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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Marzo 2011
 
   
  IL MALTEMPO HA PRESENTATO IL CONTO ALL´URSUS, UN CONTO CHE LA GUARDIA COSTIERA AUSILIARIA DEL FVG NON È IN GRADO DI ONORARE ATTIVATO UN CONTO CORRENTE PER LE DONAZIONI A FAVORE DELLA SOPRAVVIVENZA DELLO STORICO PONTONE-ICONA DELLA CITTÀ DI TRIESTE E PER LA SUA FUTURA DESTINAZIONE A MONUMENTO DEL MARE.

 
   
   Trieste, 28 marzo 2011 - Salviamo L´ursus. E´ l´appello lanciato il 24 marzo dai volontari della Guardia Costiera Ausiliaria del Fvg e rivolto “a tutte le Istituzioni del Paese, della Regione, della Città, a tutte le Imprese, a tutta la gente del mare, a tutti coloro che amano Trieste, affinché tutti assieme si possa salvare l´Ursus, l´icona di Trieste”. Mentre tutti gli appelli finora rivolti a sponsor pubblici e privati per il salvataggio dell’Ursus sono caduti nel vuoto a parte uno, la Guardia Costiera Ausiliaria del Fvg, che finora si è fatta carico della gestione dello storico Pontone gru dopo averlo ricevuto in dono da Fincantieri, lancia oggi l´ennesimo allarme. “Non siamo in grado di far fronte alle richieste economiche presentate per le operazioni di salvataggio dell´Ursus, che in seguito al maltempo del 2 marzo aveva rotto gli ormeggi finendo alla deriva nel Golfo – spiega il Presidente della Guardia Costiera Ausiliaria del Fvg, Roberto de Gioia.“ Senza interventi esterni – prosegue - non saremo più in grado di mantenere la struttura e il suo destino appare quindi segnato”. Il conto è infatti di 38mila euro e a questo vanno aggiunti l´acquisto dei nuovi cavi di ormeggio e la riparazione dei danni subiti, per far fronte ai quali occorreranno almeno altri 20mila euro. All´appello agli enti, ma anche e soprattutto agli sponsor privati e ai cittadini si affianca oggi l´apertura di un apposto conto corrente su cui versare le proprie donazioni a favore “di quell´autentico Monumento del mare che l´Ursus è e dovrebbe diventare”. “Ci appelliamo al buon cuore di tutti, enti e aziende in primis, ma anche a tutti i privati cittadini che come noi ritengono che l´Ursus possa diventare una cartolina della Città, quello che per Parigi rappresenta la sua quasi coetanea Torre Eiffel e per Genova – città di mare come la nostra – è diventato il Pontone (nemmeno italiano come l´Ursus, ma tedesco) “Langer Heinrich”. Il rischio di perderlo per sempre – ha aggiunto il segretario, Roberto Sangermano - è stato concreto, il 2 marzo scorso, se non fosse per l´epico salvataggio degli uomini della Tripmare: non meno di 40 persone che si sono prodigate tra mare e terra, in condizioni ambientali assolutamente proibitive, intervenendo con abilità e professionalità, ma anche con grave pericolo per la propria incolumità per riportare in salvo la vera "icona", fortunata e invincibile, di Trieste. Perché invincibile, l´Ursus lo è sicuramente. E il fatto che l´Ursus sia una realtà, e non solo per Trieste e i Triestini, lo hanno sancito il Ministero dei Beni Culturali e le migliaia di firme raccolte tra i concittadini per il suo recupero. Il lungo elenco di forme di "riuso" che sono ben descritte nei vari progetti esistenti rappresentano la chiara testimonianza tecnica che il suo recupero non sarebbe solo un importante investimento in termini storici e culturali, ma anche economici, in grado di garantire il suo auto-mantenimento e di offrire alla nostra Città un simbolo. Un´associazione di volontari però, pur adoperandosi per quanto fin qui ha fatto, non può svolgere il compito che spetta alle Istituzioni per garantire all´Ursus la dignità di "Monumento" che gli è stata riconosciuta. Da qui, anche alla luce del conto presentato per il recupero dell´Ursus, la necessità di un aiuto economico concreto e l´apertura di un conto presso la Banca di Credito Cooperativo di Manzano, in quanto è stato il primo e finora unico soggetto ad aver risposto al nostro appello, donando 2000 euro e ai cui vertici va il nostro ringraziamento”. Ursus L´icona di Trieste - Al centro del Novecento, c´è la storia della nuova economia di Trieste, quella dei cantieri navali, quella delle grandi opere portuali, quella che occuperà per quasi un secolo tutto il fronte mare di Trieste, che darà lavoro a migliaia di famiglie, che interromperà i flussi dei migranti triestini, che porrà Trieste tra le capitali della cantieristica mondiale e non c´è nulla che, più dell´Ursus, stia al centro di questa storia. La Nave Gru dal "magico ferro" che ha dato fama a Trieste ed ha tolto dalla fame molta della sua gente. Una storia sofferta sin dal concepimento del suo progetto, l´Ursus, pensato ed iniziato ben prima di altri, abiurato dopo averne varato lo scafo a causa di una guerra vinta dall´Italia, un progetto che l´Italia ha voluto far rinascere a Trieste per Trieste, per consentirle di diventare il più importante cantiere navale del Mediterraneo, l´unico in grado di assemblare le grandi navi, neanche le bombe di un altra guerra hanno potuto togliere l´Ursus a Trieste, anzi grazie a lui, il Porto di Trieste risorge dalla distruzione dei bombardamenti, libera le vie di navigazione dai relitti, ricostruisce le sue banchine e quando per ben due volte, l´esercito slavo, saccheggiando Trieste, piratescamente lo rapisce, la magia scaramantica che il suo "ferro" riesce a trasmettere, allerta