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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2011
 
   
  IL PIANO DELLA LOGISTICA SECONDO UIR: POCHE PRIORITA’ E AZIONI CONCRETE L’UNIONE INTERPORTI RIUNITI RENDE PUBBLICO IL SUO CONTRIBUTO AL PIANO DELLA LOGISTICA 2011/2020

 
   
   Roma, 7 aprile 2011 - L’unione Interporti Riuniti torna nuovamente ad esprimersi sul documento elaborato dalla Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica ritenendo un proprio dovere contribuire alla definizione di strategie puntuali, intelligenti ed adeguate sulla cui base il Governo dovrebbe costruire la politica futura dei trasporti, interporti compresi. Un piano per la logistica davvero efficace, deve fare scelte ed indicare priorità. Un elenco lungo di obiettivi, senza gerarchie ed effettiva capacità di esecuzione, rischia solo di essere un proclama di buone intenzioni destinato a non lasciare traccia nei comportamenti e nelle aspettative del mercato – è quanto dichiara il Presidente Alessandro Ricci, che a supporto del sistema logistico nazionale, sottolinea l’opportunità di definire politiche semplici, ma concrete, che evitino di impantanarsi in questioni burocratiche, legali, fiscali ampliando ancor di più la marginalizzazione dell’Italia nella rete dei collegamenti internazionali. Per l’Associazione basterebbe concentrarsi su poche azioni misurabili in grado di segnare una direzione di marcia chiara per i soggetti che sono sul mercato e di attivare la trasformazione di una condizione di minorità logistica. Ad avviso di Uir sono tre gli assi di intervento su cui centrare l´azione di un piano della logistica: scelte coerenti di politica fiscale per tutti i modi di trasporto; misure decise a sostegno della intermodalità e della co-modalità; semplificazione delle procedure doganali. Piano che non può essere isolato da una politica industriale più generale dalla quale estrapolare indicazioni operative quali effetto dell’andamento del mercato da cui tutto dipende. L’unione Interporti Riuniti segue da anni l’operato del Governo che naturalmente ha bisogno di essere guidato nella definizione di programmi attuativi che ritiene possano essere tanto più efficaci quanto maggiore è il contributo che agli stessi proviene dai rispettivi destinatari.  
   
 

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