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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Aprile 2011
 
   
  LUCE E NON BISTURI: ARRIVA IL PRIMO LASER CHE RIMODELLA - BORSE PALPEBRALI , SOTTOMENTO, CONTORNO MANDIBOLARE, INTERNO BRACCIA E COSCE ,GINOCCHIA E ADDOME CON MICRO FIBRE LASER DI UN DECIMO DI MILLIMETRO IL NUOVO TRATTAMENTO RISOLVE ANCHE LE COMPLICANZE DA FILLERS PERMANENTI

 
   
  Milano, 12 aprile 2011 - La perenne lotta contro l’ invecchiamento cutaneo contro l’ invecchiamento cutaneo e le adiposità localizzate si può ora combattere con l’energia della luce del primo laser intratissutale made in Italy . Senza bisturi , segni e senza sofferenza .Risultato della più avanzata ricerca della tecnologia medica l’innovativa tecnica che si chiama light lift agisce dall’interno , direttamente nei tessuti, con una fibra ottica sottilissima - un decimo di millimetro- che inserita sottopelle eroga l’energia laser rimodellando senza traumi viso e corpo. “La nuova metodica che si avvale di un laser a diodi ” spiega Daniel Cassuto, professore di Chirurgia Plastica all’Università di Modena e Reggio Emilia e Consigliere dell’Associazione Europea di Chirurgia Estetica, “rappresenta un’importante svolta della chirurgia plastica perché permette di agire con sonde microscopiche sottili come un capello - quelle tradizionali hanno un diametro superiore a 0,3 millimetri- mai utilizzate prima di ora in questo campo, che consente di inserirle con la massima precisione evitando incisioni e danni ai tessuti” . Light lift vanta un´altra novità assoluta e un importante progresso della microchirurgia estetica è infatti il primo trattamento intra-lesionale (Ilt) che risolve in modo soft, efficace e definitivo i granulomi del volto causati da infiltrazioni di fillers permanenti, evitando interventi chirurgici demolitivi su pazienti con lesioni antiestetiche e problemi psicologici conseguenti. “Tutti i fillers permanenti”, precisa Cassuto, “sono sensibili alle alte temperature, quindi, con il calore trasmesso dal laser si liquefanno e fuoriescono dai microfori praticati sulla zona . Light lift rimodella tutto il volto: corregge i piccoli cedimenti della cute e gli accumuli di grasso del terzo inferiore del viso (quindi, del sottomento, delle guance, della bocca) e del collo. Nel corpo elimina le adiposità di addome, fianchi e cosce. Permette di trattare perfino le aree più difficili, come glutei, interno braccia e interno coscia, che se corrette con la lipoaspirazione tradizionale sono soggette a cedimenti della cute. L’utilizzo contro le adiposità localizzate è stato recentemente approvato anche dalla severissima Fda - Food and Drug Administration. “Questa metodica” , continua l’esperto, “sfrutta il potere dell’energia termica emessa da un laser a diodi con lunghezze d’onda assorbite in modo selettivo dal grasso e dall’acqua dei tessuti: il calore scioglie l’adipe, che fuoriesce dalle microfori praticati nell’area trattata e, contemporaneamente determina un’ immediata retrazione cutanea. Non solo: nel lungo termine, favorisce la sintesi di nuovo collagene che rende la pelle più tonica ed elastica. In una stessa seduta e con lo stesso strumento si ottiene un’azione combinata. Rispetto alle tecniche di correzione tradizionali, come il lifting, le liposuzioni o altri tipi di laser, il light lift comporta una serie di vantaggi è meno invasivo e più preciso. Con la fibra ottica sottilissima, infatti, agisce in maniera mirata solo sul “bersaglio”. In secondo luogo, stimola selettivamente il grasso e l’acqua, eliminando le adiposità che, nel tempo, appesantiscono i tessuti, invecchiando molte zone di viso e corpo. Inoltre, non provoca sanguinamenti: il calore emesso coagula all’istante i vasi della zona, prevenendo ematomi. Promuove inoltre una tonificazione e una distensione della pelle dall’interno senza cicatrici e stiramenti. Infine, consente di migliorare aree che fino a oggi erano difficili da trattare con risultati soddisfacenti. Il light lift è effettuato principalmente