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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Aprile 2011
 
   
  ASSISTENZA ALLE PERSONE IN FIN DI VITA… COSA VOGLIONO VERAMENTE I PAZIENTI?

 
   
   Bruxelles, 12 aprile 2011 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno scoperto che i malati terminali preferirebbero che migliorasse la qualità della loro vita piuttosto che prolungare il tempo che gli rimane. La scoperta è il risultato del progetto Prisma ("Reflecting the positive diversities of European priorities for research and measurement in end of life care") che si è aggiudicato 1,65 milioni di euro nel quadro del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue, per definire un programma integrato per il coordinamento delle priorità e delle prassi di ricerca. Sotto il coordinamento del King´s College London, i partner del progetto Prisma hanno condotto un sondaggio telefonico su un campione di più di 9000 persone in sette paesi europei. Questa indagine ha permesso di capire che i pazienti affetti da malattie gravi, tra cui anche il cancro, preferirebbero vivere meglio piuttosto che più a lungo, e ha anche consentito di conoscere le diverse questioni che incidono sulla vita di chi presta assistenza. I dati mostrano che delle persone intervistate in Belgio, Inghilterra, Germania e i Paesi Bassi, il 71% sceglierebbe la possibilità di migliorare la qualità della propria vita rispetto al 4% che preferirebbe piuttosto prolungarla. Il 25% ritiene, invece, che sia importante sia migliorare che prolungare la propria vita. Quando interpellati su quale fosse per loro il principale problema, i pazienti hanno risposto che il peggiore è "il dolore", seguito dall´"essere un peso per gli altri". I risultati dello studio sono stati discussi da responsabili politici, esperti nel campo delle cure palliative e finanziatori della ricerca a Bruxelles (Belgio) il 24 marzo, in occasione di un simposio organizzato dal consorzio Prisma. Secondo i partner di progetto, è necessario prestare maggiore attenzione alla qualità della vita in parallelo allo sviluppo di terapie potenzialmente in grado di prolungare la vita, ciò che è particolarmente importante considerato, soprattutto, che un quarto degli intervistati vorrebbe entrambe le cose. La professoressa Irene Higginson del King´s College London ha diretto un gruppo di ricercatori e personale clinico che promuove una rivalutazione dell´assistenza alle persone in fin di vita e la raccolta di investimenti per la ricerca al fine di garantire che siano soddisfatte in modo concreto le esigenze dei pazienti prima del loro decesso. "È necessario introdurre un cambiamento radicale nell´approccio all´erogazione di assistenza ai malati in fase terminale in tutta Europa", spiega la professoressa Higginson, direttore scientifico del progetto Prisma. "Benché le priorità e le esigenze delle persone differiscano, è assolutamente chiaro che i pazienti apprezzano molto la qualità del tempo che gli rimane", aggiunge. "È necessario un significativo cambiamento della considerazione che i responsabili politici e il personale clinico in tutta Europa hanno dell´assistenza alle persone in fin di vita. Inoltre dobbiamo garantire che la pianificazione e l´erogazione di questi servizi siano informati dalle priorità e dalle esigenze delle persone. Insieme a un maggiore investimento nella ricerca scientifica sull´assistenza delle persone in fin di vita, questi accorgimenti contribuiranno a fare la differenza nella qualità di vita delle persone che affrontano le ultime settimane o gli ultimi giorni di vita. I partner Prisma vogliono incoraggiare gli operatori sanitari che lavorano a contatto con pazienti affetti da malattie in stadio avanzato a cambiare il modo in cui misurano i fattori che sono importanti per i pazienti e le loro famiglie. La maggior parte di questi professionisti dipende da esami fisici, tra cui analisi del sangue ed ecografie, per diagnosticare e curare i loro pazienti. Il progetto Prisma ritiene che, benché cruciali per il benessere di un paziente, questi esami possono potenzialmente trascurare gli effetti della malattia sull´individuo e sulla sua famiglia. Dovrebbero, invece, essere previste anche valutazioni basate sui sintomi e sulle esigenze sociali, psicologiche e spirituali dei pazienti. Il professore Stein Kaasa dell´Università norvegese di scienza e tecnologia, partner Prisma, dichiara: "Ora è responsabilità di tutto il personale clinico a contatto con pazienti affetti da malattie potenzialmente letali, come il cancro in stadio avanzato, misurare gli esiti del proprio lavoro sulla base di ciò che è importante per il paziente, e fare in modo che anche altri lo facciano, così potranno essere veramente certi di essere sulla strada giusta per l´erogazione di un servizio di qualità". Tra gli altri partner del progetto Prisma si annoverano esperti provenienti da Belgio, Germania, Italia, Norvegia, Portogallo, Spagna e Uganda. Per maggiori informazioni, visitare: Prisma: http://www.Kcl.ac.uk/schools/medicine/research/cancer/palliative/arp/prisma/  King´s College London: http://www.Kcl.ac.uk/index.aspx  Ricerca sulla salute nell´ambito del 7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/health/    
   
 

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