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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Marzo 2011
 
   
  180 PEDROCCHI, 150 UNITÀ D’ITALIA, 150 SAPORI D’ITALIA PERCORSO ENOGASTRONOMICO SULLE TRACCE DI GARIBALDI ATTRAVERSO LE RICETTE TIPICHE DELLA TRADIZIONE DELLA RIVIERA DEI FIORI

 
   
  Imperia ai tempi di Giuseppe Garibaldi non esisteva. Esistevano Oneglia e Porto San Maurizio, due cittadine dirimpettaie che neppure si amavano molto. Fu solo nel famigerato ventennio che Mussolini, memore dei suoi giorni come maestro in quei siti, unì le due città in un solo comune chiamato, guarda un po’, Imperia. Cosa ne avrebbe pensato l’eroe dei due mondi, lui che gli imperi li aveva combattuti al di qua e aldilà dell’Oceano? A esser coerenti neanche tanto male, perché i suoi fans più accaniti erano gli Inglesi che, in quanto a imperialismo davano lezione forse persino all’antica Roma… Sta di fatto che i borghi liguri erano il suo habitat: a parte Nizza, la città natale, che anche per cultura e storia non è certo lontana, Chiavari era la città di sua mamma, alla Spezia finì in galera un paio di volte, a Genova fu il suo esordio di adolescente un po’ ambizioso, di patriota e di marinaio, di Quarto sappiamo tutti… e Sanremo fu per lui, soprattutto, un grande amore. Ricambiato, visto che gli fu data la cittadinanza onoraria. Era di Sanremo il suo primo capitano, il suo primo maestro di mare, forse più di suo padre; scelse Sanremo, dopo i fasti e nefasti del 1948, per andare a consolare i patrioti delusi con un fervente discorso. E Sanremo, con tutta la Riviera dei Fiori, ha fatto conoscere e imposto nel mondo una piccola oliva, dal colore un po’ particolare, piccola ma quasi dolce, buona tal quale, in salamoia, ma pure in una miriade di piatti pieni di personalità e di sole, o addirittura macinata, condita e pomposamente chiamata “caviale mediterraneo”. Perché la pasta d’olive la fanno dappertutto ma nasce qui e da queste olive: l’hanno imitata ma da nessuna parte eguagliata. Quest’olivina minuta è la Taggiasca, da Taggia, il suo borgo d’origine, e regala un olio extra vergine che piace tanto alle genti del Nord, che lo preferiscono dolce, quasi un po’ timido ma i cui sentori delicati non mancano certo di personalità. E’ la Taggiasca la protagonista numero uno della cultura gastronomica della Riviera dei Fiori, ma per condire tante cose buone che nascono nelle valli tra i monti e il mare, dove i tepori mediterranei si scontrano con i rigori delle cime innevate. E dove la cultura provenzale ha sempre mediato con quella della Genova mercantile e marinara, dove un popolo di contadini e marinai ha saputo valorizzare i sapori del mare con i valori della terra. Una terra di odori e colori. L’olio di Taggiasca era la protagonista già secoli e secoli prima dell’unità d’Italia sui terrazzamenti arditi di queste valli, già condiva, di sicuro, le pagnotte di Garibaldi e Garibaldini. Era solo meno buono, perché non c’erano l’acciaio inossidabile e le tecnologie di oggi. Ecco, quindi, i sapori che l’eroe gustava in una terra che sentiva sua, e che lo sentiva suo, tanto da far sorgere, in quel di Diano Marina, un Museo risorgimentale… Che questo evento porti a un gemellaggio con il Museo del Risorgimento del Caffè Pedrocchi? Se sono rose fioriranno  
   
 

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