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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Marzo 2011
 
   
  FLASHBACK DELLA CITTÀ DEL FUTURO RISORGIMENTO URBANO: LA VOGLIA MATTA DI UNA CITTÀ ARMONICA BELLA E POSSIBILE. I CENTRI URBANI DI DOMANI DEVONO PIEGARE, AL SERVIZIO DELLE PERSONE, INNOVAZIONE E FUNZIONALITÀ, VERDE E TECNOLOGIA.

 
   
   Roma, 28 marzo 2011 - La città di domani, del futuro, non è un’isola del sogno. I giovani italiani guardano lontano e auspicano un marcato cambio di rotta nel modo di pensare, costruire e gestire la vita quotidiana nelle nostre città. Sognatori con le ali spesso appesantite dai fardelli di una società sempre meno pensata e organizzata per loro, i ragazzi e le ragazze non sembrano aver perso la voglia di guardare lontano e puntano sulla città come luogo in cui si può realmente determinare la rinascita, la rifondazione e il ridisegno della concezione della qualità dell’esistenza, delle relazioni, del vivere con gli altri. La città di domani dovrebbe essere frizzante, accattivante, godibile, frequentata, sicura, gioiosa e accogliente. I giovani - che attraverso lo strumento innovativo della web-discussion di Swg hanno discusso tra loro sull’identità e le possibilità della città del futuro - proiettano in questo ideale la voglia di poter godere della città. Non si tratta di una spinta codificabile solo in termini di divertimento: la caratteristica indicata dai giovani esprime la voglia di vedere fermento e felicità nel luogo in cui si abita e di poter assistere ogni giorno ad un’esplosione di vita che rallegra la giornata. I ragazzi e le ragazze, nelle opportunità aperte dall’era tecnologica, leggono una possibilità in più, una nuova linfa e un potenziale nuovo slancio per lo sviluppo armonico delle città, per una loro crescita sostenibile. Tecnologia e ambiente diventano, così, un binomio inscindibile per iniziare a gettare le basi di una città futura più allettante, più bella e possibile. I tratti caratterizzanti la città di domani possono essere rubricati in un unico macro-tema, l’armonia esistenziale e di vissuto quotidiano, che torva realizzazione attraverso cinque ambiti di action: sicurezza, salubrità, socialità, funzionalità e vitalità. Cinque ambiti che sembrano delineare una nuova piramide delle priorità urbane, con alla base la sicurezza e la salubrità, al centro la socialità e la funzionalità, verso la sommità la vitalità e al vertice l’armonia urbana. Alla base della piramide c’è la possibilità di vivere in una città in cui non ci siano timori per l’incolumità dei propri bambini, fruibile in tutte le sue zone e in cui si possa fare qualsiasi attività senza paura. Vivere in una città verde, pulita, sostenibile, provvista di piste ciclabili e auto elettriche, piena di parchi e laghetti, è un sogno molto diffuso. Si associa a queste due caratteristiche fondamentali la dimensione della socialità, che si rivela profondamente importante. Una realtà urbana in cui le distanze tra ricchi e poveri vengono ridimensionate; in cui la socialità è vitale e reticolare; in cui il fine è creare un clima di dialogo e convivenza, puntando ad abbattere barriere e distanze, ghetti e micro-villaggi di privilegiati. Una città armonica, in cui vengono riscoperti i rapporti umani, che trasmette serenità, sicurezza e voglia di vivere. L’architettura moderna e futuristica sembra essere una caratteristica marcante la città del futuro. Questo aspetto, forse un po’ stereotipato, tuttavia è intriso di nuova identità, di eco-sostenibilità come motore del futuro. Predomina, tra i giovani, il desiderio di aria, cielo e spazi aperti e puliti, di natura e ambiente non inquinato. La mobilità ripensata è più ecologica e trova uno spazio di primo piano, come anche i rapporti umani e il desiderio di socializzazione. Tutto questo per mandare in soffitta la realtà urbana di oggi. Una quotidianità che non è marcata solo dal caos e dal traffico, dall’inquinamento