con due tipi di laser a diodi: laser a diodi 1470 nm, che combatte le adiposità localizzate e produce anche un resurfacing frazionale della pelle mediante un apposito scanner per trattare dall’esterno rughe superficiali, cicatrici da acne e altre imperfezioni cutanee e laser a diodi 810 nm (nanometri), che stimola grasso, acqua ed emoglobina per correggere i granulomi da filler permanente”. Con la nuova metodica laser si possono cancellare , in modo atraumatico e non invasivo perfino i difetti delle palpebre inferiori come le borse e l’eccesso di pelle . “Il calore emesso dal laser”, spiega Cassuto, “scioglie il grasso sottocutaneo e provoca una retrazione e distensione della pelle e del muscolo sottostante. Il risultato è che le borse palpebrali e l’eccesso di pelle spariscono e la cute diventa più tesa e liscia. L’unica soluzione contro le borse palpebrali e l’eccesso di pelle della palpebra inferiore è sempre stata la blefaroplastica, che però comporta alcuni rischi, anche quando eseguita per via transcongiuntivale, ovvero dall’interno. Le “iniezioni” di luce con il laser, invece, risolvono questi inestetismi in maniera non invasiva e precisa e senza rischi della blefaroplastica come l’ematoma retro bulbare, un versamento di sangue interno all’occhio, che può provocare conseguenze anche serie (fino alla cecità). Il calore emesso dal laser, invece, coagula in modo istantaneo i piccoli vasi sanguigni della zona; l’effetto “occhio a palla”: la blefaroplastica prevede spesso una rimozione minima della cute in eccesso. Se si esagera c’è il rischio di “scoprire” l’occhio. Con il laser non c’è rimozione della pelle, ma solo distensione, quindi, non si ha questo problema; complicazioni cardiovascolari: nella blefaroplastica, il chirurgo apre la pelle e il muscolo e tira letteralmente i cuscinetti di grasso, tagliandoli alla base. Questa manovra, specialmente quando compiuta in anestesia locale, può rallentare il battito cardiaco, un fenomeno che nelle persone predisposte può creare complicazioni. Con il laser non succede nulla di tutto ciò”. I granulomi da fillers permanenti. “Si tratta” dice il professor Cassuto, “di rigonfiamenti e indurimenti che si possono creare attorno alla zona nella quale sono stati iniettati i filler, a causa di un rigetto verso le sostanze utilizzate, che possono non integrarsi perfettamente con i tessuti. Fino a oggi i granulomi sono sempre stati trattati con iniezioni locali di corticosteroidi o di farmaci antitumorali oppure con la chirurgia. I risultati, però, non sono mai soddisfacenti: nella maggior parte dei casi si ottiene un miglioramento solo temporaneo con il rischio di creare cicatrici evidenti, atrofia e depressioni tissutali. Ligth lift con laser 810 nm invece, evacua gran parte del filler e interrompe il processo infiammatorio in modo definitivo, senza lasciare tracce La luce laser veicolata nel granuloma attraverso la fibra ottica agisce a tre livelli: il primo riscalda la zona, liquefacendo il filler. Infatti, tutti i filler permanenti sono sensibili al calore: di conseguenza, con il calore trasmesso dal laser, si liquefanno e fuoriescono dai microforellini usati per l’inserimento della fibra ottica , l’aumento della temperatura provocato dal laser necrotizza il tessuto infiammatorio che si origina sempre attorno al granuloma. Si forma così del pus sterile, che fuoriesce anch’esso dai forellini. In alcuni casi (soprattutto quando il granuloma è di grandi dimensioni), a distanza di un mese, si può praticare una nuova piccola incisione che non lascia segni per l’eliminazione completa del materiale. Si ipotizza poi che il laser agisca sul cosiddetto “biofilm”, un fenomeno la cui esistenza non è stata ancora dimostrata, ma è sempre più accettata fra gli esperti del settore. In pratica, secondo molti esperti, quando si forma un granuloma, entrano in azione alcuni batteri che colonizzano la superficie di contatto fra le sostanze iniettate e il tessuto, facendo nascere una reazione infiammatoria protettiva (le molecole infiammatorie