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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Aprile 2011
 
   
  PRATO, AI CINESI: “FERMIAMO INSIEME LA MATTANZA DEI DIRITTI”

 
   
   Prato, 7 aprile 2011 - “Tre morti in due settimane non sono un caso” sottolinea a proposito dell’ultimo operaio cinese morto nei giorni scorsi ed abbandonato a Prato su un piazzale, l’assessore al bilancio e alla promozione dei diritti umani on. Riccardo Nencini. “Questi morti – spiega meglio – sono l’ultimo anello di una catena che da troppo tempo strozza la comunità cinese di Prato, dove accanto ad una diffusa illegalità si staglia imponente la mattanza dei diritti fondamentali della persona”. E l’appello va così proprio ai cinesi: “Aiutateci a a spezzare questa catena e a restituire diritti e dignità alle donne e agli uomini che ne fanno parte”. Oggi pomeriggio l’assessore regionale al bilancio e ai diritti umani Riccardo Nencini si è recato sul luogo dove domenica è stato trovato il cadavere di un giovane lavoratore cinese, un parcheggio in via Bardanzi. E proprio lì ha tenuto una conferenza stampa. “Shi Son Bin e prima di lui Pan Xiaoyan e Li Huafeng – ha detto l’assessore riferendosi alle ultime vittime del lavoro della comunità cinese – sono simboli tragici, uccisi dalle condizioni disumane di lavoro e prima di tutto uccisi dall’illegalità economica diffusa, dal mancato rispetto dei diritti della persona, da un tessuto sociale chiuso e impermeabile in cui vige un codice di stampo criminale. In una parola, un codice mafioso”. Nencini, che sul luogo del ritrovamento del corpo di Shi Son Bin ha deposto un mazzo di fiori, ha ribadito che “chi dà il lavoro ha il dovere di rispettare le leggi italiane in tema di diritti della persona: diritto a godere di un salario equo e congruo rispetto alla professione svolta; diritto a lavorare in una impresa in cui le norme di sicurezza e le norme sanitarie siano rispettate; diritto a godere delle tutele sindacali; diritto a godere dei giorni di riposo; diritto a ribellarsi di fronte al mancato rispetto di adeguate condizioni di lavoro”. “Se ci sono clandestini – ha proseguito l’assessore – non va escluso che vi sia traffico di donne e di uomini. Donne e uomini concussi nei loro diritti fondamentali, intimoriti, sfruttati, lesi nella loro dignità. Una forma di schiavitù”. “È una situazione inaccettabile – ha concluso Nencini – ed è compito delle istituzioni aiutare queste persone a sottrarsi da vincoli che sono letali”.  
   
 

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