e dall’insicurezza, ma anche da altri aspetti che alimentano l’invivibilità urbana odierna, come la staticità istituzionale e la mentalità dei cittadini (restii a rinunciare alla propria comodità e al micro-benessere individuale). Freni cui si deve sommare, nelle image urbane dei giovani, l’imperdonabile egoismo delle generazioni adulte, incapaci di capire la limitatezza delle risorse che abbiamo a disposizione e la patologica difficoltà a ridimensionare le modalità di fruizione dell’energia e delle risorse disponibili. È interessante notare come, per i giovani, i freni allo sviluppo urbano non sono individuati in fattori esterni, come la situazione economica, l’amministrazione politica, ecc., ma vengono attribuiti a caratteristiche interiori dei cittadini. Tra queste spiccano anche la formazione culturale, professionale e umana. In questo modo di guardare e prendersi cura della città, da parte dei giovani, c’è una novità non da poco. Gli anni in cui predominava l’animus dell’erranza, del disimpegno, dell’esilio individualistico, della fuga dalla città, sembrano lasciare il passo a una nuova dimensione dell’essere in urbe: la voglia di protagonismo, di contare, di decidere e fare iniziano a sopravanzare, a divenire parte del nuovo, del bisogno di nuovo. La preoccupazione per quello che l’uomo è stato capace di fare nella storia pervade e influenza la visione di come il futuro non dovrebbe più essere. Emerge, tra i ragazzi e le ragazze, il bisogno di partecipazione alle scelte e all’indirizzo da dare allo sviluppo della società. La voglia di non lasciare decidere del proprio futuro a nessuno, tantomeno quando si parla della propria città. Nota Metodologica - La presente indagine qualitativa è realizzata mediante l’utilizzo della tecnica di interazione di gruppo on line detta web discussion. Tale metodo consente di far interagire tra loro i soggetti coinvolti, utilizzando una piattaforma online, utilizzabile in modo intuitivo da parte dei partecipanti. A differenza dei forum tradizionali, ad esempio come quelli presenti in molti siti online dei quotidiani, dove la discussione su un tema viene lasciata completamente libera e a discrezione dei partecipanti, l’utilizzo della web discussion come strumento di ricerca qualitativa prevede la strutturazione della discussione. A tale scopo, è stata predisposta una traccia contenente le domande, con l’obiettivo di stimolare i partecipanti ad esprimere la propria opinione sull’argomento indagato e confrontarsi con gli altri partecipanti. La traccia era composta da domande a risposta aperta, che stimolano l’espressività e includeva la somministrazione di un compito specifico (ricerca di immagini) e la richiesta di visionare il materiale fotografico selezionato dal ricercatore. Le ‘domande stimolo’ venivano proposte in un’apposita matrice “argomenti/domande”, con l’obiettivo di garantire una suddivisione della discussione in sezioni tematiche. In questo modo, è stato possibile organizzare la partecipazione in diversi momenti delle due giornate di durata della web discussion, rendendo accessibili le sezioni una alla volta e dando così la possibilità ai partecipanti di soffermarsi con maggiore attenzione su ciascuna di esse. Alla web discussion hanno partecipato 20 soggetti, selezionati in base ai parametri dl genere, età, macro area territoriale e ampiezza del centro abitato. La della web discussion è stata condotta il 22 e il 23 febbraio da un ricercatore esperto in tale tecnica d’indagine che aveva il compito di: • monitorare il corretto andamento della web discussion, verificando le dinamiche di partecipazione, la qualità delle risposte, ma anche l’insorgere di eventuali problemi tecnici • invitare i partecipanti ad approfondire le proprie argomentazioni, quando troppo stringate • intervenire nella discussione ponendo ulteriori domande rispetto a quelle previste traccia.  
   
 

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