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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  RELAZIONI ECONOMICHE TRANSFRONTALIERE COLLOQUE FRANCO-ITALIEN

 
   
  Torino, 14 marzo 2011 – Lo scorso 10 marzo presso il Centro Congressi Torino Incontra, si è tenuto un incontro promosso dal Consolato Generale di Francia di Torino e Genova, dalla Camera di commercio di Torino e da Unioncamere Piemonte, dedicato alle opportunità di sviluppo di una strategia di rete fra le regioni geograficamente localizzate nell’ambito territoriale dell’Alpmed, in termini di promozione delle eccellenze produttive e di potenziamento della proiezione internazionale. L’incontro, realizzato in collaborazione con La Stampa, Erai (Entreprise Rhône-alpes International) e l’Euroregione Alpmed, si è aperto con i saluti istituzionali dell’Ambasciatore di Francia in Italia Jean-marc de La Sablière, del Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, del Presidente della Camera di commercio di Torino Alessandro Barberis, del Presidente della Camera di Commercio e Industria regionale Rhône-alpes Jean Paul Mauduy, del Presidente della Camera di Commercio e Industria delle Hautes-alpes Maurice Brun, del Vice Presidente Regione Provence-alpes-côte d’Azur Patrick Allemand e del Vice Presidente Regione Rhône-alpes Bernard Soulage. La Camera di commercio di Torino ha presentato poi una sintesi del “Primo rapporto sugli scambi transfrontalieri nei territori dell’Alpmed”. È seguita la tavola rotonda “Il territorio allo specchio: imprese, innovazione e istituzioni nelle relazioni transfrontaliere”, moderata dal giornalista de La Stampa Marco Alfieri, con la testimonianza di esperti che, a diverso titolo, hanno portato avanti in questi anni progetti di internazionalizzazione, di ricerca o collaborazioni istituzionali transfrontaliere di successo: Mauro Oggero, Amministratore Delegato Foca Costruzioni, Philippe Chapalain, Amministratore Delegato Go Concept e Consigliere del Commercio Estero per la Francia, Michel Deflache, European Project Manager Piter-tenerrdis, Massimo da Vià, European Project Manager Piter-environment Park. Interverranno poi Laura Canale della Regione Liguria e Laurent Greffeuille della Regione Paca, che illustreranno il Progetto strategico sul turismo. Ha concluso l’incontro la Console Generale di Francia a Torino e Genova Véronique Vouland-aneini. Jean-marc de La Sablière, Ambasciatore di Francia in Italia, ha tra l’altro sottolineato nel suo intervento di apertura quanto “per la Francia, questo tema assume una particolare importanza. Le zone frontaliere riguardano il 20% del territorio e 10 milioni di persone. Una relazione parlamentare consegnata l’estate scorsa al Primo Ministro dimostra allo stesso tempo il dinamismo di questi spazi e degli ostacoli derivanti dalla presenza della frontiera. Tra la Francia e l’Italia, l’ostacolo è grande, è alto quanto le Alpi. Pertanto, al di là della geografia, è anche di ordine fiscale, amministrativo, culturale. A fianco delle collettività territoriali direttamente interessate, lo Stato ha un ruolo da svolgere per facilitare l’organizzazione dello spazio, mettere in atto una vera e propria governance, rispondere ai bisogni dei servizi delle popolazioni”. “Nello scenario economico internazionale post-crisi, la competizione si sta spostando dalle imprese ai territori: non è più sufficiente, quindi, essere competitivi e garantire servizi e prodotti innovativi e di qualità, ma occorre mettere in comune le eccellenze e affrontare alcune politiche in forma coordinata e sinergica - ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il sistema delle Camere di commercio, che ha da sempre nel proprio Dna la caratteristica e la volontà di fare ‘rete’, deve quindi portare avanti il suo impegno a favore di progetti di collaborazione strategica con le vicine regioni francesi, nella consapevolezza che un territorio competitivo crea i presupposti per attrarre le migliori imprese e le migliori risorse umane, innescando un circuito virtuoso per il territorio stesso”. “Nonostante le logiche dettate dalla globalizzazione dei mercati impongano di rivedere le strategie di insediamento imprenditoriale su distanze sempre più ampie, la Francia resta stabilmente uno dei principali partner commerciali dell’Italia - ha ricordato Alessandro Barberis, Presidente della Camera di commercio di Torino -. Come dimostra il rapporto sugli scambi transfrontalieri tra i territori dell’Alpmed, i flussi di export di Paca e Rhône-alpes verso l’Italia, e di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta verso la Francia, superano complessivamente gli 11 miliardi di euro l’anno. Questo ci spinge non solo ad analizzare i dati di interscambio, ma ad approfondire con maggiore attenzione le relazioni transfrontaliere in senso lato, dalla presenza di multinazionali, alle attività di formazione e ricerca, fino al turismo”. I territori italiani