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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Marzo 2011
 
   
  VOLATILITÀ E MICRO-CICLI: È IL FUTURO DELL´ACCIAIO

 
   
  Brescia, 29 marzo 2011 - La strada dell´acciaio è segnata. Micro-cicli economici, volatilità spinta e caro-materie prime rischiano di essere le direttrici per i prossimi anni. Il tutto, con un´Europa siderurgica schiacciata da un eccesso di capacità produttiva e perdita di marginalità. Tuttavia, con razionalizzazioni, concentrazioni e focus su prodotti di qualità, il mercato globale siderurgico offrirà ancora importanti opportunità. E´ un quadro in chiaroscuro quello tracciato oggi pomeriggio durante lo Steel Market Outlook organizzato da Siderweb durante la manifestazione Made in Steel, l´evento biennale dedicato al mondo dell´acciaio che oggi chiude la quarta edizione. «Nel 2010 – ha detto Antonio Gozzi, amministratore delegato del Gruppo Duferco – vedremo migliorare i bilanci delle imprese siderurgiche italiane. Ci si è rimessi in sesto dopo la crisi del 2009, ma ancora soffriamo di una domanda debole. Lo scorso anno, la richiesta europea di acciaio è stata ancora inferiore di 50 milioni di tonnellate rispetto agli anni record. E´ un segnale chiaro di come in Europa ci sia un eccesso di capacità produttiva che dovrà essere razionalizzata. Anche in Italia dovremo passare attraverso processi di aggregazione anche se la dimensione familiare ritarda il fenomeno. Ma se non saremo noi a farlo, sarà qualcuno dall´estero a farlo per noi». Sotto il profilo delle materie prime, «i prezzi di minerale e rottame sono oggi superiori ai massimi pre-crisi. La domanda globale in crescita e l´oligopolio di base non consentiranno alle quotazioni di scendere. Considerando che il prezzo dei prodotti finiti siderurgici non segue gli aumenti, è inevitabile pensare ad una riduzione delle marginalità dell´industria siderurgica». Gli ha fatto eco Cesare Viganò di Cln e coordinatore dei Centri di Servizio di Assofermet. «Da due anni viviamo una “nuova normalità” - ha detto - contraddistinta da fluttuazioni e brevi cicli. Nell´arco di dieci anni, l´incidenza delle materie prime sul prezzo dei prodotti finali è passato dal 20% al 70%. Non solo: poiché non è più l´Europa il centro del mondo, dobbiamo far fronte sia alla volatilità dei prezzi dell´acciaio, sia alla volatilità del cambio euro-dollaro». Ad analizzare il mercato anche Achille Fornasini, chief analist di Siderweb, secondo cui «siamo in una situazione di stallo, ma con differenti andamenti a seconda dei prodotti. «Se guardiamo alle quotazioni dei prodotti lunghi – ha precisato -, stiamo vivendo una situazione di trascinamento laterale che lascerà spazio, nel medio periodo, ad un movimento moderatamente rialzista. Per i prodotti piani, invece, ci sarà a breve una correzione verso il basso». A portare una testimonianza internazionale, Zach Wang, direttore overseas dept. Di My Steel. «Nel 2011 la Cina produrrà 670 milioni di tonnellate che – ha quantificato – saliranno a 780 milioni nel 2015. Anche in Cina i prezzi dell´acciaio sono legati a doppio nodo alle quotazioni delle materie prime e, poiché tali quotazioni rimarranno elevate, anche i prezzi dell´acciaio cinese non potranno scendere. Tuttavia, nei prossimi anni la Cina sta investendo per essere sempre più indipendente nella fornitura di materie prime puntando sull´autoproduzione».  
   
 

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