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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2011
 
   
  REGINA ELENA: CRESCE LA SALUTE DELLE DONNE! MAGGIORE PREVENZIONE, BUONA QUALITÀ DI VITA E MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA AIUTANO AD AUMENTARE LE PERCENTUALI DI GUARIGIONE E SOPRAVVIVENZA DELLE PAZIENTI ONCOLOGICHE

 
   
  Roma, 10 marzo 2011 – Aumenta il numero delle guarigioni e aumenta soprattutto la salute delle pazienti oncologiche. Se in generale l’aumento della sopravvivenza in Europa a 5 anni dalla diagnosi di tumore è del 5% per gli uomini, per le donne è del 7% sul totale dei casi, mentre per il solo tumore al seno si è passati dal 74 all’83%*. Radicale è l’inversione di rotta per i tumori ovarici, in questo caso la sopravvivenza è del 30-40% rispetto al 20% di qualche decennio fa. Fare i controlli periodici ed effettuare indagini come il pap-test e la mammografia ha completamente mutato le statistiche relative ai tumori femminili. Se da un lato cresce il numero delle diagnosi perché sempre più precoci e a causa dell’allungarsi dell’età della popolazione, dall’altro aumentano anche le strategie e gli interventi terapeutici sempre più multidisciplinari e personalizzati. Nell’incontro dell’ 8 marzo a Roma ”L’immagine ritrovata: la centralità della vita delle pazienti” emerge come le donne vogliono essere sempre più informate sui progetti di prevenzione, ma anche su prognosi, decorso terapeutico e su tutto ciò che può migliorare la loro vita durante e dopo la lotta alla malattia, per essere pienamente consapevoli e vivere al meglio la propria esistenza. Non rinunciano alla sessualità, alla gravidanza e all’esperienza della maternità. Imparano a gestire i sintomi legati alla tossicità di talune terapie e adeguano la corretta alimentazione in un percorso dove la cura integrata della propria persona e del proprio corpo pone dei bisogni e trova risposte condivise. Preservare la qualità di vita di un paziente oncologico rappresenta un obiettivo davvero impegnativo dell’oncologia attuale. E’ una sfida che si può affrontare solo grazie alla collaborazione tra diverse competenze mediche, per gestire i diversi aspetti terapeutici e per indirizzare le pazienti in un percorso personalizzato sui bisogni di ognuna. La giornata si è aperta con lo scambio di saluti tra le sedi di Roma e Napoli dove si svolge in contemporanea la seconda edizione de “L’immagine ritrovata”. Il Prof. Francesco Cognetti, Direttore Dipartimento Oncologia Medica Ire e il Prof. Giovanni Scambia, Direttore del Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente, promotori dell’iniziativa hanno illustrato lo spirito dell’iniziativa. “ La nostra attenzione – dichiara il Prof. Cognetti - è rivolta alle differenze di genere nelle patologie e nella loro cura e abbiamo imparato che il benessere psico-fisico è un alleato nel combattere meglio determinate malattie. Nel caso dei tumori femminili inoltre possiamo fin da subito contare su una buona alleanza terapeutica con la donna, sempre più consapevole e combattiva.“ “La cultura della qualità di vita – sottolinea il Prof. Scambia - è tipica dei nostri tempi: in oncologia oggi è molto più diffusa rispetto a qualche anno fa perché molte patologie si possono curare, le pazienti vivono più a lungo e l’attenzione alla qualità di vita è diventata pertanto un aspetto fondamentale del percorso terapeutico. Oggi disponiamo di numerose risorse che aiutano le pazienti a superare l’esperienza dalla malattia.” La Prof.ssa Paola Muti, Direttore Scientifico dell’Istituto Regina Elena (Ire) ha illustrato un ampio progetto di prevenzione del tumore mammario rivolto alle donne in menopausa e svolto in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano e la regione Sicilia. “Il Progetto Tevere - spiega - è di prevenzione primaria, cioè lavoriamo sulle donne sane e cerchiamo di evitare che si ammalino di tumore alla mammella. Utilizziamo per fare questo un antidiabetico di ampio consumo che è la metformina, caratterizzato da assenza di effetti collaterali, per prevenire la neoplasia al seno che insieme a quella al colon, ha un fattore di rischio legato ad uno stato di “iperinsulinemia” o di diabete latente.” Sono vari i fattori che espongono al rischio di sviluppare tumori, per alcuni è importante la familiarità. “I tumori ereditari della mammella e dell’ovaio – spiega la Dott.ssa Antonella Savarese, Oncologia Medica Ire - colpiscono una donna su dieci e rappresentano il 10-15% di queste neoplasie. Dal punto di vista della rilevanza scientifica e sociale, l´identificazione di mutazioni genetiche predisponenti al cancro comporta una serie di implicazioni