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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA LAVORERANNO ASSIEME PER LA SICUREZZA DEI COMUNI BAGNATI DAL LIVENZA. PROPOSTA UNA GALLERIA TRA I SERBATOI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

 
   
  Venezia, 14 marzo 2011 - Le Regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia collaboreranno per la sicurezza idraulica dei territori bagnati dal Livenza. Si è svolta il 10 marzo a Venezia presso la sede dell’Autorità di Bacino la riunione, richiesta a gran voce dai sindaci dei territori, tra gli assessori all’Ambiente della Regione del Veneto Maurizio Conte e il collega friulano Luca Ciriani. Gli assessori si sono trovati concordi sull’idea di potenziare l’utilizzo dei serbatoi del Cellina e del Meduna, entrambi affluenti del Livenza, per risolvere almeno in parte i problemi della sicurezza idraulica dei territori a valle. “La sicurezza idraulica è essenziale per tutto il territorio e non rispetta i confini amministrativi regionali, è quindi necessario ottimizzare la collaborazione tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. La recente piena eccezionale ha messo in luce la necessità di migliorare il dialogo tra il Friuli Venezia Giulia che gestisce a monte il Livenza e chi controlla i territori a valle ossia la Regione del Veneto. Con l’incontro di oggi abbiamo avviato procedure di comunicazione coordinate tra le rispettive Direzioni Ambiente per procedere alla realizzazione effettiva di opere strutturali che da decenni attendono il via”. “La costruzione di tre bacini di laminazione sul Livenza – ha ammesso l’assessore Ciriani - è sicuramente la soluzione ottimale, anche se incontra la resistenza delle amministrazioni locali dei territori su cui dovrebbero sorgere, e al momento non abbiamo in cassa tutte le risorse necessarie per costruire queste opere”. Una soluzione aggiuntiva potrebbe essere l’utilizzo più efficiente dei serbatoi già esistenti nei bacini del Cellina e del Meduna, collegando i due invasi esistenti con una galleria che, tramite un possibile project financing che darebbe ai partner privati/gestori la possibilità di sfruttare l’energia idroelettrica dei bacini anche in maniera potenziata rispetto a quanto avviene ora. “Quest’opera da sola - spiega l’assessore Conte - consentirebbe di trattenere in caso di piena il 40% degli 80 milioni di metri cubi di acqua ritenuti necessari per impedire gli allagamenti delle parti vallive e potrebbe ridurre la dimensione delle casse di espansione garantendo quindi un minore impatto per il territorio”. “L’inserimento nel sistema – aggiunge Conte - della diga di Ravedis, attualmente in fase di collaudo, a prioritario uso di laminazione delle piene, completerà il quadro del miglior utilizzo plurimo delle acque dell’Alto Cellina. A questo inoltre si aggiunge anche la possibilità di intervenire con la realizzazione del bacino di espansione di Prà dei Gai, per il quale la Regione del Veneto ha già disponibili 20 milioni di euro ed è in grado di partire con la progettazione”. Le verifiche che la Regione Friuli si è impegnata a fare con i gestori dei bacini consentirà a breve di incontrare i sindaci dei territori interessati sia friulani che veneti per concordare le soluzioni ottimali per il territorio da attuare nei tempi brevi possibili.  
   
 

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