distruggono i batteri). In realtà, questa reazione non ha successo: i batteri, infatti, creano una membrana che li avvolge e li protegge. Il risultato è che l’infiammazione non si spegne più e diventa cronica. Questo spiegherebbe l’altissima percentuale di recidive dopo i trattamenti a base di cortisone e altri agenti immunosoppressivi: passato il loro effetto, la reazione si “riaccende”. Nel caso della chirurgia, la spiegazione della scarsa efficacia è un’altra: utilizzando il bisturi, il chirurgo diffonde i batteri del biofilm nella zona. Dopo poco tempo essi si riattivano ampiando l’infiammazione . L’aumento della temperatura causato dal laser, invece, elimina i batteri, curando in modo definitivo l’infiammazione”. Nel 2009 è stato pubblicato uno studio sulla rivista Dermatology Surgery, che ha confermato la sicurezza e la validità della tecnica per questa applicazione . Light lift effettuata con successo già su centinaia di pazienti in tutto il mondo e la sua efficacia e la sicurezza sono state ampiamente dimostrate da studi clinici . Il trattamento si effettua in ambulatorio in anestesia locale, al termine non è necessario applicare punti di sutura. Possono residuare dei gonfiori, destinati a scomparire spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Per trattare un’area è sufficiente una sola seduta: i risultati sono immediati e continuano a perfezionarsi nel tempo. Il light lift è una metodica innovativa, che permette di correggere in maniera non invasiva molti inestetismi: adiposità localizzate, cedimenti cutanei, perfino granulomi da filler permanenti. L’utilizzo contro le adiposità localizzate è stato recentemente approvato anche dalla Fda (Food and Drug Administration), l’ente americano che si occupa della regolamentazione dei farmaci. A differenza di molti trattamenti tradizionali non corregge dall’esterno, ma dall’interno, grazie a una fibra laser inserita sottopelle, per questo si parla di laser intratessutale. I cedimenti, dunque, non vengono più migliorati tagliando e tirando la pelle, e danneggiando così i tessuti. Al contrario: si eliminano dall’interno i piccoli accumuli di grasso, che si formano con il passare degli anni e che provocano un cedimento dei tessuti, e si promuovono la retrazione immediata della pelle e la sua tonificazione a lungo termine grazie alla sintesi di nuovo collagene. Apparecchiature di ultima generazione - Il light lift consiste nell’utilizzo di un’apparecchiatura di ultima generazione, composta da una fibra ottica sottilissima, che ha un diametro variabile da 0,1 a 1 millimetro (dipende dall’area e dal problema da trattare). Si tratta delle dimensioni più piccole mai utilizzate fino a oggi in chirurgia plastica. A differenze delle fibre ottiche tradizionali, che hanno tutte un diametro superiore agli 0,3 millimetri, è molto meno traumatica: per inserirla nei tessuti, non è necessario praticare un’incisione. La fibra ottica è collegata a una sorgente laser: il vero “motore” del trattamento. È questo strumento, infatti, che genera e trasmette la luce e il calore necessari per la correzione estetica. La fibra ottica di nuova concezione può essere applicata a diversi tipi di laser. In estetica, si utilizzano soprattutto i laser a diodi, che agiscono in maniera selettiva sull’acqua e sul grasso sottocutaneo e sono più affidabili e precisi rispetto a quelli generati da una lampada. Il light lift è effettuato principalmente con due tipi di laser a diodi: laser a diodi 810 nm (nanometri), che stimola grasso, acqua ed emoglobina ed è perfetto per correggere i granulomi da filler permanente, e il laser a diodi 1470 nm, che combatte le adiposità localizzate e ha un effetto resurfacing. Scioglie il grasso e distende la pelle - Questa metodica agisce rimodellando il corpo dall’interno. Infatti, la fibra ottica veicola il calore emesso dal laser direttamente sotto pelle, provocando due effetti. Innanzitutto, causa lo scioglimento del grasso sottocutaneo, che poi fuoriesce dal forellino praticato per inserire la fibra ottica o