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Notiziario Marketpress di Giovedì 31 Marzo 2011
 
   
  MILANO DAL 7 APRILE AL 10 LUGLIO 2011 PALADINO A PALAZZO REALE LA MOSTRA RACCONTA TRENT’ANNI DI ATTIVITÀ DI UNO DEI PIÙ IMPORTANTI ARTISTI ITALIANI.

 
   
  Milano, 31 marzo 2011 - Dal 7 aprile al 10 luglio 2011, Milano sarà teatro di un imperdibile evento: Palazzo Reale, ma anche Piazza Reale e l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele Ii accolgono la monografica di Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Curata da Flavio Arensi, promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Civita e Gamm Giunti, la mostra prende in esame oltre trent´anni di attività del maestro campano, una delle più autorevoli personalità del panorama artistico internazionale, attraverso un nucleo di oltre 50 opere, tra cui 30 dipinti di grandi dimensioni, sculture e installazioni. L´omaggio a Mimmo Paladino dalla città di Milano, dove per trent´anni ha mantenuto studio e abitazione, presenta degli elementi di eccezionalità. A confrontarsi con uno degli scorci più belli della città, sospesa fra il Duomo, Palazzo Reale e l´Arengario dove si intravede il soffitto di Lucio Fontana, la Montagna di sale (35 metri di diametro e 10 metri di altezza), ricostruita a vent´anni di distanza dalla sua prima realizzazione a Gibellina e a quindici anni dal riallestimento in piazza del Plebiscito a Napoli in una sorta di approdo dopo un viaggio che unisce l´Italia della cultura. "L´arte, come afferma Paladino, non è un fatto di superficie fine a se stesso, né di abbandono viscerale ad atteggiamenti poetici. L’arte è sempre indagine sul linguaggio. Ma che cosa vuole dirci l´artista? Potremmo tentare una duplice risposta: non è possibile un sogno senza memoria, non è narrabile un mito senza deformazione - spiega l´assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. Con questa esposizione a lui consacrata, oltre alla monumentale Montagna di sale in piazzetta Reale, sarà offerta al pubblico una monografica di 50 opere fra dipinti, sculture e installazioni che indagano il percorso artistico di Paladino dagli anni Settanta a oggi. E fra influssi Dada e surrealisti, la nascita e il superamento della Transavanguardia, la personalissima rielaborazione di influenze pittoriche e plurali referenze letterarie, Paladino racconta il passato e il futuro. Con segni e simboli ancestrali e l’impiego di più linguaggi espressivi si schiera contro “l’orgia di segni” che ha connaturato questi anni e scommette a favore di un atteggiamento analitico". Al piano nobile di Palazzo Reale, saranno presentati i lavori pittorici che coprono un arco cronologico che dagli anni Settanta si sviluppa fino ai tempi recenti. L´intento è quello di costruire un percorso a tappe che metta in risalto i momenti cardine della sua evoluzione creativa con opere fondamentali come Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro del 1977, che segna la rivoluzione pittorica degli anni Ottanta e che porterà all´esperienza della Transavanguardia, iniziata subito dopo la Biennale di Venezia del 1980. I dipinti scelti illustrano i diversi passaggi tematici e stilistici di Paladino, fino alla produzione più recente, con l´inserimento di importanti sculture. Fra i lavori anche alcune installazioni che dimostrano come Paladino sia l’artista italiano che ha cercato con maggior insistenza il dialogo con altri linguaggi, servendo da tramite per il passaggio dall´Arte povera alla ripresa pittorica degli anni ottanta, spostandosi con grande intelligenza fra i vari medium e utilizzando differenti materiali che rendono i confini dell´opera molto più larghi rispetto alle esperienze dei colleghi di epoche precedenti. Ogni sala è concepita per evidenziare alcuni aspetti estetici e linguistici della sua opera. Il percorso espositivo cerca la suggestione più che definire lo sviluppo cronologico del lavoro, proponendo i pezzi che Paladino stesso ritiene fondamentali all´interno della propria parabola professionale. Fra le sale più affascinanti senza dubbio quella dedicata all’installazione dei Dormienti, trentadue sculture immerse nella composizione eco-acustica e musica di David Monacchi, il giovane compositore marchigiano che