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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2011
 
   
  UNO SPAZIO PRESTIGIOSO IN PIAZZA CORDUSIO A MILANO PER LE COLLEZIONI DI PELLETTERIA DI CARLO PAZOLINI

 
   
  Per Carlo Pazolini, marca di calzature ed accessori per donna e uomo, questo spazio prestigioso in Piazza Cordusio a Milano, rappresenta la sua prima esposizione con una ridefinizione dello store concept in una delle più importanti sedi internazionali della moda. Esiste una distinzione ambigua tra il nostro corpo e ciò che indossiamo. Come gli edifici che abitiamo noi diamo forma ai nostri vestiti mentre essi alterano la nostra forma originale. Così è per le scarpe. A questo proposito i tentativi di rappresentazione accurata della forma del piede umano in età egizia, classica e contemporanea hanno comportato che la calzatura, nel tempo, cambiasse letteralmente la forma del nostro piede. Gli artisti del Novecento che volevano ricreare uno stile classico si lamentavano del fatto che i piedi dei modelli delle calzature contemporanee dovessero essere più astratti per rappresentare meglio il piede greco o romano che calzava il sandalo. I piedi contengono un quarto dell’intera struttura ossea del nostro corpo. Ogni elemento osseo costituisce ed è parte di un sistema (network) flessibile ed adattabile. Ogni nodo offre potenzialmente la possibilità a questo sistema di riadattarsi ad una nuova forma. Nell’infante le dita dei piedi seguono più velocemente la forma delle calzature indossate. Per un breve tempo il piede del neonato è assolutamente flessibile e può prendere la forma che gli viene data dalla costrizione imposta. Il piede del neonato non ha ancora subito la deformazione del camminare, non è stato sottoposto o esposto alle “contaminazioni” della cultura locale. È ancora nella forma pura, l’unica che può assolvere alla funzione del presentare l’oggetto scarpa: strumento del camminare ed emblema, simbolo modaiolo ed elemento estetico. Con tutto questo nella mente ci siamo ispirati alla forma del piede del neonato come “cellula” iconica in un network emergente di mensole espositive e sedute. Il progetto rispetto al teatro urbano della piazza mostra una rappresentazione dove la delicata composizione di colore si muove attraverso lo spazio. Le cellule rilasciano come dei tracciati, muovendosi da una composizione coesa e più grande verso altre minori meno ordinate. Questi tracciati si manifestano attraverso i tubolari metallici di collegamento ai pannelli in legno retrostanti. Questo sistema di elementi espositivi è come se si allontanasse dalla geometria del muro sottostante e come se fosse, in questo movimento, influenzato dalle colonne in ghisa preesistenti nel sito. Come succede al nostro corpo che si “riforma” a misura delle cose che vengono indossate o calzate. Così sino alla zona della cassa dove avviene una transizione e la struttura, il network, delle cellule prima e delle bande orizzontali lignee dopo, comincia a distaccarsi dal muro mettendo a nudo l’elemento strutturale portante, rivelando la memoria di una forma quasi umana ma concettualmente platonica. Assecondando la sintesi tra vecchio e nuovo, naturale e tecnologico, le mensole espositive e le sedute sono state prodotte secondo un processo innovativo che senza utilizzo di collanti connette ad un livello molecolare la lana naturale (uno dei materiali più antichi) con il polimero, formando un nuovo composito. Un ibrido che si avvale delle performance dei due componenti principali, combinando morbidezza e gradevolezza al tatto e rigidità strutturale. Www.carlopazolini.com  
   
 

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