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Notiziario Marketpress di Giovedì 31 Marzo 2011
 
   
  MILANO: RITIRATA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PROVOCATORIA VINTA BATTAGLIA IDEALE PER LA DIGNITÀ DELLE DONNE

 
   
   Milano, 31 marzo 2011- Lo Iap - l’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria - ha ordinato il ritiro della pubblicità di Silvia Heach perchè “lede l’immagine femminile”. “Abbiamo vinto una grande battaglia ideale per la dignità delle donne - dichiara l’assessore all’Arredo, Decoro urbano e Verde Maurizio Cadeo -. Invito i proprietari di impianti a vigilare preventivamente”. I manifesti della casa di moda, affissi in città dal febbraio scorso, che avevano suscitato polemiche da parte di molti cittadini, ritenuti ‘eccessivi’ e di ‘cattivo gusto’, ma soprattutto lesivi dell’immagine femminile, verranno ritirati. “Una decisione, quella votata dallo Iap – commenta l’assessore Cadeo – che conferma la nostra presa di posizione in merito e il nostro orientamento a seguire gli indirizzi espressi dal protocollo d’intesa stipulato tra il Ministero per le Pari opportunità e lo Iap stesso”. “Sono soddisfatto che la sintonia di intenti nell’agire contro gli stereotipi di generi abbia sortito una decisione concreta, già condivisa, nello spirito e nelle finalità, nella condotta e nelle azioni da noi sempre attuate. Nel ringraziare lo Iap per la pronta risposta – continua Cadeo - rivolgo l’invito ai proprietari degli impianti pubblicitari a vigilare su ciò che viene loro proposto dai Centri Media, esortandoli, in caso di dubbio sui contenuti pubblicitari, a chiedere preventivamente il parere dello Iap. Pena, in caso contrario, l’applicazione dello strumento previsto nelle nostre competenze, ovvero la revoca dell’autorizzazione all’impianto pubblicitario”. “Di fronte a messaggi fuorvianti o sbagliati è necessario poter intervenire direttamente e velocemente. L’utilizzo in pubblicità del corpo della donna, a puri fini commerciali e trasgressivi - conclude Cadeo - risulta non solo offensivo per la loro dignità, ma anche misero e povero per tutti noi che ben sappiamo come ogni offerta culturale, sociale e commerciale incida sul futuro delle nuove generazioni. Ogni atto che tutela il valore della dignità della persona non può considerarsi in nessuna misura come censura, bensì come atto di civiltà e rispetto per i valori umani”.  
   
 

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