triestini ed inglesi che senza indulgere lo riportano a casa, a Trieste. Probabilmente a Trieste non esisterebbe la Fincantieri se non fosse esistito l´Ursus, ma un azienda non è istituzione e non ha il compito di conservare il passato per costruire il futuro di una città e dei suo abitanti, l´ Azienda deve valutare ciò che le è utile nell´ottica della sua strategia aziendale e mette in disarmo l´Ursus, dopo dieci anni di abbandono e di vandalismi, ne decide la sua demolizione. Ancora una volta, dall´alto della sua struttura, che guarda dritta negli occhi della torre di S. Giusto, l´Ursus trasmette il suo allarme, a raccoglierlo, uno sparuto gruppo di uomini innamorati del mare e soggiogati dallo straordinario fascino della storia dell´Ursus, o forse dalla sua grandezza o....Forse attratti dalla "magia del suo ferro", la stessa che "illuminerà" il Presidente della Fincantieri, convinto da quegli uomini a donare a Trieste, l´Ursus e la sua storia. Da allora son trascorsi otto anni, otto anni di passione, di sacrifici ed impegni, di promesse non mantenute e di opere incompiute, interrotti d´un tratto da un aiuto più importante dalla Regione del Fvg, che consente di ricoverare il Gigante nel bacino di carenaggio per ripristinare gli anodi e l´antivegetativa alla carena, appena in tempo per scoprire che la sua carena è un groviera di falle prodotte dalle correnti galvaniche, si rinuncia a risanare la coperta e si tamponano le falle della carena, ancora una volta l´Ursus è salvo. Aiutato a sopravvivere da uno straordinario quanto eterogeneo gruppo di persone, tutte appartenenti all´Associazione che lo ha adottato e che muove in ogni direzione pur di garantirgli il posto che gli compete nella storia di Trieste, circondato dalla passione e dall´affetto di molti triestini ed appassionati di ogni luogo, ma anche da parassiti e sciacalli, come pure da denigratori ed ignoranti, attraccato ad una banchina del Porto Vecchio da tempo inutilizzata, interclusa e maleodorante, come un ospite sgradito, che solo la determinazione di quello sparuto gruppo di uomini, che già gli aveva evitato la "fonderia" prima e l´affondamento poi, ottiene, dopo una lunga mediazione, di poter accedere a quella banchina per prestargli un minimo di cure e di assicurarlo alle bitte di terra, pur con cime prestate e già usate, ben 12 di queste lo trattenevano a riva il 2 marzo scorso, quando una bora straordinaria che ha soffiato per giorni a Trieste, stressando le già usate cime, fino al cedimento della prima, quando pochi minuti mancavano alle otto del mattino. Ma già l´Ursus aveva lanciato il suo allarme e tutti i suoi uomini erano partiti in suo soccorso e se il vederlo scivolar sull´acqua sferzata dal vento a quell´ora, riempiva d´angoscia il cuore di tutti i soccorritori, oggi, dopo l´epico salvataggio degli uomini della Tripmare, il ricordo del suo veleggiare, con rotta decisa e precisa, passando attraverso moli, dighe e banchine, transitando davanti ai palazzi del potere della città, avvolto da una nube di polvere d´acqua, creando un´immagine quasi surreale, come volesse richiamar su di se l´attenzione di tutti, proponendosi come la vera "icona" fortunata ed invincibile di Trieste. Perché invincibile lo è sicuramente, lo dice la sua storia, così come quest´ultima avventura conferma che fortunato lo è di certo e della sua stessa fortuna ne ha fatto regalo a tutti quegli uomini che quel fatidico giorno son accorsi in suo aiuto, non meno di quaranta persone quel dì si son prodigate tra mare e terra, in condizioni ambientali assolutamente proibitive, intervenendo con abilità e professionalità, ma anche con grave rischio e pericolo per l´incolumità della propria stessa vita, ma tutti son tornati a casa sani e salvi. Una cosa è certa, l´Ursus c´è !Esiste! Oltre ai volontari della Gca, lo hanno sancito il Ministero dei Beni Culturali e le migliaia di firme raccolte tra i cittadini di Trieste per il suo recupero. Il lungo elenco di forme di "riuso" che sono ben descritte nei progetti già esistenti, rappresentano la testimonianza tecnica che il suo recupero non è solo un importante investimento in termini storici e culturali, ma anche economici, in grado non solo di garantire il recupero dell´investimento stesso, ma di provvedere al suo mantenimento e di offrire alla città di Trieste un simbolo, rappresentativo, ricco di tutta la storia degli ultimi cento anni della città, che come Trieste, passato con onore sotto sette bandiere, come Trieste sopravvissuto ad ogni avversità, grazie alla sua forza ed al potere "scaramantico" del suo "magico ferro". Un Associazione di volontari può fare quello che la Gca fin qui ha fatto, non può svolgere il compito che spetta alle Istituzioni del Paese per garantire all´Ursus la dignità di "Monumento" che gli è stata riconosciuta, può solo proporsi a sentinella dalle brame di meschini opportunismi che con i valori della storia di Trieste, nulla hanno a che fare. I volontari della Guardia Costiera Ausiliaria lanciano un appello a tutte le Istituzioni del Paese, della Regione, della Città, a tutte le Imprese, a tutta la gente del mare, a tutti coloro che amano Trieste, affinché tutti assieme: Salviamo L´ursus. Per le donazioni il conto corrente è il n° 100849622 e la causale Ursus.  
   
 

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