di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e quelli francesi del Rhône-alpes e di Provence Alpes Côte d’Azur (Paca) condividono, oltre alla vicinanza geografica, anche una storia e una cultura comune. Se venisse considerato congiuntamente, questo territorio rappresenterebbe una forte realtà economica e sociale a livello europeo, con i suoi 17milioni di abitanti, 1 milione e 500mila imprese e un Pil che sfiora i 500 miliardi di euro, assimilabile a quello di interi Stati come i Paesi Bassi o la Turchia. Si tratta di un territorio che possiede una straordinaria varietà di eccellenze nel campo industriale, in quello agroalimentare, nei servizi, nel sistema bancario e nella ricettività turistica, e che ha impostato il proprio modello di sviluppo su una forte proiezione internazionale, sulla qualità di prodotti e servizi e della ricerca innovativa. Il rapporto “Colloque franco-italien”, il primo sugli scambi transfrontalieri tra i territori dell’Alpmed, si pone l’obiettivo di esaminare le relazioni economiche tra le regioni italiane e francesi collocate in questa macroregione: un compito non facile dal punto di vista metodologico, sia per la mancanza di statistiche ufficiali sugli scambi interregionali che per l’eterogeneità delle fonti dei due Paesi. L’interscambio commerciale - Il punto di partenza del lavoro è rappresentato dall’analisi dell’interscambio commerciale; proprio in questo caso, per mancanza di fonti statistiche, non è stato possibile analizzare direttamente il flusso di merci fra le regioni italiane e quelle francesi dell’Alpmed in quanto le fonti ufficiali utilizzate offrono un’asimmetria statistica non superabile. Si è quindi analizzato l’import-export delle regioni italiane dell’Alpmed verso la Francia nel suo complesso e il corrispondente flusso dalle regioni francesi verso l’Italia nel suo complesso. Anche se con quote in riduzione – per via della globalizzazione e della conseguente perdita di importanza del fattore della vicinanza geografica -, la Francia è ancora il primo mercato per le esportazioni complessive delle tre regioni italiane dell’Alpmed. La complementarietà delle specializzazioni industriali premia ancora, quindi, lo scambio transfrontaliero: automotive e meccanica prevalentemente dall’Italia alla Francia, prodotti chimici e metallurgia prevalentemente dalla Francia all’Italia. I flussi di export di Paca e Rhône-alpes verso l’Italia e di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta verso la Francia superano gli 11 miliardi di euro l’anno, anche se il tasso di apertura (somma dell’import-export sul valore aggiunto) delle tre regioni italiane verso la Francia, pari al 6%, è in costante riduzione, mentre quello delle due regioni francesi verso l’Italia è pari al 4,4%. A fronte della mancanza di statistiche ufficiali sull’interscambio commerciale fra le regioni trasfrontaliere, Unioncamere Piemonte ha realizzato una specifica indagine sul campo, condotta a luglio 2010 su un campione significativo di 1084 imprese manifatturiere piemontesi. Il 12,9% delle aziende ha dichiarato di effettuare esportazioni verso Paca e Rhône-alpes, mentre solo il 2,2% importa merci da questi territori. Le imprese che mostrano una maggiore propensione ad esportare sono di medie e grandi dimensioni (il 23,7% di risposte affermative) e operano nei settori dei prodotti alimentari (il 21,6% di risposte affermative), dei mezzi di trasporto (il 16,5%), della meccanica (il 14,7%), della chimica, gomma e plastica (il 14,2%), del tessile (il 14,2%) e dei prodotti elettrici (il 14,1%). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, hanno dichiarato di esportare verso le due regioni francesi il 19,8% degli imprenditori cuneesi e il 16,7% di quelli astigiani, mentre nelle altre province le risposte positive sono state inferiori alla media regionale. Considerando solo le imprese che dichiarano di esportare nelle regioni francesi, l’export verso il Rhône-alpes ha un peso più incisivo sul volume d’affari (pari in media al 4,3%) rispetto a quello verso il Paca (1,4%). Questa distribuzione viene mantenuta in tutti i settori; i comparti dei metalli e della meccanica spiccano per un peso dell’export verso il Rhône-alpes particolarmente sostenuto, rispettivamente il 6,0% e il 5,5% del fatturato, a cui si accompagna una quota particolarmente ridotta di esportazioni verso il Paca (rispettivamente pari allo 0,8% e allo 0,5%). Per il settore alimentare, invece, sia il Rhône-alpes che il Paca rappresentano importanti mercati di sbocco, dai quali ricava il 5,6% e il 2,0% del fatturato, valori più elevati rispetto a quelli degli altri settori. Esiste quindi una certa specializzazione settoriale e territoriale: le imprese che esportano verso entrambi i territori francesi sono poche, e sembrano piuttosto privilegiare un’ottica di scelta basata su elementi territoriali (magari di prossimità, come i cuneesi verso il Paca) o partnership