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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2011
 
   
  MAFIA, DRAGHI; DE CORATO: “NESSUN COMUNE IN ITALIA COME MILANO SU TRASPARENZA: BLOCCATI 500 MILIONI DI APPALTI E 766 ESCLUSIONI DI IMPRESE. PROCURA DI MILANO DICE CHE REATI PER MAFIA SONO IN CALO DEL 16%”

 
   
  Milano, 14 marzo 2011 - “Che la ‘ndrangheta abbia interessi negli appalti è materia nota. Ma nessun ente locale in Italia ha fatto tanto come Milano per contrastarne l’infiltrazione attraverso questi canali. Quando ero assessore ai Lavori Pubblici, nel 2000, Milano ha introdotto primo Comune in Italia, i patti di integrità per garantire trasparenza e correttezza nelle gare d’appalto e contrastare corruzione e pratiche illecite. Tanto che dal 2002 ha portato a 433 esclusioni dalle gare pubbliche per cartelli che hanno coinvolto 160 imprese e altre 333 esclusioni per altre 152 imprese per altri gravi reati. Per un importo complessivo di 500 milioni. Tanto che i fatti di rilevanza penale sono finora 610 con 31 sentenze di condanna già emesse. E per questo Milano ha vinto più volte il premio Transparency International. Certo il Comune non ha gli strumenti per indagini complesse che spettano, come ha detto oggi il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, alla magistratura inquirente e alle forze dell’ordine. Ma ha sempre garantito i controlli”. Lo ha comunicato l’ 11 marzo il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. “Che ci siano interessi della ‘ndrangheta in Lombardia – spiega De Corato –non è una scoperta, come aveva del resto recentemente affermato il procuratore aggiunto Pierluigi dell’Osso. Non si capisce pertanto questo allarmismo a orologeria. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha detto oggi che le cosche avanzano nella nostra regione. Non mettiamo in dubbio i suoi dati. Ma se stiamo a quelli della Procura, riferiti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, e relativi al distretto di Milano, i reati di associazione mafiosa risulterebbero calati nell’ultimo anno del 16%. Se una regione è ricca focalizza naturalmente gli interessi della criminalità organizzata. Ma gli anticorpi sono vivi. Basterebbe ricordare i 300 arresti di affiliati nel maxi blitz operato lo scorso luglio e i 33 di oggi legati a clan interessati ai lavori dell’Expo. Ma anche le misure di prevenzione adottate dal governo, dalla commissione speciale sull’Expo, alla legge sulla tracciabilità dei flussi finanziari in materia di appalti”.  
   
 

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