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Notiziario Marketpress di Giovedì 31 Marzo 2011
 
   
  "IL MONDO IN CASA": MEDIA E ISTITUZIONI SI CONFRONTANO SULL´IMMIGRAZIONE UN FORUM SULLA CARTA DI ROMA E A SEGUIRE UN CONFRONTO FRA LE TESTATE CARTACEE

 
   
   Trento, 31 marzo 2011 - Il cosiddetto "fenomeno dell´immigrazione" ha ormai più di vent´anni, eppure continua ad essere difficile parlarne. Nel linguaggio massmediatico - che riflette peraltro quello della politica - i termini spesso si confondono, o peggio, vengono utilizzati in chiave ideologica, cosicché quelli che per una testata sono i migranti per l´altra diventano gli extracomunitari o i clandestini. In Trentino le cose vanno meglio che altrove, forse anche perché fin dall´inizio il problema - se così dobbiamo definirlo - non è stato strumentalizzato; proprio per questo, il Trentino è sembrato il terreno ideale per organizzare il forum ""Il mondo in casa: immigrazione e media" apertosi ieri nella sala Rosa della Regione con un confronto sul principale strumento deontologico del settore, la Carta di Roma, adottata dall´Ordine nel 2008, e poi con una tavola rotonda animata dai rappresentanti delle testate cartacee della provincia. Promosso da Provincia autonoma di Trento e Cinformi, dall´ Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa, l´evento si è aperto stamani con un forum - trasmesso in diretta streaming sul sito della Provincia e dell´Ordine nazionale dei giornalisti - sulla Carta di Roma, a cui hanno preso parte Valeria Lai, del Centro studi e ricerche sulla Carta di Roma, Flavio Lotti, direttore del Coordinamento enti locali per la pace e i diritti umani e in teleconferenza Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana. Prima però la duplice introduzione dei due ideatori dell´iniziativa, l´assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e il vicepresidente dell´Ordine nazionale dei giornalisti Enrico Paissan, che in apertura ha sottolineato la delicatezza del tema, che va affrontato, tantopiù in questi giorni, con profondo senso di responsabilità, una responsabilità di cui a volte gli operatori dei media non sembrano essere pienamente consapevoli. L´assessore Beltrami ha sottolineato come vi sia un´effettiva difficoltà da parte della politica a gestire il tema dell´immigrazione, che non può entrare nelle agende solo quando ci sono delle emergenze (che spesso tali non sono, ma vengono create ad arte): "In Trentino ci siamo dotati da ormai tre anni di un Piano convivenza che viene guardato come un modello anche da altre realtà regionali, e che si alimenta del grande contributo del nostro volontariato. Un piano che però non significa solo assistenza; oggi gli stessi immigrati, che sono poi i ´nuovi trentini´, partecipano attivamente, anche con le loro associazioni, alla vita sociale della comunità: donano il sangue, supportano le politiche a difesa della nostra agricoltura e così via." L´assessore ha chiuso il suo intervento sottolineando come, di fronte ai cambiamenti epocali che si profilano nel Mediterraneo, non si possa rispondere solo con la paura né soccombere sotto qualche migliaio di persone che sbarcano sulle coste italiane. Di problemi del linguaggio ma anche di percezioni distorte ha parlato Valeria Lai, che nell´illustrare il significato della Carta di Roma ha spiegato come essa aiuti in primo luogo a usare "le parole giuste". Altro imperativo della Carta è quello di non creare allarmi ingiustificati e di dare spazio anche alle notizie positive legate all´immigrazione. Da un´indagine svolta nel 2008 sui principali Tg, invece, risulta che solo il 9% delle notizie che li riguardano non hanno a che fare con la nera (che di per sé in Italia rappresenta il 40% circa delle notizie veicolate dai media, contro il 9-10% di paesi come Francia o Inghilterra, che oltretutto danno molto più spazio alla cronaca internazionale) o comunque con gli aspetti "problematici" dell´immigrazione. Anche la percezione dei cittadini del fenomeno risulta distorta: da un´indagine è emerso ad esempio che per la molti italiani gli immigrati sono oggi il 25% della popolazione, mentre in realtà sono il 7% circa. Roberto Natale, riprendendo il tema della responsabilità della politica, ha stigmatizzato alcune espressioni usate recentissimamente nei confronti dei migranti sbarcati a Lampedusa da esponenti delle istituzioni e rilanciate in prima pagina da alcune testate. "Gli inglesi lo considererebbero incitamento all´odio", ha detto, sottolineando come molta parte dell´informazione