Paladino ha voluto coinvolgere in una stretta collaborazione artistica. Si è ritenuto di valorizzare le opere attraverso un progetto d’allestimento degli architetti Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni, molto discreto e minimale che non interferisce ma esalta la complessità linguistica del maestro. Nel cortile di Palazzo Reale sono posizionati quattro scudi di cinque metri di diametro ciascuno in terracotta, materia che si presta a mantenere i gesti pittorici ma con una declinazione tridimensionale, sui quali Paladino assomma segni e oggetti. In Piazza Reale, la Montagna di sale, dalla quale fuoriescono 30 elementi scultorei (riprendendo integralmente o per sezione la statua di un cavallo di quasi 4 metri di altezza) rappresenta uno dei capolavori del secolo appena concluso ed è carica di aspetti simbolici ancora fortemente validi, che cercano le proprie ragioni all´interno della storia sociale e culturale del nostro paese. Non a caso è stata indicata come possibile simbolo per il 150° anniversario dell´Unità di Italia, con il sale che ricorda la grande storia intellettuale del nostro popolo e i cavalli la sua forza e ingegnosità. Uno dei più autorevoli filosofi del nostro tempo, Arthur C. Danto, a tal proposito scrive: “(...) devo proclamare l’eminenza di Mimmo Paladino tra le fila dell’arte contemporanea, qualità particolarmente vera per le installazioni all’aperto. Non c’è niente che regga il confronto con l’imponente Montagna di sale che l’artista ha eretto in piazza del Plebiscito a Napoli, disseminata di cavalli arcaici; il mondo dell’arte dell’ultimo quarto di secolo non ha nulla di paragonabile. C’è qualcosa di magicamente alchemico nella visione di questi cavalli arcaici che si dibattono su una piramide di sale”. Secondo il curatore: “La Montagna rimette in gioco la meditazione sulla statuaria condotta da Rodin e Bourdelle (e di conseguenza Martini). Si tratta di un´opera che rilegge il confronto fra arte e spazio urbano, ed è interessante che questo ritorno al monumentale avvenga con un’opera temporanea, destinata a sparire e forse riemergere in altre città in altri tempi, dunque una struttura che evita il monumentalismo rigido di molta cattiva scultura contemporanea”. In questo itinerario ideale alla scoperta dell’arte di Paladino, è coinvolto anche l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele Ii dove è posto un aeroplano P.180 Avanti, costruito dalla Piaggio Aero, intitolato Cacciatore di stelle, la cui livrea è stata dipinta dal maestro. La mostra è realizzata grazie all’importante sostegno di Kiton, al contributo della Regione Lombardia e di Ferrarelle. La montagna di sale è resa possibile anche grazie al sostegno di Piaggio Aero, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Meliorbanca e al supporto tecnico Gobbetto e di Italkali. Accompagna la mostra un catalogo edito Gamm-giunti, con testi del filosofo americano Arthur Danto e del critico Germano Celant, oltre all´intervista del curatore all´artista. Una seconda pubblicazione, interamente dedicata alla Montagna di sale, proporrà un intervento del poeta ed editore Richard Milazzo. Mimmo Paladino. La riflessione artistica di Mimmo Paladino, nato nel 1948 a Paduli, si sviluppa a partire dalla fine degli anni ’60. Affascinato dal clima culturale dell’epoca, tra arte concettuale e Pop Art americana, i cui artisti più rappresentativi avevano esposto alla Biennale di Venezia del ‘64, Paladino incentra la sua prima attività sulla fotografia, associata spesso al disegno, tecnica a lui particolarmente congeniale. La sua prima personale è a Caserta, nel 1969. Gli anni ’70 vedono affermarsi, sempre più incisivamente nel suo percorso, l’interesse per la figura: dalle iniziali sperimentazioni concettuali l’artista trasferisce la propria attenzione sulla pittura figurativa. Strutture geometriche e oggetti quali rami e maschere campeggiano sulle tele dai colori decisi. Nel 1978 è a New York dove inaugura, l’anno successivo, mostre personali alla Marian Goodman Gallery e alla Annina Nosei Gallery. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione ‘Aperto ’80’ di Achille Bonito Oliva’, ed insieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola De Maria, dà vita alla ‘Transavanguardia’. Nel corso degli anni ’80 la sua arte diviene sempre più referenziale e sulle superfici dalle ampie dimensioni e di grande impatto visivo, l’artista rappresenta la vita e il mistero della morte. Le tecniche usate sono diverse: dal disegno all’incisione, all’inserimento nelle tele di elementi tridimensionali. Dal 1985 si dedica alle grandi sculture in bronzo e alle installazioni. Celebre l’intervento del 1995 in Piazza del Plebiscito a Napoli dove realizza una enorme montagna di sale su cui pone sculture con forme animali e umane. Negli anni ‘90 intensifica con successo l’attività all’estero e nel 1994, primo tra gli artisti italiani contemporanei, espone alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino. Nel 1999, nell’ambito del South London Gallery Project, in una grotta in mattoni sotto la Roundhouse at Chalk Farm di Londra installa l’opera ‘I Dormienti’, che dialoga con gli interventi sonori di Brian Eno. Nel 2003 Paladino viene scelto in qualità di rappresentante dell´arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre ‘Zenith’ è installata nella piazza della sede del Parlamento Europeo. Il Centro d´Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel 2002-2003, gli dedica una mostra retrospettiva e nel 2004 alla Reggia di Caserta, nell´ambito del progetto Terrae Motus, si tiene una personale con i suoi lavori più recenti. Nel 2005 al Mar di Ravenna, per la prima volta, vengono esposte le scenografie realizzate negli ultimi quindici anni. A Napoli al Museo di Capodimonte nel 2005 presenta un lavoro dedicato a Don Chisciotte che prelude ‘Quijote’, il lungometraggio che l’artista dirigerà l’anno successivo. Nel 2008 gli viene affidata la realizzazione della copertura delle impalcature del cantiere di restauro della Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo di Modena. Sempre del 2008 è una importante mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma con l’apporto del musicista Brian Eno e una personale presso la Villa Pisani a Stra. Importante installazione è quella presente sull´isola di Lampedusa per commemorare le vittime degli sbarchi clandestini. Nel 2009 esposizione di sculture che riempiono le strade, le piazze e i palazzi del paese, nello scenario incantevole di Orta S. Giulio, sul Lago d´Orta. Il catalogo della mostra è composto da 48 foto originali e inedite di Gianni Berengo Gardin: il famoso fotografo ha realizzato una serie di ritratti a Paladino e alle sue opere. Nel 2010 Mimmo Paladino ha firmato la scenografia di “work in progress”, tour che ha visto riunirsi dopo 30 anni la coppia Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Il 10 aprile dello stesso anno è installato un grande cavallo blu di oltre quatro metri all´Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Bs), la casa-museo di Gabriele d´Annunzio. A fine gennaio 2011 realizza la nuova sala permanente del Museo Nazionale Archeologico di Villa Frigerj a Chieti dedicata al Guerriero di Capestrano e inaugura la mostra di sculture incentrata sul “nuovo Guerriero”, allestita presso il Centro espositivo della Fondazione Carichieti a Palazzo De Mayo. David Monacchi Musicista, compositore e sound designer, la specificità della sua ricerca nasce dalla registrazione sul campo degli ambienti sonori naturali del mondo che, attraverso la manipolazione elettroacustica, diventano documentari sonori e composizioni eco-acustiche per concerti di musica contemporanea, installazioni sonore, musei, pubblicazioni discografiche e spettacoli multimediali. La sua attività di ricerca e le sue composizioni sono pubblicate da etichette italiane e statunitensi. Pubblicazioni recenti (2004-2008): Cd Canto Sospeso (Ed. Domani Musica-roma), Cd Paesaggi di Libero Ascolto (Ed. Ants Records-roma), Cd Prima Amazonia (Ed. Wild Sanctuary-san Francisco), Cd After the Untuned Sky (Ed. Coclearia-urbino), Cd Eco-acoustic Compositions (Ed. Emf Media-new York). Dal 2000 al 2010 ha insegnato presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata. Oggi ricopre la cattedra di Musica Elettronica presso il Lems (Laboratorio Elettronico Musica Sperimentale) al Conservatorio G. Rossini di Pesaro. ( www.Davidmonacchi.it/ ).  
   
 

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