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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Aprile 2011
 
   
  EMERGENZA UMANITARIA, ECCO COSA FA IL TRENTINO

 
   
  Trento, 4 aprile 2011 - Gli stranieri profughi destinati ad essere ospitati in Trentino saranno, nel caso della crisi più grave, di circa 450 unità, così come per la Provincia autonoma di Bolzano. Si tratta però della stima riferita allo scenario peggiore: laddove cioè i profughi in Italia fossero 50 mila, anziché i 2.500 attuali. La previsione degli eventuali arrivi può essere riferita non certamente ad un flusso immediato e totale, ma a ingressi di circa 20 - 30 persone a settimana, nell’arco dei prossimi mesi. E´ questo il quadro delineato dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, all´indomani della riunione tenutasi a Roma, dove il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ed i rappresentanti degli Enti Locali hanno affrontato con il Governo nazionale i temi legati all´emergenza umanitaria dei Paesi Nord africani, con particolare riferimento ai processi migratori che interessano particolarmente l´Italia, attraverso l’isola di Lampedusa. Proprio oggi il presidente Dellai ha scritto ai presidenti delle Comunità di Valle, al presidente del Consorzio dei Comuni, ai sindaci di Trento e Rovereto, al Commissario del Governo, Francesco Squarcina nonché agli assessori provinciali Beltrami, Rossi e Gilmozzi e al dirigente generale De Col. Ha fatto loro il punto della situazione e ha convocato un incontro di lavoro, martedì prossimo, 5 aprile, in Provincia. Il presidente Dellai fa una ulteriore considerazione: "I profughi che godono dello status di rifugiato, diversamente dagli stranieri che il Governo intende rimpatriare in quanto entrati illegalmente in Italia, hanno bisogno di una accoglienza pensata non in una logica di pura emergenza, bensì vista in un periodo di medio lungo termine. Questo significa che vanno pensate soluzioni e messi in campo servizi di inserimento più strutturate nella nostra comunità. Per questo prevediamo una prima accoglienza, di breve durata, in una struttura gestita dalla Protezione civile ed una progressiva ospitalità, a piccoli gruppi, nell’ambito delle varie comunità locali del Trentino." Il presidente Dellai confida "nella piena disponibilità di tutte le istituzioni dell’Autonomia trentina a condividere questo percorso, insieme alle risorse del volontariato e dell’associazionismo, secondo le tradizioni di responsabilità e di solidarietà tipiche della nostra terra. Confido inoltre che proprio la serietà del nostro lavoro di pianificazione e gestione dell’intervento consenta di trasmettere all´opinione pubblica messaggi chiari e rassicuranti. Il Trentino ha la possibilità di assolvere ai propri doveri anche in questa circostanza senza che nascano preoccupazioni e, men che meno, ostilità da parte dei cittadini". Il presidente Dellai, infine, ricorda come proprio il Governo nazionale abbia ribadito - nell´incontro di mercoledì - la distinzione tra due precise tipologie di immigrati. In primo luogo ci sono i cittadini Nord africani, quasi esclusivamente tunisini, entrati in Italia in violazione delle leggi sull’immigrazione. Dall’inizio della crisi ad oggi questo fenomeno riguarda circa 20 mila persone. La gestione di questa emergenza rimane esclusiva responsabilità del Governo nazionale, in quanto per queste persone sarà lo Stato a procedere all’identificazione e al rimpatrio nei rispettivi Paesi di origine. In attesa di queste procedure, è prevista l’accoglienza presso specifici Centri, gestiti dal Ministero dell’Interno. Allo stato questo non riguarda il territorio del Trentino. Il Governo ha poi rappresentato alle Regioni la situazione degli stranieri che, provenendo da zone di guerra o da situazioni di crisi umanitaria, possiedono i requisiti previsti dalle convenzioni internazionali per ottenere lo status di “rifugiato”. E´ per questi cittadini stranieri che è stata chiesta la piena collaborazione delle Regioni e degli Enti Locali di tutta Italia. Attualmente il numero degli stranieri in possesso di questi requisiti è di circa 2.500. Come detto, si stima che tale numero possa diventare di circa 50 mila solo nel caso che la situazione umanitaria Nord africana dovesse subire drammatiche accelerazioni ed estensioni. Le Regioni, le Province autonome e gli Enti Locali hanno accettato la richiesta del Governo, sottoscrivendo un’intesa che prevede, tra l’altro, che i rifugiati dovranno essere accolti nelle varie Regioni e Province autonome sulla base di un criterio che tiene conto del numero degli abitanti.  
   
 

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