da un altro effettuato a pochi millimetri di distanza. In secondo luogo, il calore rilasciato dalla fibra ottica favorisce una retrazione e una distensione immediate della cute della zona. Non solo. La piccola quantità di grasso liquefatto che rimane al termine del trattamento promuove un’ulteriore distensione della pelle, che dura nel tempo. Inoltre, nel lungo termine, questo calore facilita la formazione di nuove fibre collagene, la sostanza che dà sostegno ed elasticità della pelle. La zona, dunque, continua a ridefinirsi e modellarsi anche a distanza di mesi. In conclusione, utilizzando lo stesso strumento e nella stessa seduta si può ottenere un effetto combinato, su pelle e grasso. La seduta tipo - Ecco, nel dettaglio, come si svolge il trattamento. * Se la zona da trattare non è troppo estesa, si esegue un’anestesia locale infiltrando piccole quantità di anestetico. Se la zona è più ampia, si pratica un’anestesia locale utilizzando maggiori quantità di farmaco. In genere, non è necessaria la sedazione. La seduta può essere effettuata in ambulatorio oppure in sala operatoria: è il medico a valutare come procedere, anche in base al difetto (solitamente si opta per la sala operatoria solo quando la situazione è più compromessa). * Dopo pochi minuti, inizia il trattamento vero e proprio. Se la zona è limitata si inserisce direttamente la fibra ottica come se fosse un ago (0,1-0,2 mm). Se l’area è più estesa (più di 3-4 centimetri) la fibra ottica viene inserita tramite una cannula metallica: in questo caso, il medico effettua un taglietto di uno-due millimetri, che comunque non va suturato con punti. A questo punto si aziona il laser: la luce e il calore vengono trasmessi dal laser alla fibra ottica, che li propaga nella zona. Dopo pochi attimi, il grasso inizia a sciogliersi. Il tessuto adiposo liquefatto fuoriesce dallo stesso foro praticato per inserire la fibra ottica. Il medico può anche eseguire un’altra minuscola incisione a pochi millimetri di distanza dalla prima, per facilitare questa fuoriuscita. Allo stesso scopo, può spremere con le dita la zona. Nel caso in cui la quantità di grasso presente sia consistente, si può inserire una microcannula che aspira l’adipe sciolto. Al termine non è necessario applicare punti di sutura. I piccoli forellini si richiudono da soli, senza dar luogo a esiti cicatriziali. Può comparire un leggero gonfiore, provocato dal riscaldamento dei tessuti: su viso e collo, esso scompare nel giro di una settimana, sul corpo, nell’arco di due settimane. La durata del trattamento varia in base al distretto da trattare: si va da pochi minuti per i difetti dal viso alle tre ore per trattare molte aree del corpo nella stessa seduta, come glutei o interno coscia. In ogni caso, è sufficiente una sola seduta per migliorare una zona. Gli effetti - Al termine del trattamento, si ha un effetto immediato: il grasso è scomparso e la pelle è distesa. Tuttavia, poco dopo compare una reazione infiammatoria, che dura circa una-due settimane e che “nasconde” i miglioramenti. Passata la flogosi, la persona può apprezzare pienamente i risultati, che continuano a perfezionarsi nel tempo: nell’arco di sei-dodici mesi si forma nuovo collagene, che rimodella ulteriormente l’area. Gli effetti sono definitivi. Ovviamente, l’invecchiamento cui vanno incontro i tessuti nel tempo può creare nuovi inestetismi. A che cosa serve - Questa metodica può essere utilizzata per migliorare le adiposità localizzate e i cedimenti cutanei di viso, comprese le palpebre inferiori, e corpo. 