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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Marzo 2011
 
   
  COMMERCIO ESTERO, ASSOCAMERESTERO: SVENTOLA IL TRICOLORE NEI MERCATI EXTRA-EUROPEI SPRINT DI INIZIO ANNO PER L’EXPORT ITALIANO (+25,1% RISPETTO A GENNAIO 2010). SCATTO DELL’EXTRA-UE (+35,3%), MENTRE L’EUROPA TIENE BENE IL PASSO (+18,8%). AL DI FUORI DELL’UE SI CONCENTRA IL 70% DELL’ATTIVO MADE IN ITALY.

 
   
   Roma, 22 marzo 2011 – Il 2011 si apre nel segno della crescita per le esportazioni italiane, che aumentano di un quarto in valore a livello complessivo (+25,1% su gennaio 2010), trainate dagli ottimi risultati in ambito extra-europeo (+35,3%), un incremento quasi doppio rispetto a quello registrato in Europa (18,8%). A gennaio, la performance italiana (nei dati destagionalizzati) è la migliore anche a confronto con i principali competitor europei, Germania e Francia, che segnano rispettivamente +21,4% e +13,5% nelle vendite all’estero, contro il +23,5% dell’Italia. Il confronto è ancora più significativo per l’Extra-ue: l’Italia infatti inizia il nuovo anno da secondo esportatore europeo al di fuori dell’Unione, con una crescita del 31,5% (per un valore di 13,8 miliardi di euro), superando i “cugini francesi”, fermi al +16,7% (13,6 miliardi di euro), mentre la Germania, con il +30,7% e un valore di 30,2 miliardi di euro, mantiene saldo il suo primato. Si conferma dunque il progressivo spostamento delle imprese italiane verso i Paesi che stanno trainando la ripresa mondiale, tendenza, questa, che già nel 2010 aveva portato al 70% il contributo dei Paesi extra-europei al surplus Made in Italy (+11,4 punti percentuali in due anni). “Cambiano le rotte del Made in Italy, tant’è che dal 2008 ad oggi si modifica la classifica delle principali destinazioni dell’export. – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, in seguito alla pubblicazione dei dati Istat – A fianco di tradizionali mercati di sbocco, come Germania, Francia e Stati Uniti, che detengono il podio con quote del 12,8%, 11,6% e 6,2% sulle esportazioni complessive, troviamo new entry come la Cina, che solo in un anno guadagna tre posizioni e diventa il nostro terzo mercato extra-europeo di riferimento (con una quota del 2,5%), il Brasile (in settima posizione) e, per il Mediterraneo, la Tunisia, che nella graduatoria generale approda al 22esimo posto, ma diventa nostro decimo mercato extra-europeo”. Se si guarda alle tipologie di beni esportati, l’Italia sta passando da esportatore beni di consumo a beni di investimento, infatti nel 2010 la velocità di crescita dell’aggregato beni strumentali e intermedi è pari al 14,7% su base annua, contro il +12,8% dei beni di consumo. “L’aumento delle esportazioni di beni di investimento, ovvero di beni per produrre altri beni, testimonia il processo di riorganizzazione e riposizionamento produttivo del Made in Italy, che grazie a questa componente può trarre un forte impulso dalla ripresa della crescita in primo luogo sui mercati “lontani”. – prosegue Esposito – Ciò è evidenziato anche dal rapporto dell’export di beni strumentali e intermedi rispetto ai beni di consumo, che nel 2009 era di 2,19 e lo scorso anno ha raggiunto il 2,23”.  
   
 

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