oggi sia apertamente schierata, e come tale vada a rimorchio delle diverse campagne politico-mediatiche piuttosto che porsi problemi di natura deontologica. Ma qualcosa sta cambiando: "la Carta di Roma non è solo un nobile elenco di principi; l´Ordine comincia a registrare casi, spesso segnalati da giornalisti stranieri residenti in Italia, di palesi violazioni del suo dettato, su cui possiamo e dobbiamo intervenire." Ma bisogna fare anche altro: ad esempio contraddire il vecchio principio "Good news, no news", cominciando finalmente anche a dare le notizie positive, a parlare di ciò che funziona, come il Piano della convivenza del Trentino. Flavio Lotti ha ripreso la questione dell´emergenza: nel 1991 25.000 albanesi arrivarono in tre giorni a Brindisi e oggi, a vent´anni da quegli eventi, ricordiamo la straordinaria mobilitazione della società italiana, e pugliese in primo luogo. "Come è possibile - ha proseguito - che oggi non riusciamo a gestire 6.000 persone arrivare in più di un mese e mezzo da paesi dove evidentemente era in atto un cambiamento di enorme portata? Forse si sarebbe dovuto approntare qualche strumento, qualche centro di accoglienza." Nell´assenza, di nuovo della politica, l´immigrato continua ad essere dipinto per stereotipi: è maschio, giovane, clandestino, potenzialmente pericoloso. Nella seconda parte della mattinata, la tavola rotonda a cui hanno preso parte, con la moderazione di nuovo di Enrico Paissan, Diego Decarli (Ansa), Paolo Mantovan (Trentino), Pierangelo Giovanetti (L´adige), Enrico Franco (Corriere del Trentino), Marco Zeni (Vita Trentina). Molte le problematiche toccate dagli addetti ai lavori, che si confrontano quotidianamente con le ambiguità dei linguaggi e con l´urgenza delle scelte da operare. Paissan ha ricordato tra le altre cose l´importanza di disporre di rappresentazioni attendibili di realtà come quella della Libia, di cui nel periodo precedente allo scoppio della rivolta si è parlato pochissimo se non per commentare aspetti "folcloristici" (mentre anche in questi giorni si insiste con il proporne una lettura comunque datata). Decarli ha spiegato che anche una notizia "neutra", come quella riportata in un lancio dell´Ansa (che in quanto agenzia non segue una linea politica specifica) possa prestarsi a letture diverse, mentre Mantovan ha messo in evidenza gli aspetti di natura psicologica che influenzano l´operato del giornalista, il quale, spesso, e a differenza che in passato, non è molto diverso dai membri della comunità in cui si trova a vivere, quindi dai suoi lettori (il che naturalmente può avere una valenza positiva ma anche negativa). Giovanetti ha ribaltato alcuni luoghi comuni, spiegando come, per quanto concerne la cronaca nera, ciò che conta è il fatto, a prescindere da chi l´abbia commesso, e fermo restando che per un lettore locale può essere più interessante sapere che un criminale è appunto un trentino piuttosto che uno straniero. "Se diciamo che chi ha commesso il fatto è, poniamo, un albanese, lo facciamo perché rappresenta una caratterizzazione importante per il lettore, non per razzismo; se fosse un noneso diremmo che è noneso". Franco ha rimarcato invece che il grande spazio dato alla cronaca nera è spesso una scelta politica, citando il caso, ben noto, della crescita esponenziale dello spazio dato ad essa dai media (soprattutto televisivi) nei 6 mesi precedenti la caduta del Governo Prodi, anche se i dati davano la criminalità in calo. "C´è una responsabilità nella scelta della notizia - ha aggiunto - . Noi dobbiamo far parlare i dati. Se l´80-90% delle violenze sulle donne è commessa in casa, da italiani, questo è un dato, e dobbiamo dirlo. Se insistiamo continuamente sulla provenienza di chi commette un reato rischiamo di dare dell´immigrazione un´idea falsata." Zeni, infine, ha richiamato nuovamente gli scenari internazionali, in tutta la loro drammaticità, e gli interrogativi che essi pongono non solo ai mass media ama anche ad una diplomazia che ha dimostrato di non fare efficacemente il suo lavoro. L´evento prosegue questo pomeriggio nell´aula magna del Seminario Maggiore, in Corso Tre Novembre a Trento, con il forum: "Notizie a colori: esperienze di giornalismo multiculturale". Domani mattina, alle ore 10, si torna nella sala Rosa del palazzo della Regione con il forum: "La cronaca sulla nostra pelle" (visibile nuovamente in streaming sulla web tv della Provincia al sito http://www.Webtv.provincia.tn.it/)  
   
 

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