che riguardano principalmente gli aspetti della diagnosi precoce, nonché le ripercussioni psico-emotive e gli strumenti preventivi per la riduzione del rischio di ammalare.” Toccante la testimonianza di Silvia Mari, autrice de “Il Rischio”, volume in cui racconta la propria storia ed il percorso che ha effettuato prima di giungere ad una decisione non semplice e “radicale” per una donna. “Per quanto riguarda la fertilità e la gravidanza – evidenzia il Prof. Pierluigi Benedetti Panici, Direttore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Policlinico Umberto I – quello che fino a qualche tempo fa sembrava eroico oggi è diventato possibile in molti casi. Grazie alla terapia chirurgica conservativa o farmacologica di nuova concezione le pazienti possono mantenere la capacità riproduttiva.” “L’assenza di conseguenze sul feto di madri sottoposte a precedente chemioterapia- precisa la dott.Ssa Domenica Lorusso, Ginecologia Oncologica del Policlinico Agostino Gemelli - è ormai provato, purché si rispettino dei tempi ritenuti “di sicurezza” tra la chemio e la gravidanza. Infine un argomento ancora molto dibattuto ma nel quale si cominciano ad acquisire certezze e’ la possibilità di effettuare trattamenti antitumorali quando il tumore viene diagnosticato durante la gravidanza stessa.” Attenzione inoltre alla dieta, che ha un enorme potere di prevenire la formazione di tumori, di modularne la crescita e di migliorare la prognosi dei pazienti .” Tutti gli studi che hanno analizzato la relazione fra dieta e cancro – illustra la Dott.ssa Debora Rasio - Medicina Clinica, Sapienza - Università di Roma – sembrano evidenziare come un terzo di tutti i tumori sia prevenibile con una corretta alimentazione. I cibi contengono infatti sostanze in grado di modulare tutti i principali meccanismi di segnale coinvolti nella cancerogenesi: metabolismo di sostanze cancerogene, riparo del Dna, proliferazione cellulare, apoptosi, infiammazione, immunità, differenziazione, capacità di invasione tissutale, angiogenesi, regolazione ormonale ed energetica cellulare, sia in cellule normali che in cellule tumorali.” “L’entità degli effetti collaterali – specificano il Dott. M. Milella, Oncologia medica Ire e Dott.ssa Claudia Marchetti, Ginecologia Policlinico Umberto I – della chemio non si presta a discriminazioni di genere, tuttavia alcuni aspetti clinici, specie se intrecciati al vissuto familiare e sociale, possono essere analizzati con uno sguardo più specificamente rivolto alle pazienti attraverso una particolare attenzione ai protocolli di prevenzione per anemia e nausee. I nuovi farmaci a bersaglio molecolare invece presentano effetti tossici che inducono disagi nella vita di relazione perché si evidenziano sulla pelle del volto, i capelli e le unghie.” “Il nostro approccio come dermatologi – spiega il Dott. Antonio Cristaudo, responsabile del Servizio di Allergologia Isg - prevede che al paziente vengano prescritti farmaci per contrastare le manifestazioni cutanee, ma cerchiamo anche di fornire anche tutta una serie di raccomandazioni pratiche utili ad affrontare la vita di tutti i giorni. Queste includono consigli dermocosmetici e dermoestetici per il trattamento di viso e unghie, informazioni su come affrontare l’esposizione al sole, e tutto quanto possa migliorare il più possibile la qualità della vita e l’immagine corporea dei nostri assistiti.” “Il Servizio di Psicologia del nostro Istituto – sottolinea la Dr.ssa Patrizia Pugliese, Responsabile del Servizio di Psicologia Ire - attua interventi psicologici in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alla fase terminale ed integrati alla cura medica. Tale modello si avvale di un ventaglio di attività psicologiche diversificate quali la rilevazione precoce ed il trattamento del distress psicologico, la presenza degli psicologi di reparto, l’inserimento dello psicologo come figura stabile nei Disease Management Team (Dmt), l’affiancamento della figura psicologica a quella medica negli ambulatori dove si affrontano gli esiti dei trattamenti o nell’ambulatorio del dolore dove è più significativa la considerazione ed il trattamento della componente psicologica del sintomo.” Altri argomenti di enorme interesse sono i diritti in ambito lavorativo dei pazienti e dei loro familiari, il rapporto tra infermieri e pazienti e l’importanza della solidarietà testimoniata dalle associazioni di volontariato e Onlus operanti in ambito oncologico in Italia ed anche in paesi meno sviluppati, come Favo, Komen, Iris e Oncologia per l’Africa, insieme a numerose testimonianze di pazienti e familiari.  
   
 

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