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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2011
 
   
  TESSILE E SALUTE, LE NUOVE FRONTIERE DELLA RICERCA PER RILANCIARE IL DISTRETTO TOSCANO

 
   
  Firenze – I tessuti di scarsa qualità o addirittura non sicuri per chi li indossa e per chi li lavora fanno male al tessile pratese. Sopratutto fa male all’economia della città il fatto di non poter distinguere gli uni dagli altri. Per questo i controlli su tessuti e filati, per certificarne la qualità ma anche la sicurezza, possono diventare un toccasana per il distretto, che più volte ha chiesto, anche all’Unione europea, chiarezza nelle etichette e nel ‘made in’. Ma il tema “tessile e salute’ non è solo questo. Non vuol dire solo laboratori di analisi di eccellenza, che già esistono e d’ora in poi magari messi in rete. L’altra declinazione del tema è quella della ricerca e già c’è chi nel distretto, anche con il contributo della Regione, sperimenta infatti tessuti con un possibile uso sanitario o processi più sicuri e rispettosi della salute di tutti. Il tessuto antibatterico che allevia la psoriasi, usato anche dai militari - Un gruppo di sperimentatori toscani ha inventato ad esempio un tessuto per chi soffre di psoriasi: un problema per tre milioni di italiani. E’ il frutto della collaborazione tra scienza medica e tessile. Il padro scientifico è Giovanni Lo Scocco, primario di dermatologia a Prato. Ma il tessuto ipertecnologico già prodotto dalla Lenzi Egisto di Vaiano, antibatterico, che elimina gli attriti e non assorbe creme e unguenti ma consente alla pelle di respirare, è così versatile da avere anche altri usi. Il tepso, così si chiama il tessuto impalpabile, più leggero e fresco della seta o del lino, elimina la sudorazione, riduce irritazioni e possibili infezione: è quindi perfetto in situazioni estreme. E infatti con questo materiale sono confezionate le lenzuola di cui l’Arabia Saudita sta trattando per l’acquisto per i propri ospedali o i 1.700 calzini ordinati dall’esercito italiano: li indossano gli alpini in Afghanistan; li stanno provando anche i carabinieri, i militari tedeschi e sudafricani e persino i marines ne hanno presi nei mesi scorsi venti campioni. E’ la prova di come anche aziende a conduzione familiare e antiche possano rinnovarsi. Alla Lenzi di Vaiano, fondata nel 1898, sul treno dei tessuti tecnologici sono già saliti da una decina di anni: con il tepso e con un altra ventina di brevetti, sei dei quali trainano il business dei tessuti tecnici, dalle suole antiperforamento ad abbigliamento antiinfortunio. Dalla sciarpa antismog alle vele che catturano i raggi del sole - Sempre a Prato sono stati inventati tessuti antismog. A scoprirli è stato la Tecnotessile, l’azienda di ricerca, privata ma partecipata dal ministero, diretta da Solitario Nesti: tessuti che grazie alle nanoparticelle e al biossido di titanio ‘mangiano’ letteralmente gli inquinanti sparsi nell’aria o meglio li trasformano in elementi innocui come acqua e nitrati. La prima sciarpa antismog è stata presentata nel 2007, nel corso di una conferenza sul tessile: un prototipo che non trascurava neppure il lato estetico, realizzata in fibre nobili come cashmere, alpaca e mohair e disponibile in vari colori. Altre aziende studiano o producono tessuti schermanti. Oppure, come la Calamai, sperimentano vele che catturano i raggi del sole, applicando ai tessuti pellicole fotovoltaiche. 97 milioni dalla Regione, in due anni, per la ricerca e l’innovazione - La Regione naturalmente sostiene ed aiuta le aziende che investono in ricerca e sviluppo. Per la commercializzazione di tessuti che alleviano gli effetti della psoriasi la Lenzi Egisto ha ricevuto l’anno scorso184 mila euro a fronte di un investimento di quasi 319 mila euro, parte di oltre 97 milioni di finanziamenti regionali con cui la Regione, dal 2009 al 2010, ha sostenuto in tre diverse tranche 133 progetti e 300 aziende che hanno investito 161 milioni per innovarsi. Cinque sono stati i progetti pratesi premiati, altri riguardano il distretto del cuoio: nanoparticelle in grado di rendere più sostenibile il ciclo di concia e lavorazione delle pelli o nuovi processi per la tinta e rifinizione dei tessuti (come quello presentato dalla Manteco spa assieme a Trt, Paola Textile e Sa-me con un contributo di 617 mila euro su 981 mila).  
   
 

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