1. Per eliminare i cedimenti e le adiposità localizzate, anche di zone fino a oggi “trascurate” - Il light lift permette di ottenere un resurfacing del volto e un rimodellamento di tutte le aree del corpo. In genere, in questi casi, si utilizza un laser a diodi con frequenza d’onda di 1470 nm. Per il viso, questo trattamento corregge tutti i piccoli cedimenti della cute e gli accumuli di grasso, in particolare a livello del collo e del terzo inferiore del volto (quindi, del mento, della guancia, della bocca). Per il corpo, può essere impiegato per eliminare le adiposità di addome, fianchi, ginocchia e cosce. È efficace anche su zone difficili, come glutei, interno braccia e interno coscia, che se corrette con la chirurgia sono soggette a cedimenti della cute. Come agisce - Il calore emesso dal laser e veicolato tramite la fibra ottica scioglie il grasso sottocutaneo e provoca una retrazione della cute. Di conseguenza, la zona trattata appare più asciutta e compatta. I vantaggi - Il light lift si differenzia da tutti gli altri tipi di laser utilizzati nel ringiovanimento di viso e corpo per le dimensioni della fibra ottica, che comportano indiscutibili vantaggi: il diametro ridottissimo consente di evitare le incisioni, di non lasciare segni, e di agire in modo perfettamente mirato. Il fascio di luce, infatti, può essere indirizzato in maniera precisa sulla zona da trattare, senza intaccare i tessuti circostanti. Questo aumenta anche la sicurezza del trattamento. Inoltre, si differenzia dagli altri tipi di laser usati per la lipolisi (scioglimento del grasso): non solo per la fibra ottica più sottile, ma anche perché ha una lunghezza d’onda più specifica (1470 nm), che stimola in maniera selettiva l’adipe e l’acqua. Per questo, oltre a sciogliere il grasso, promuove anche una retrazione della pelle della zona, migliorando i risultati. In una stessa seduta, dunque, si può ottenere un doppio risultato. Per correggere i granulomi da filler permanenti - Il laser lift può essere utilizzato anche per il trattamento intra-lesionale (Ilt): la prima tecnica che permette di eliminare in modo efficace e definitivo i granulomi da filler permanenti. Si tratta di rigonfiamenti e indurimenti che si possono creare attorno alla zona nella quale sono stati iniettati i filler, a causa di un rigetto verso le sostanze utilizzate, che possono non integrarsi perfettamente con i tessuti. Fino a oggi i granulomi sono sempre stati trattati con iniezioni locali di corticosteroidi o di farmaci antitumorali oppure con la chirurgia. I risultati, però, non sono mai soddisfacenti: nella maggior parte dei casi si ottiene un miglioramento solo temporaneo con il rischio di creare cicatrici evidenti, atrofia e depressioni tissutali. Questo laser, invece, evacua gran parte del filler e interrompe il processo infiammatorio in modo definitivo, senza lasciare tracce evidenti. Solitamente, si utilizza un laser a diodi con frequenza d’onda di 810 nm. Come agisce - La luce laser veicolata nel granuloma attraverso la fibra ottica agisce a tre livelli. Innanzitutto riscalda la zona, liquefacendo il filler. Infatti, tutti i filler permanenti sono sensibili al calore: di conseguenza, con il calore trasmesso dal laser, si liquefanno e fuoriescono dai microforellini usati per l’inserimento della fibra ottica. In secondo luogo l’aumento della temperatura provocato dal laser necrotizza il tessuto infiammatorio che si origina sempre attorno al granuloma. Si forma così del pus sterile, che fuoriesce anch’esso dai forellini. In alcuni casi (soprattutto quando il granuloma è di grandi dimensioni), a distanza di un mese, si può praticare una nuova piccola incisione per completare l’eliminazione del materiale. Anche questa seconda incisione, se eseguita correttamente, non lascia segni evidenti. Si ipotizza poi che il laser agisca sul cosiddetto “biofilm”, un fenomeno la cui esistenza non è stata ancora dimostrata, ma è sempre più accettata fra gli esperti del settore. In pratica, secondo molti esperti, quando si forma un granuloma, entrano in azione alcuni batteri che colonizzano la superficie di contatto fra le sostanze iniettate e il tessuto, facendo nascere una reazione infiammatoria protettiva (le molecole infiammatorie distruggono i batteri). In realtà, questa reazione non ha successo: i batteri, infatti, creano una membrana che li avvolge e li protegge. Il risultato è che l’infiammazione non si spegne più e diventa cronica. Questo spiegherebbe l’altissima percentuale di recidive dopo i trattamenti a