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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Aprile 2011
 
   
  IL MONDO ENTRA IN CASA GRAZIE AI SOCIAL NETWORK TAVOLA ROTONDA SUL GIORNALISMO INTERCULTURALE PER APPROFONDIRE I RAPPORTI TRA IMMIGRAZIONE E MEDIA

 
   
  Trento 4 aprile 2011 - È proseguito il 30 marzo nell’aula magna S. Pio Xii del Seminario Maggiore Arcivescovile il convegno “Il mondo in casa” – proposto dalla Provincia Autonoma di Trento, Cinformi, dall’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa – che ha affrontato il tema del giornalismo interculturale. Grazie alla “Carta di Roma”, un vero e proprio protocollo deontologico che fissa i punti cardine del modo di fare informazione su chi chiede asilo, sui rifugiati, sulle vittime delle tratte e sui migranti in genere, la convivenza tra culture diverse potrebbe essere facilitata dai media. Proprio per questa ragione l’assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, durante il suo intervento introduttivo, ha mostrato a mo’ di esempio il titolo colorito della prima pagina di una testata giornalistica nazionale di ieri (“Bossi reagisce: “Föra di ball!”), rammaricandosi di come viene trattata la notizia dell’arrivo nelle regioni italiane dei profughi nord-africani: “La realtà trentina è a noi chiara, ma al di fuori del Trentino non è ancora molto nota: qui da noi c’è una larga disponibilità all’accoglienza dei profughi libici in tutto il territorio della Provincia autonoma di Trento”. “Ma cosa fa in positivo il giornalismo interculturale?” ha chiesto e si è chiesto Fulvio Gardumi – vicesegretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige – introducendo la tavola rotonda “Notizie a colori: esperienze di giornalismo interculturale” e dando così il via al dibattito. Maurizio Corte – giornalista de L’arena e docente di Comunicazione interculturale e Giornalismo interculturale, pubblico e sociale all’Università di Verona – ha posto l’accento su quattro aspetti fondamentali per essere dei bravi giornalisti interculturali: il primo è che i giornalisti devono cambiare routine, cioè mutare il modo di svolgere il loro lavoro; devono insomma avere il coraggio di modificare l’agenda dei media, vale a dire i temi, le notizie, i problemi e la gerarchia d’importanza e di priorità con cui tali argomenti sono considerati dall’ordine del giorno della redazione. Ha evidenziato l’importanza di cambiare il linguaggio in merito alla tematica dell’immigrazione e infine ha sottolineato l’importanza della formazione costante e della sensibilizzazione dei giornalisti sulla scorta di quanto prevede la “Carta di Roma”. Anna Meli – Coordinatrice di Promozione dei Diritti di Cittadinanza Cospe, Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti – ha concentrato il suo inervento sul punto di vista della persona immigrata, quando è oggetto di una notizia, che non viene mai preso in considerazione. Sono sempre più numerose – ha ancora detto – le iniziative di informazione promosse da immigrati sia in radio sia in televisione. Per esempio il Mier, Media Interculturale Emilia Romagna, coordina e propone molte di questo genere di iniziative. Sono, questi, media interculturali indipendenti, che quindi non beneficiano dei finanziamenti pubblici riservati alla stampa tradizionale: hanno quindi deciso di consorziarsi per potersi promuovere come soggetto unico. Questa scelta di aprirsi a nuove interpretazioni dei fatti ad opera di nuovi interpreti dei fatti, testimonia la volontà di voler seguire una nuova linea guida che dovrebbe sfociare ad esempio, sempre secondo la coordinatrice del Cospe, in una forte multiculturalità all’interno delle redazioni, in modo da poter essere aperti e pronti ad effettive nuove interpretazioni. L’aspetto positivo che Fabio Pipinato – direttore di Unimondo Italia – riscontra nell’interculturalità è la potenza del social network. È a causa e grazie a questo fenomeno tipico del nuovo millennio che sono partite le rivolte nel nord Africa, mentre in Italia si è stati in grado di coinvolgere moltissime persone nella recente manifestazione del 13 febbraio “Se non ora, quando?”. Un altro strumento a disposizione dell’informazione multiculturale in Trentino, ha ancora detto Pipinato, è il cosiddetto “Calendario delle minoranze linguistiche”: promosso dal Servizio provinciale che si occupa di Ladini, Cimbri e Mocheni, esso riporta tra l’altro tutti i giorni di festa nazionale di tutte le nazioni dell’Onu... È grazie a questo calendario se noi occidentali, il prossimo 20 maggio, potremo rivolgerci al nostro vicino camerunense facendogli gli auguri per la sua festa nazionale!” Ecco un bel modo per fare nel concreto interculturalità. Anche Silvia Pochettino – Direttrice di Volontari per lo Sviluppo – ha insistito sull’importanza dei social network. “È la forza della circolazione delle notizie online a creare il giornalismo partecipativo, ad aumentare cioè la voglia di comunicare e di diffondere l’informazione che è presente al giorno d’oggi soprattutto tra i giovani e nella generazione digitalizzata che è nata negli anni ’80”. Circa il 96,7 % dei giovani infatti, si sente libero di esprimere le proprie opinioni su internet rispetto ad altri media e l’interrelazione tra i due aspetti crea un effetto estremamente positivo per l’interculturalità. Un esempio lampante è il sito www.Jeunesrm.org, in cui giovani di tutto il mondo, anche italiani, si scambiano opinioni sull’immigrazione. “È interessante vedere che i giovani stranieri parlano dell’immigrazione come aspetto normale, come un fatto di vita assolutamente quotidiano. Anzi, sempre più spesso si possono leggere notizie positive. È grazie a questo sito che abbiamo conosciuto la storia di una mamma marocchina che ha preso in affidamento due bambini Rom”. È però altrettanto vero che di solito i giovani italiani trattano di norma l’immigrazione solo per comunicare temi di denuncia: è, questa, una constatazione che ci deve far riflettere sulla stampa generalista e su come essa tende a influenzare la vita delle persone. Per ultimo Anna Riglioni ha presentato l’attività di Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale. Attivo dal 2003, questo ente fa parte della Presidenza del Consiglio. Chiunque può denunciare di essere vittima di discriminazione o chiunque sia testimone di un fatto di discriminazione può denunciarne l’abuso. La mission di Unar è quella di garantire, in piena autonomia di giudizio e in condizioni di imparzialità l’effettivo esplicarsi nella società italiana del principio di parità di trattamento fra le persone, di vigilare sull´operatività degli strumenti di tutela posti in essere contro le discriminazioni e di contribuire a rimuovere ogni genere di abuso fondato sulla razza e sull´origine etnica. Ovviamente questo ufficio è diventato uno strumento che contribuisce a far rispettare la “Carta di Roma”: in caso di denuncia di abusi, infatti, commessi anche sui giornali, l’Unar entra in gioco cercando di limitare la discriminazione in atto e avviando tutto l’iter necessario affinché questa violazione termini al più presto. L’art.3 della Costituzione italiana dice che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La difficoltà che incontra la “Carta di Roma” ad attecchire nel linguaggio dei giornalisti, mostra forse una certa difficoltà ad accettare un principio così fondamentale. Infine Andrea Cagol di Cinformi – Centro Informativo per l’Immigrazione – ha chiuso i lavori della giornata mostrando gli spot in cartoni animati realizzati dal Centro. Si tratta di mini spot in dialetto trentino che hanno il merito di sfatare i luoghi più comuni sull’immigrazione usando la comicità e una sana autoironia. Che significa guardare il mondo con quel pizzico di intelligenza in più che non guasta mai.  
   
 

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