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Notiziario Marketpress di
Giovedì 10 Marzo 2011 |
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LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA CAMBIA LA PERCEZIONE DELLE CARDIOPATIE
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Bruxelles, 10 marzo 2011 - L´8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Società europea di cardiologia (Esc) ha presentato delle ricerche che rivelano che, pur essendo più a rischio degli uomini di soffrire di malattie cardiovascolari (Mcv), le donne sono ancora poco rappresentate nei test clinici relativi a questo tipo di patologia. In un numero speciale del European Heart Journal (Ehj), il periodico ufficiale dell´Esc, due studi condotti da scienziati in Canada, Italia e Svezia hanno rivelato che i trattamenti consigliati dalle linee guida sono scarsamente applicati sulle donne. Benché siano ampiamente percepite come problema di salute maschile, le malattie cardiovascolari sono responsabili del 55% dei decessi femminili rispetto al 43% di decessi maschili. Inoltre, in Europa muoiono più donne per Mcv di quante ne muoiano per tumore del seno, che colpisce solo il 3% delle pazienti. Negli ultimi vent´anni sono aumentati i casi di infarto miocardico (Im) nelle donne di età compresa tra 35 e 54 anni, mentre è diminuita la sua presenza tra gli uomini appartenenti allo stesso gruppo di età. Uno dei principali obiettivi dell´Esc in occasione della Giornata internazionale della donna è mettere in discussione queste percezioni erronee. Il primo studio, condotto da un´équipe di scienziati provenienti da Canada e Italia, ha analizzato i dati medici di 4.471 uomini e 2.087 donne che hanno subito un attacco cardiaco (sindrome coronarica acuta) tra il 1999 e il 2003. Nel complesso, al 75,6% delle donne esaminate erano stati somministrati betabloccanti rispetto al 79,4% degli uomini e al 56,37% delle donne erano stati prescritti agenti ipolipemizzanti rispetto al 65,44% degli uomini. Inoltre, 55,52% delle donne era stata trattata con Ace (Enzima di Conversione dell´Angiotensina)-inibitori rispetto al 59,99% degli uomini. Si è anche scoperto che alle donne il cateterismo cardiaco era prescritto con meno frequenza che agli uomini. I ricercatori hanno rilevato che sono molteplici i fattori che determinano queste differenze nei trattamenti. Uno è l´età del paziente: è più probabile che le donne sviluppino insufficienze cardiache in un´età più avanzata e i medici potrebbero avere maggiori remore a prescrivere farmaci a persone anziane. Un altro fattore è la presenza di insufficienze cardiache congestizie: è più probabile che le donne sviluppino questi problemi durante un attacco cardiaco e molti medici sono restii a prescrivere betabloccanti a pazienti che li stanno già sperimentando. "Sappiamo da anni che alle donne sono prescritti trattamenti diversi rispetto agli uomini, ma ora lo studio modifica questa filosofia e inizia a spiegare il perché di questa situazione", commenta Raffaele Bugiardini dell´Università di Bologna, autore principale della ricerca. Nel secondo studio, condotto da ricercatori svedesi, è stato analizzato l´uso di farmaci cardiovascolari e di coronarografia diagnostica in 7.195 uomini e 5.005 donne che manifestavano dolori al petto ed erano sospettati di essere affetti da coronaropatie (Cad). Le loro ricerche hanno svelato che all´83% delle donne era stata prescritta l´aspirina prima di essere sottoposte a coronarografia, rispetto all´86,1% degli uomini. Tuttavia, lo studio ha anche evidenziato che tra i più giovani del campione (coloro di età inferiore ai 59 anni), il 78,8% delle donne che era stata sottoposta ad angiografia soffriva di coronaropatia non significativa rispetto al 42,3% degli uomini. Anche la malattia del tronco comune o la coronaropatia trivasale sono state riscontrate con maggiore frequenza negli uomini. Questi risultati hanno aiutato a fare un po´ di luce sulle difficoltà affrontate dal personale clinico durante la diagnosi. "Il problema identificato è che se un medico vede una donna tra i 55 e i 60 anni con sintomi atipici in pronto soccorso è difficile che pensi automaticamente a un attacco cardiaco", dice Marco Stramba-badiale dell´Esc. "È molto importante che i dati relativi alle donne siano analizzati separatamente perché spesso ci sono differenze nella farmacodinamica, la farmacocinetica e la fisiologia rispetto agli uomini e questo potrebbe far sì che l´efficacia dei farmaci sia del tutto diversa nelle donne". Per meglio comprendere la fisiologia femminile quando si tratta di curare problemi cardiaci, l´Esc conduce da lungo tempo campagne per una maggiore inclusione delle donne nei test clinici e, in occasione di questa Giornata internazionale della donna, sta invitando l´Agenzia europea per i medicinali (Emea) a fare dell´equa rappresentanza femminile nel campione un prerequisito per la concessione di licenze per agenti farmaceutici. Il dott. Stramba-badiale continua: "Il problema è che, sebbene le donne siano associate a esiti cardiovascolari meno positivi, sia tra gli operatori sanitari sia nell´opinione pubblica persiste l´erronea concezione che le malattie cardiovascolari nelle donne non siano gravi come negli uomini". Per maggiori informazioni, visitare: Società europea di cardiologia (Esc): http://www.Escardio.org/pages/index.aspx European Heart Journal: http://eurheartj.Oxfordjournals.org/ |
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