settoriali (meccanica ed elettronica verso il Rhone-alpes). L’internazionalizzazione produttiva: le multinazionali francesi in Piemonte - Dall’osservatorio sulle imprese multinazionali (Observer), in Piemonte risultano localizzate oltre 100 imprese francesi (pari al 18% sul totale delle imprese estere presenti in regione: la Francia è il secondo Paese investitore, dopo gli Stati Uniti), che impiegano complessivamente più di 17.000 addetti, con una rilevante concentrazione in provincia di Torino (il 45% delle imprese francesi presenti in regione). Accanto a multinazionali “storiche” come Michelin, L’oréal, Saint Gobain, Roquette Italia (attiva in provincia di Alessandria dagli anni ‘60 nella produzione di amidi, glucosio, destrosio e olio di mais), A. Raymond Italiana (che dal 1985 produce a Carisio, nel Vercellese, sistemi di fissaggio plastici e meccanici), Hutchinson (che dal 1988 opera nella produzione di articoli in gomma e poliuretano), la Riv.o. Gas (in provincia di Alessandria dal 1985), Alma Italia (in provincia di Torino dal 1990 per la programmazione e vendita di software per l’industria) e Valeo dal 1996, operano in Piemonte numerose imprese a partecipazione francese più recente, tra le quali si annoverano Akka Italia, Dassault Systémes e Alstom Ferroviaria. Reti di innovazione nell’Alpmed - La capacità innovativa di un territorio si misura anche attraverso i legami e le attività di collaborazione esistenti tra gli attori attivi nei settori innovativi. Per approfondire tali relazioni nella macroregione Alpmed, è stato sottoposto ai Poli d’innovazione piemontesi un questionario sui legami con i “Pôles de compétitivité” e i cluster francesi delle regioni Rhône-alpes e Paca; l’indagine conoscitiva per la regione rhônalpina è stata completata anche grazie al contributo di informazioni restituite dalla Camera di Commercio e Industria Regionale del Rhône-alpes. Dai risultati dell’analisi emerge una forte attenzione alle relazioni con i poli di competitività delle vicine regioni francesi: sette Poli d’innovazione piemontesi hanno infatti già instaurato legami con i i loro omologhi francesi dell’Alpmed. Tali legami consistono nello sviluppo di nove diversi progetti con altrettanti poli di competitività e trattano tematiche incentrate sulle energie rinnovabili, l’edilizia sostenibile e le biotecnologie. La maggioranza delle collaborazioni è stata avviata negli ultimi cinque anni e tutti i poli piemontesi che ad oggi non hanno ancora instaurato una collaborazione si esprimono a favore di un possibile avvio di rapporti di ricerca con i colleghi francesi in un prossimo futuro. L’internazionalizzazione accademica - Gli studenti francesi iscritti nei 6 Atenei delle regioni italiane dell’Alpmed sono complessivamente 210, lo 0,2% degli iscritti totali e il 2,8% degli iscritti stranieri. Si tratta di una quota abbastanza limitata, analoga a quella degli italiani presenti negli otto Atenei del Rhône-alpes (603 iscritti, lo 0,2% degli iscritti totali e il 2,8% degli iscritti stranieri). Sono ben 23 gli accordi fra istituzioni accademiche universitarie dell’Alpmed volti ad istituire lauree transnazionali, con una forte concentrazione fra Torino, Grenoble e Lione. Turismo - Le regioni dell’Alpmed possiedono una vocazione turistica rilevante, che deriva dalla presenza sul territorio di tutte le tipologie paesaggistiche e attrattive che costituiscono meta di viaggio: dalle località sciistiche del Rhône-alpes, della Valle d’Aosta e del Piemonte a quelle marittime di Liguria e Paca, passando per l’offerta culturale delle città, dei sette patrimoni mondiali dell’Unesco presenti sul territorio, dei paesaggi collinari e lacustri. In base ai dati forniti dai diversi Osservatori regionali, nel 2009 il numero di turisti francesi arrivati presso le strutture alberghiere delle tre regioni italiane dell’Alpmed è pari a 408.321, per un ammontare di 861.279 presenze (numero di arrivi moltiplicato per i pernottamenti). I turisti francesi pesano il 6% del totale arrivi di turisti (il 19% se si considerano i soli turisti stranieri) e il 4% in termini di presenze complessive (il 14% della componente straniera), con una permanenza media di 2,1 giorni. Gli arrivi di turisti italiani nelle regioni francesi dell’Alpmed sono stati più numerosi: infatti, nel 2009, 649.300 italiani si sono recati in Rhône-alpes o in Paca per passare almeno una notte in una struttura alberghiera, trascorrendone complessivamente 1.360.185. Il turismo di origine italiana rappresenta una parte notevole della clientela delle strutture delle due regioni d’oltralpe, arrivando a costituire il 13% dei visitatori stranieri in arrivo e il 12% in termini di notti trascorse (sul totale degli stranieri); i turisti italiani sono, però, in diminuzione, avendo perso in termini di arrivi e presenze rispettivamente il 7% e l’8% rispetto al 2008.  
   
 

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