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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  CONCILIAZIONE VITA-LAVORO, LA PROVINCIA DI PARMA ALL’AVANGUARDIA

 
   
  Parma, 14 marzo 2011 – “Apprendiamo con soddisfazione che a livello nazionale si sta seguendo la strada che la Provincia ha intrapreso già da un paio d’anni”. L’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani commenta così l’ “avviso comune” firmato l’8 marzo da Governo e parti sociali per introdurre in tutti i livelli di contrattazione forme di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro: dalla flessibilità di orario in entrata e in uscita per la lavoratrice madre o il lavoratore padre nei primi tre anni di vita del bambino alla possibilità di trasformare il contratto a tempo indeterminato in part-time sempre, nei primi tre anni del figlio. “È dal 2009 che la Provincia, grazie a un accordo firmato ad hoc con i sindacati, applica ad esempio la flessibilità oraria, in entrata e in uscita, per i dipendenti con figli fino a tre anni, una fascia scelta in via prioritaria proprio perché è quella che può avere più spesso problemi a far conciliare gli orari di lavoro con quelli, ad esempio, dell’asilo o della baby sitter: aiutare i lavoratori a risolvere questi problemi consente loro di lavorare con più agio e più serenità, con ricadute certamente positive”, spiega Marcella Saccani. Lo stesso si può dire del part-time: dall’aprile 2010 i lavoratori con figli fino a 3 anni hanno la possibilità di “trasformare” temporaneamente il loro contratto a tempo determinato in un contratto part-time. “Tutto questo a riprova del fatto che la Provincia è particolarmente attenta alle politiche di conciliazione, che propone e sostiene da anni nelle imprese del territorio e che attua al suo interno. La conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro – conclude l’assessore Saccani - è un tema fondamentale, che attiene al welfare e alla qualità della vita nel suo complesso: aiutare e sostenere i lavoratori che hanno impegni di cura significa far crescere la qualità del loro lavoro e migliorare la loro qualità di vita. Significa contribuire a costruire un welfare di comunità”.  
   
 

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