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Notiziario Marketpress di Mercoledì 30 Marzo 2011
 
   
  L’INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA DEI GIOVANI FRAGILI IN TRENTINO

 
   
  Trento, 30 marzo 2011 - Una sala gremita di persone il 25 marzo , al Centro Santa Chiara, ha accolto i relatori del progetto "Utenze Fragili", avviato nel settembre 2009 dalla Provincia autonoma di Trento su finanziamento del Fondo Sociale Europeo, per favorire l´inserimento di giovani fragili, ovvero di età tra i 16 e i 29 anni, nel mercato del lavoro. A portare il saluto dell´amministrazione provinciale, l´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, affiancato dall´amministratore delegato della società Elea, Domenico Temperini, dall´arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan - di cui proprio oggi ricorrevano i 12 dalla nomina di arcivescovo -, nonché dal rappresentante della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, e dalla presidente del Comitato per la formazione di Confindustria, Ilaria Vescovi. Tra il pubblico anche gli onorevoli Divina e Froner, i presidenti De Paoli e Dorigatti, numerosi amministratori locali e rappresentanti del mondo scolastico e associativo. "Il tema della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile - ha esordito l´assessore Ugo Rossi - è al centro dell´attenzione e dell´azione della Giunta provinciale. Sebbene in Trentino ci troviamo in un contesto leggermente più favorevole che nel resto d´Italia e d´Europa, con una media di disoccupati tra i giovani inferiore, l´attenzione dell´esecutivo provinciale rimane elevata - ha poi proseguito l´assessore -; abbiamo infatti messo in campo strumenti innovativi, che ci pongono a livelli di eccellenza sul territorio nazionale, basti pensare al reddito di garanzia. Inoltre stiamo lavorando per valorizzare al massimo quel terreno già fertile che esiste in Trentino, una delle prime regioni dove è stata istituita l´Agenzia del Lavoro e, in generale, un territorio dove la coesione sociale è forte come anche l´attenzione del privato verso le problematiche sociali. Ritengo - sono state le conclusioni dell´assessore Ugo Rossi - che compito dell´amministrazione e della politica sia quello di accompagnare le scelte che la società civile già fa in questo campo e poi puntare, come stiamo facendo, ad una maggiore integrazione fra i diversi soggetti, per metterci in rete e lavorare assieme ad obiettivi comuni". Il progetto, affidato nell´autunno 2009 alle società Elea, Dream e L´ancora, ha vissuto una prima fase di ricerca sugli strumenti di inclusione socio lavorativa presenti sul territorio provinciale, una fase successiva di studio di best practice europee e una terza fase di sperimentazione; attraverso questo ultimo momento, che si è appena concluso, si è cercato di implementare in Trentino delle innovazioni di processo volte a migliorare l’efficacia delle azioni di inclusione socio-lavorativa preesistenti. In ciascuna delle fasi c’è stato un coinvolgimento costante delle istituzioni locali, in una logica di rete multi-stakeholders. Dallo studio è emersa la qualità dei servizi erogati dagli operatori sia pubblici che privati ma anche un´esigenza di cambiamento nelle modalità di governo dei servizi rivolti a tale utenza ed in particolare la necessità che i vari attori coinvolti nel processo di inserimento lavorativo si raccordino in una logica di rete, ponendo il giovane fragile e i suoi specifici bisogni al centro del percorso. Il processo di inclusione non sarebbe più dunque la somma di tanti servizi erogati da diversi attori in modo disgiunto, ma una integrazione di servizi personalizzata e governata da una regia unica: coordinamento unico delle attività già dall’analisi dei bisogni, fino alla individuazione della soluzione, alla sua gestione e all´accompagnamento del giovane in questo percorso, compreso il monitoraggio e la valutazione a breve, medio e lungo periodo. Il progetto di ricerca-azione ha individuato un modello socio-lavorativo che preveda una figura professionale centrale: il “case manager”, con il ruolo di sostenere il giovane durante il proprio percorso di crescita personale e professionale attraverso il reperimento di tutte le risorse necessarie (umane, economiche, sociali, ecc.) e con la funzione del coordinatore di tutti gli stakeholders coinvolti. Nell’ambito del progetto sono state avviate sperimentazioni promuovendo dei percorsi di inclusione lavorativa su 40 giovani attraverso: un servizio di orientamento basato sul “Bilancio di Competenze”, uno strumento in uso da tempo in Francia, per esplorare e mettere in relazione le attitudini del ragazzo, le aspirazioni e le eventuali esperienze pregresse, l’accompagnamento attraverso monitoraggio e supporto continuo del ragazzo inserito in un percorso di inclusione socio lavorativa; un servizio di coaching basato su autoanalisi, tutoraggio professionale, supporto psicologico e attività di socializzazione, agendo così sia sulla leva professionale che sulla leva della socializzazione, dei strumenti di supporto/incentivo alle aziende. I servizi sono stati configurati adattandoli alla particolare tipologia di utenza. Nel progetto non sono mancati, altresì, momenti di formazione specialistica per gli addetti ai lavori fine di introdurre concretamente nuovi strumenti di lavoro e di promuovere lo sviluppo del cambiamento organizzativo. Sono stati effettuati incontri con imprenditori/istituzione scolastiche/attori istituzionali del territorio per sensibilizzarli sulla tematica e fornire loro strumenti concreti al fine di migliorare l’inserimento socio lavorativo di ragazzi in condizioni di disagio.  
   
 

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