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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  LA MOSTRA LEONARDESCHI. DA FOPPA A GIAMPIETRINO: DIPINTI DALL’ERMITAGE DI SAN PIETROBURGO E DAI MUSEI CIVICI DI PAVIA

 
   
   Pavia, 14 marzo 2011 - La cultura è tutta continuità, è tutta un’eco” ha scritto il poeta del Novecento Iossif Brodskij. L’attività dei seguaci di Leonardo - la cui rivoluzione in pittura non poteva non infl uenzare stuoli di artisti – è divenuta un’eco originale, un’eco intensa che la straordinaria mostra in programma al Castello di Pavia dal 20 marzo al 10 luglio 2011 ci aiuterà a cogliere. Per la prima volta il Museo Statale Ermitage presta un nucleo importantissimo di dipinti lombardi del Cinquecento: 22 opere della sua collezione, molte delle quali considerate fi no a tutto l’Ottocento originali di Leonardo, che insieme ad altrettanti dipinti delle collezioni pavesi condurranno il visitatore a scoprire quanto il genio toscano in terra lombarda abbia determinato e reso possibile nuovi sviluppi artistici; una intensa stagione ove seguaci e imitatori del Maestro acquisivano, interpretavano e diffondevano il “nuovo” leonardesco. La mostra Leonardeschi. Da Foppa a Giampietrino: dipinti dall’Ermitage di San Pietroburgo e dai Musei Civici di Pavia proporrà dunque testimonianze di prim’ordine della pittura lombarda del periodo di massima fioritura del Rinascimento, come la Sacra famiglia e Santa Caterina di Cesare da Sesto che Stendahl considerava la cosa migliore creata da Leonardo o la famosa Flora di Francesco Melzi, l’allievo prediletto del Maestro: opera che per trent’anni non è uscita dalle sale dell’Ermitage e che il prestigioso museo russo ha voluto prestare per questo importante evento, curato da Tatiana Kustodieva, conservatore dell’Ermitage, e da Susanna Zatti direttore dei Civici Musei di Pavia (Catalogo Skira). E numerosi saranno anche i quadri esposti per la prima volta fuori dalla Russia, in questa occasione Tra questi, la Maria Maddalena penitente di Giampietrino, a suo modo un antesignano del manierismo lombardo, e l’importantissimo San Sebastiano di Luini, un ritratto, unico nel suo genere, di un governante di Milano (forse Francesco Maria Sforza) con le sembianze del patrono della città, a sottolineare le pene d’amore per una donna. Promossa dal Comune di Pavia, Musei Civici di Pavia e Museo Statale Ermitage, dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia e dall’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, con la collaborazione della Fondazione Ermitage Italia e dell’Università di Pavia e il patrocinio della Provincia di Pavia, organizzata dai Musei Civici di Pavia e da Villaggio Globale International, la mostra è stata quindi inserita dai Governi dei due Stati tra gli eventi principali dell’Anno Italia/russia, insieme ad un’altra esposizione organizzata e promossa da Pavia e dall’Ermitage - dedicata alla pittura italiana dell’Ottocento - che il prossimo autunno verrà inaugurata a San Pietroburgo. Entrambi questi eventi sono infatti il frutto di una comune progettazione e di un più ampio e variegato programma di collaborazioni avviato, fin dal 2009, tra Pavia e l’Ermitage con la Fondazione Ermitage Italia, per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, la ricerca scientifi ca, il restauro, lo studio della museologia e del collezionismo. Il progetto dedicato ai pittori lombardi attivi tra il Xv e l’inizio del Xvi secolo e dunque alla stagione artistica che precedette, accompagnò e seguì l’esperienza milanese di Leonardo - dal 1482 al 1499 e poi dal 1507 al 1512/13 - nasce dunque da due considerazioni. Da un parte vi è infatti la consapevolezza dell’importanza che Pavia ebbe nella maturazione degli studi e delle riflessioni del Maestro e nella penetrazione dei suo dettami artistici (gli studi per lo sviluppo a pianta centrale della Cattedrale, gli spunti  
   
 

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