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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  LA COMPAGNIA TEATRALE QUELLI DI GROCK PRESENTA ASPETTANDO GODOT DI SAMUEL BECKETT AL TEATRO LEONARDO DA VINCI DI MILANO

 
   
  Milano, 14 marzo 2011 - Il capolavoro di Beckett è una strana e tragica farsa in cui sembra non accadere nulla. Il vero soggetto è l’attesa, un aspetto essenziale e misterioso della condizione umana. Aspettando Godot, tra le pièce più significative del Novecento, complessa e intransigente nella sua costruzione teatrale, è un´opera irrinunciabile. Quelli di Grock, per la regia di Susanna Baccari e Claudio Orlandini, ne dà una lettura originale, benché fedele al testo beckettiano, in cui il linguaggio del corpo valorizza e riempie quello spazio dominante del testo che è il vuoto tra le parole. Alessandro Larocca e Andrea Ruberti, attori, mimi e clown, interpreti perfetti nei panni di Vladimiro ed Estragone, con la loro fisicità sottolineano e arricchiscono la metafora dell’esistenza umana presente nel capolavoro di Beckett. Una coppia di vagabondi, di clochard rappresenta le più svariate relazioni umane e private: Vladimiro ed Estragone, simultaneamente padre e figlio, amici, coniugi, innamorati, aspettano vicino ad un albero sinistro uno sconosciuto che non arriva mai, mentre passa e ripassa la crudele coppia del servo e del padrone, Lucky e Pozzo. Aspettando Godot è una poesia sul tempo, per sentire che questo può scorrere con un ritmo diverso; fermarlo, prendersi una pausa, cogliere il paradosso tra stabilità e cambiamento e, in questa sospensione, percepire la vita. In una specie di moderna catarsi, condividendo i timori più profondi, avviene durante lo spettacolo qualcosa come un processo liberatorio, che fa accettare finalmente l’assurdità della condizione umana. Piuttosto che scoraggiare, Beckett fa forse intravedere un diverso punto di partenza capace di fronteggiare il mistero, nella gioia di una libertà nuovamente trovata. Aspettando Godot è un’opera che non si riesce e non si può spiegare, proprio perché l’essenza è il mistero, lo smarrimento, l’incapacità a scoprire un significato nell’esistenza. Samuel Beckett per noi è stato un percorso da attraversare lasciandoci contagiare proprio da quel senso di incertezza che provoca, senza il bisogno di trovare risposte, ma solo con la necessità di sforzarci a capire quali domande ponga. In un universo in cui è difficile trovare un significato e affermare qualcosa, dove la frontiera tra sogno e realtà è sempre più incerta e la ricerca del “vero” diventa interminabile, noi vogliamo continuare ad illuderci, perché… “il signor Godot mi ha detto di dirvi che non verrà questa sera, ma di sicuro domani”. Www.quellidigrock.it/    
   
 

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