Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Marzo 2011
 
   
  INFARTO E ICTUS, UNIVERSITA’ DI MILANO: 2 MILIONI DI ITALIANI A RISCHIO ELEVATO NON CURATI. CON UN SEMPLICE ESAME DELLE PROTEINE CIASCUNO PUÒ CONOSCERE IL PROPRIO LIVELLO DI RISCHIO.

 
   
  Milano, 23 marzo 2011 - Nove milioni di italiani, che in base ai parametri tradizionali di rischio cardiovascolare generale sono a rischio medio, possono incorrere in eventi acuti come infarto e ictus in misura più elevata. In particolare, due di questi sono a rischio elevato in base ai nuovi parametri dell’Università di Milano. E’ quanto emerge dallo studio Check, realizzato negli ultimi 8 anni analizzando sesso, età, istruzione, attività fisica, colesterolo di 7.000 cittadini assistititi in 421 ambulatori di medici di famiglia di 16 regioni italiane, dal Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva del Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con Simg, Società Italiana di Medicina Generale. I risultati dello studio sono stati oggetto di una recente (settembre 2010) pubblicazione: Nutritional Metabolism and Cardiovascular Diseases illustra come questo lavoro possa contribuire a ottimizzare la locazione delle risorse nella medicina preventiva. “Questo lavoro ha preso in esame in modo casuale un numero molto elevato di mutuati” – spiega il professor Alberico Catapano, Ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e Presidente del V Congresso Nazionale Sitecs, Società Italiana di Terapia Clinica e Sperimentale - “Gli esiti sono quindi altamente predittivi e consentono di scattare una fotografia reale del rischio cardiovascolare della popolazione italiana”. I risultati dello studio Check sono stati presentati in occasione del V Congresso Nazionale Sitecs, svoltosi di recente a Napoli. Lo studio Check dimostra, infatti, che 2 milioni di cittadini, a rischio medio in base ai parametri tradizionali, sono in realtà a rischio elevato in base a quelli nuovi. “Si tratta di una fascia di popolazione cui non vengono quindi somministrate gratuitamente le terapie mediche perché non considerata in pericolo” – precisa ancora il professor Catapano – “ma l’accesso limitato alle cure a carico del Ssn per patologie cardiovascolari è anche legato al basso impatto emotivo che hanno queste terapie per le patologie in questione. Pur di elevata efficacia - garantiscono in media una sopravvivenza di 5 anni ai pazienti - risultano penalizzate in termini di accessibilità gratuita rispetto alle terapie anti tumorali, che permettono un allungamento della vita del paziente in media di soli 3 mesi”. Oggi è possibile sottoporsi a un semplice esame per verificare il proprio livello di rischio cardiovascolare. Si tratta di un esame delle proteine del costo di 5 euro. I risultati dello studio Check nel dettaglio - Ecco di seguito i nuovi indici di rischio cardiovascolare forniti dalla Prc sulla base di sesso, istruzione, età, peso e colesterolo, così come risultano dallo studio Check. Colesterolo - Il 46% delle persone che hanno un livello di colesterolo minore di 130 mg/dL è a rischio. Istruzione - Lo studio ha evidenziato che più una persona è istruita meno rischi ha di incorrere in una malattia cardiovascolare. Chi non ha alcuna istruzione ha un rischio maggiore del 40% rispetto a chi è laureato e chi ha conseguito la licenza elementare ha un rischio del 20% maggiore di chi ha conseguito la licenza media. Chi ha la licenza media ha il 30% di rischio in più di chi è diplomato. E’ del 9% in più invece il rischio per chi è in possesso del diploma rispetto a chi ha proseguito gli studi universitari. Età - La percentuale di rischio cardiovascolare aumenta con l’avanzare dell’età: i giovani adulti (tra i 40 e i 49 anni) rischiano il 70% in meno degli anziani (tra i 70 e i 79 anni). Chi ha tra i 50 e i 59 anni ha il 30% in più di rischio di chi ha circa una decina di anni in meno così come chi ha tra i 60 e i 69 anni rischia il 12% in più di chi ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni. Tra gli anziani chi ha tra 60 e 69 anni corre un rischio cardiovascolare minore rispetto a chi ha 10 anni in più, precisamente del 20%. Peso - Dallo studio è emerso anche che il peso ha un ruolo fondamentale nella percentuale di rischio vascolare. Tra le persone obese, la cui massa corporea supera il valore di 30, le donne hanno un rischio del 58% maggiore rispetto agli uomini, mentre tra i normopeso sono gli uomini ad avere il 40% di rischio in più rispetto al gentil sesso. Tra i sovrappeso il rischio è del 20% in più per le donne. Attività fisica e sesso - Chi non svolge un’attività fisica ha il 30% in più di rischio rispetto a chi la svolge. Il rischio per le donne è del 9% in più di quello degli uomini. I parametri tradizionali - In base ai parametri di Rcvg (Rischio Cardiovascolare Globale), l’81% della popolazione, oltre 48 milioni e mezzo di cittadini, ha un rischio cardiovascolare basso. Soltanto il 4% della popolazione, cioè 2.4 milioni di italiani, ha un rischio alto e assume farmaci a carico del Ssn, mentre il 15%, quindi quasi nove milioni di persone, ha un rischio medio. Ed è proprio questa la fascia di cittadini che in base agli indici individuati dallo studio Check sulla base dei valori della proteina C reattiva, ha almeno in parte un rischio elevato. Lo studio Check: il metodo - Iniziato nel 2003 e realizzato dalla Simg, Società Italiana di Medicina Generale, in collaborazione con Sefap, Servizio di Epidemiologia e Farmacologia Preventiva dell’Università degli Studi di Milano, Check ha l’obiettivo di valutare la distribuzione sul territorio nazionale dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Vi hanno partecipato circa 421 medici di famiglia in 16 regioni italiane che hanno reclutato quasi 7.000 pazienti maschi e femmine di età compresa tra i 40 e i 79 anni. Lo studio Check: gli ambulatori partecipanti, regione per regione - La regione con il maggior numero di medici coinvolti nello studio è la Lombardia: ben 94 sono gli ambulatori dei medici di medicina generale che hanno preso parte al progetto. In Piemonte 32, in Veneto 35, in Friuli 6, in Liguria 23, in Emilia Romagna 15, in Toscana e nelle Marche 9, nel Lazio 29, in Umbria 14, in Abruzzo 17, in Campania 47, in Calabria 15, in Puglia 33, in Sicilia 36 e in Sardegna 7. Ha partecipato anche la Repubblica di San Marino con 5 ambulatori. Lo studio Check: le analisi cui è stato sottoposto il paziente - Ogni paziente ha effettuato un prelievo di sangue, gli è stata misurata l’altezza, il peso, la pressione e la frequenza cardiaca. Inoltre, ha compilato un questionario relativo al proprio stile di vita ed è stato rilevato per ciascuno il consumo di risorse sanitarie, ovvero visite mediche e uso di farmaci nei tre mesi precedenti. La proteina C reattiva - Dallo studio Check è risultato evidente che il valore della proteina C reattiva fornisce un elemento aggiuntivo nella valutazione del rischio cardiovascolare. La proteina C reattiva è prodotta dal fegato ed è un marker delle malattie cardiovascolari: più alto è il suo valore più alto è il rischio di incorrere in un evento acuto come l’infarto miocardico o l’ictus cerebrale.  
   
 

<<BACK