base di cortisone e altri agenti immunosoppressivi: passato il loro effetto, la reazione si “riaccende”. Nel caso della chirurgia, la spiegazione della scarsa efficacia è un’altra: utilizzando il bisturi, il chirurgo diffonde i batteri del biofilm nella zona. Dopo poco tempo, dunque, essi si riattivano, causando un ampliamento del fenomeno infiammatorio. L’aumento della temperatura causato dal laser, invece, uccide i batteri, curando in modo definitivo l’infiammazione. I vantaggi - L’ilt è, di fatto, l’unica tecnica in grado di eliminare in modo efficace e definitivo i granulomi da filler permanenti, senza lasciare cicatrici o segni evidenti. Al massimo può residuare un piccolo segno, simile a quelli lasciati dalla varicella. Palpebre inferiori - Con il light lift si possono trattare, per la prima volta in assoluto, i difetti delle palpebre inferiori in modo atraumatico e sicuro. Anche in questo caso, in genere, si usa un laser a diodi con frequenza d’onda di 1470 nm. L’unica soluzione contro le cosiddette “borse palpebrali”, ossia i rigonfiamenti dovuti allo sporgere del grasso sotto gli occhi, e l’eccesso di pelle della palpebra inferiore è sempre stata la blefaroplastica, che però comporta alcuni rischi, anche quando eseguita per via transcongiuntivale, ovvero dall’interno. Le “iniezioni” di luce eseguite con il laser, invece, permettono di risolvere questi inestetismi in maniera non invasiva e precisa. Come agisce - Il calore emesso dal laser ha due effetti: scioglie il grasso sottocutaneo e provoca una retrazione della pelle e del muscolo sottostante. Il risultato è che le borse spariscono e la cute appare più tesa e liscia. L’unica accortezza che il medico deve adottare è rivolgere il raggio laser nella direzione opposta a quella del bulbo oculare, per non rischiare di procurare eventuali traumi all’organo della vista. I vantaggi - Questo trattamento permette di eliminare in modo efficace le borse sotto gli occhi e i cedimenti cutanei delle palpebre inferiori, senza i tre rischi della blefaroplastica: -l’ematoma retrobulbare: durante l’intervento di blefaroplastica può comparire un versamento di sangue interno all’occhio, che può provocare conseguenze anche serie (fino alla cecità). Il calore emesso dal laser, invece, coagula in modo istantaneo i piccoli vasi sanguigni della zona; -l’effetto “occhio a palla”: la blefaroplastica prevede spesso una rimozione minima della cute in eccesso. Se si esagera con questa manovra, c’è il rischio di “scoprire” l’occhio, lasciando a vista troppo bianco sotto l’iride. Con il laser non c’è rimozione della pelle, ma solo distensione, quindi, non si ha questo problema; -complicazioni cardiovascolari: nella blefaroplastica, il chirurgo apre la pelle e il muscolo e tira letteralmente i cuscinetti di grasso, tagliandoli alla base. Questa manovra, specialmente quando compiuta in anestesia locale, può rallentare il battito cardiaco, un fenomeno che nelle persone predisposte può creare complicazioni. Con il laser non succede nulla di tutto ciò. Gli studi - Il light lift è stato utilizzato su centinaia di pazienti in tutto il mondo, dimostrandosi sicuro ed efficace. Anche per quanto riguarda la correzione dei granulomi da lifting permanente, le evidenze sono positive. Nel 2009 è stato pubblicato uno studio sulla rivista Dermatology Surgery, che ha confermato la sicurezza e la validità della tecnica anche per questa applicazione. Le controindicazioni – L’endo light lift, essendo un trattamento non invasivo e atraumatico, non ha controindicazioni importanti. È necessario, però, che a praticarlo sia un professionista esperto, in ambiente idoneo alla procedura: si interviene a cielo chiuso, senza vedere le zone sui cui si sta agendo, quindi, è essenziale che l’operatore sappia perfettamente come procedere. I costi - Ovviamente, i costi del trattamento variano in relazione alle aree da trattare. In ogni caso sono sempre inferiori a quelli della chirurgia. Si parte dai 1.500 euro.  
   
 

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