare i cento anni di lotta per i diritti delle donne: "Ci sono troppe poche donne nel Parlamento europeo, il 35%, non è sufficiente, anche questo se è un po´ di più che nei parlamenti nazionali. Spetta ai parlamenti nazionali garantire una maggiore rappresentanza nel Parlamento europeo. Gli Stati membri dovrebbero quindi adottare le decisioni giuridiche pertinenti per aumentare la presenza delle donne nel Pe". Nel dibattito sono intervenuti il Presidente della Commissione Barroso, il Ministro per gli affari europei Enikő Győri (Presidenza ungherese), la Presidente della commissione per i diritti delle donne Eva-britt Svensson (Gue/ngl, Se), nonché i rappresentanti dei gruppi politici. Affrontare le disuguaglianze - La necessità di ridurre il divario retributivo tra i sessi, avere più donne in posizioni decisionali e aumentare il tasso di occupazione femminile sono tra i punti chiave del progetto di risoluzione che accompagna la relazione annuale per il 2010 sulla parità tra donne e uomini nell´Unione europea, elaborata da Mariya Nedelcheva (Ppe, Bg). Nel documento si sottolineano anche l´importanza di migliorare le strutture di assistenza per i bambini e il congedo parentale. Per la relatrice, se l´occupazione femminile, quella a tempo parziale e tassi di produttività fossero comparabili a quelli degli uomini, il Pil potrebbe aumentare del 30%. Solo il 3% delle grandi aziende europee sono presiedute da una donna. Gli Stati membri dovrebbero quindi adottare misure efficaci, quali le quote, per garantire una maggiore rappresentanza delle donne nelle principali società quotate e nei consigli di amministrazione delle imprese in generale, dicono i deputati, citando la Norvegia come un esempio positivo, seguita da Spagna e Francia. I deputati chiedono inoltre obiettivi vincolanti per garantire pari rappresentanza di donne e uomini in politica e ulteriori sforzi dovranno essere compiuti a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale. Applicare la parità di retribuzione - Il divario di retribuzione tra uomini e donne è in media pari al 18% nell´Unione europea e in molti casi arriva al 25%, osservano i deputati che invitano gli Stati membri ad attuare correttamente la normativa sulla parità di retribuzione per pari lavoro. S´invita quindi la Commissione europea a imporre sanzioni ai paesi che non riescono a conseguire tale obiettivo. Eliminare la povertà - La risoluzione sulla povertà femminile, presentata da Rovana Plumb (S&d, Ro), rileva che quasi 85 milioni di persone nell´Ue vivevano sotto la soglia di povertà nel 2008, cosi come il 17% di tutte le donne nell´Unione europea. Le politiche macroeconomiche e sociali di mercato del lavoro dovrebbero essere riformate per garantire sia un reddito minimo sia una giustizia economica e sociale per le donne. Inoltre, il documento fa notare che tutte le politiche comuni dell´Unione dovrebbero avere una prospettiva di genere. La crisi economica potrebbe allargare le disuguaglianze sanitarie - Secondo la risoluzione di Edite Estrela (S&d, Pt), la terza a essere approvata martedì, tutti dovrebbero poter beneficiare di sistemi sanitari e di assistenza sanitaria a prezzi accessibili. Devono essere prese meglio in considerazione le esigenze specifiche dei gruppi vulnerabili quali donne, pazienti anziani, migranti privi di documenti e minoranze etniche nella formulazione delle politiche economiche e sociali europee. Sulla base delle cifre fornite da Eurostat, rispettivamente per il 2007 e per il 2010, si evince che la speranza di vita nei diversi Stati membri può variare di 14,2 anni per gli uomini e 8,3 anni per le donne. Anche all´interno dello stesso paese ci possono essere forti variazioni nelle aspettative di salute, soprattutto fra gruppi con livelli d´istruzione e situazione sociale diversi.  
   
 

<<BACK