Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  COLLEZIONE CHRISTIAN STEIN. UNA STORIA DELL’ARTE ITALIANA AL MUSEO CANTONALE D´ARTE, LUGANO

 
   
   Lugano, 14 marzo 2011 - Il Museo Cantonale d’Arte di Lugano ospita fino al 22 maggio 2011 l’esposizione Collezione Christian Stein. Una storia dell’arte italiana, una selezione di circa cento capolavori dell’arte italiana del dopoguerra, in coproduzione con l’Ivam, Institut Valencià d’Art Modern di Valencia. La mostra si iscrive nella linea espositiva del Museo Cantonale d’Arte dedicata al collezionismo e, al contempo, a quella rivolta all’arte italiana dagli anni Cinquanta ad oggi. La Galleria Christian Stein La Galleria Christian Stein fu fondata nel 1966 a Torino dove iniziò da subito a rappresentare, tra gli altri, quegli artisti che furono poi inscritti nella fortunata denominazione di Arte povera, formulata da Germano Celant. Aprì in seguito, negli anni ottanta, nuovi spazi a Milano e, per qualche stagione, a New York. La Galleria è tuttora attiva a Milano. Margherita Stein, nota con il nome di Christian, scomparsa nel 2003, fu un’esponente di spicco della tradizione dei galleristi-collezionisti, preferì infatti conservare le opere che più la appassionavano piuttosto che limitarsi ad alimentare il mercato dell’arte. A caratterizzare la sua attività fu, inoltre, lo straordinario rapporto instaurato con gli artisti, amicizie rimaste intatte per quarant’anni. La sua avventura nel mondo dell’arte ebbe inizio a Torino nella Galleria di Via Teofilo Rossi per proseguire nella casa-galleria di Piazza San Carlo. Qui si tenevano incontri quotidiani tra Christian Stein e gli artisti. Boetti e Paolini furono i primi ad esporre insieme a Manzoni e a Fontana. Tutti, o quasi tutti, coloro che daranno vita all’Arte povera frequentarono la Galleria. La signora Stein, pur ovviamente informata sull’arte americana e tedesca già ben presente nell’Italia degli anni settanta, preferì la complicità dei “suoi” artisti, l’arte italiana divenne il suo mondo. Furono le conversazioni con Mario Merz, Luciano Fabro o Giulio Paolini, per citarne solo alcuni, a nutrire la sua quotidianità; non mancarono certo le discussioni, ma la sua condivisione fu sempre rinnovata. Le opere rimasero con lei: tenne con sé l’intero nucleo di lavori con cui Alighiero Boetti realizzò la sua prima personale in Galleria, nel 1967. Più tardi Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo e Claudio Parmiggiani esporranno regolarmente. Remo Salvadori e Domenico Bianchi furono chiamati a rappresentare la generazione successiva, quella degli anni ottanta. L’esposizione In mostra sono presenti circa cento opere selezionate tra le molte, raramente esposte o, al contrario, cedute in seguito ai migliori musei del mondo. Cento opere che evocano e ripercorrono la storia della Collezione Stein, mitica narrazione di un momento irripetibile della storia culturale europea. L’esposizione propone monocromi di Manzoni e Lo Savio, sculture di Melotti, tagli di Fontana, una scultura di Colla, cementi armati di Uncini, “manifesti” di una nuova radicalità, che narrano gli anni cinquanta e sessanta di una Italia intrisa di storia classica e, al contempo, immersa nella contemporaneità del dopoguerra e del boom economico. Una collezione attraverso cui scoprire l’arte italiana nei suoi aspetti emblematici: l’eredità e le relazioni con le avanguardie storiche, le risposte all’ascesa dell’arte americana, un modo radicalmente diverso, peculiarmente italiano, di guardare alla storia dell’arte e di vivere la cultura dell’epoca. L’esposizione evoca una stagione in cui la visione degli artisti corrispondeva a quella degli allora rari collezionisti, un’epoca nella quale l’intenso incontro con un’opera poteva trasformare una gallerista in collezionista attenta a conservare per le generazioni successive la funzione testimoniale dell’arte. La mostra offre al pubblico un’occasione per riflettere sul sistema dell’arte, sulle possibili modalità di coltivare una collezione, ma soprattutto propone un percorso tra capolavori di grande vibrazione emozionale e di profondo rigore intellettuale. Esposizione realizzata in coproduzione con Ivam, Institut Valencià d’Art Modern, Valencia, Spagna. Mostra a cura di Jean Louis Maubant e Francisco Jarauta Bettina Della Casa (per il Museo Cantonale d’Arte) Catalogo a colori pp.352, italiano-inglese, a cura di Bettina Della Casa con testi di Jean Louis Maubant, Francisco Jarauta, Bruno Corà, Giulio Paolini e una ricca sezione di apparati. Electa editore, Milano La mostra è dedicata a Jean Louis Maubant, recentemente scomparso. In occasione della mostra Collezione Christian Stein. Una storia dell’arte italiana, il Museo Cantonale d’Arte organizza sabato 7 maggio 2011, dalle ore 10.30 alle 18.30 una giornata di studio dal titolo Archivi e Fondazioni: l’arte italiana tra attualità e storia, dedicata agli Archivi e alle Fondazioni preposti alla gestione e alla tutela dell’opera dei principali artisti italiani del dopoguerra. Particolare attenzione viene rivolta alla conservazione del patrimonio artistico di Lucio Fontana, Fausto Melotti, Piero Manzoni e Enrico Castellani unitamente ad alcuni esponenti dell’Arte Povera (Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Mario Merz, Giulio Paolini), artisti rappresentati da Archivi o Fondazioni e presenti nell’esposizione in corso.  
   
 

<<BACK