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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  RINNOVABILI, PUGLIA: IL GOVERNO DÀ MANO LIBERA AL NUCLEARE

 
   
  Bari, 14 marzo 2011 - “Il governo demolisce il settore delle energie rinnovabili e pregiudica l’approvvigionamento futuro, lasciando campo libero alla lobby del nucleare. Oggi, 9 marzo 2011, il Gestore dei Servizi Energetici ci dice che in Puglia sono installati 756,322 megawatt di potenza elettrica da fotovoltaico. Già alla fine del 2010 la Puglia produceva circa il 10% del totale della propria energia, da eolico, fotovoltaico e biomasse. Ma tutto questo rischia di naufragare, con il nuovo decreto, in favore del nucleare”. Con queste parole la vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone è tornata sul tema del decreto legislativo per la promozione delle energie rinnovabili approvato dal Consiglio dei Ministri, nel corso del workshop ”Fonti Energetiche Rinnovabili e Sviluppo Locale in Puglia: sintesi di un’esperienza formativa per over 50”, che si è svolto presso il Tribunale della Dogana della Provincia di Foggia. “Il “decommisioning” del nucleare Mai entrato in funzione in Italia – ha detto la vicepresidente – pesa sulla bolletta degli italiani per quasi 5 euro al mese da più di 20 anni e continuerà a pesare per i prossimi 10. Lo sviluppo delle rinnovabili ci salva anche da questo”. “Invece, rispetto alla Germania che ha programmato di arrivare a produrre nel 2020 il 50% di energia da fonti pulite e per il 2050 l’80%, l’Italia appare completamente priva di una politica energetica. Gli interventi del governo sono contraddittori e non danno affidabilità al sistema delle imprese”. “Sembra – ha aggiunto - che il governo stia tessendo la tela di Penelope: fa e disfa, secondo una logica che sfugge a qualunque valutazione razionale e senza il minimo rispetto del principio della certezza del diritto e della tutela dell’iniziativa economica. Così viene inferto un colpo mortale al futuro di centinaia di aziende del settore, confermando l’impossibilità per un imprenditore di programmare un qualunque investimento in Italia, lasciando campo libero alla lobby del nucleare”. “Solo ad agosto 2010 infatti – ha spiegato Loredana Capone – è stato pubblicato il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che regolava le tariffe incentivanti da riconoscere alla produzione di energia elettrica ottenuta da impianti fotovoltaici entrati in servizio dopo il 31 dicembre 2010. Le previsioni contenute in quel decreto hanno consentito sino ad ora agli operatori del settore una programmazione degli investimenti su base triennale. Questa programmazione avrebbe potuto permettere la strutturazione di un settore produttivo che è cresciuto esponenzialmente nel corso degli ultimi 3 anni. Infatti, secondo i dati della Facoltà di Economia dell’Università di Padova gli addetti del settore sono attualmente circa 23 mila ed il trend di crescita è destinato (o meglio a questo punto è più corretto dire che sarebbe stato destinato) a raggiungere i 100 mila addetti entro il 2020. Inoltre dati forniti da Asso Energie Future e Grid Parity Project attestano un contributo per l’erario italiano, derivante dall’attività del comparto economico legato al fotovoltaico, di circa 50 miliardi di euro nei prossimi 30 anni (questo se le proiezioni relative al trend di crescita del settore fossero state confermate). Poi è arrivato il decreto legislativo che ha avuto il definitivo via libera dal Consiglio dei Ministri, un decreto valido fino al 31 maggio che annuncia per giugno un nuovo decreto della durata di un anno”. “Dal decreto – ha concluso la vicepresidente – ci aspettavamo almeno che fossero finanziate le rinnovabili sui tetti. Invece il governo - che si accorge solo adesso che gli incentivi per le zone agricole erano troppo alti - rischia con il suo provvedimento di penalizzare anche gli impianti sui tetti che sono un beneficio per i consumatori e per gli imprenditori perché annullano i costi della bolletta. Oggi la dipendenza dalle fonti straniere per l’Italia è dell’85%. L’orientamento del decreto sembra essere proprio quello di continuare ad investire sulla dipendenza dagli stranieri, favorendo all’interno la lobby del nucleare”.  
   
 

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