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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Aprile 2011
 
   
  LA CASA NUVOLA

 
   
   Milano, 11 aprile 2011- Gli italiani, si sa, ritengono la casa il bene in assoluto più importante, l’obiettivo di una vita (quando manca), da cambiare migliorandola (quando la famiglia cresce e le pretese aumentano), da moltiplicare (il mito, che possiamo chiamare novecentesco, della seconda casa). La fenomenologia dell’abitare è articolata, decisamente più investita di significati rispetto ai Paesi anglosassoni, ad esempio. Da una recente indagine condotta da Gfk Eurisko per Federlegno Arredo il bene casa spicca come la golden share della qualità di vita, il terminale dei bisogni di protezione-godimento-riposodivertimento: perimetro delle persone come individui e come segmenti nelle geometrie variabili del vivere con. La casa, in sostanza, come bene risolutore dei primi - fondamentali - bisogni. Ma anche, e qui emergono le novità dagli atteggiamenti contemporanei, la casa come spazio dei bisogni di secondo e terzo livello, che sono di tipo estetico, prossemico, ludico, curativo, efficientistico, culturale e postmateriale. La casa è importante per le metrature calpestabili, certo, ma anche per il tipo di pavimento su cui poggiano le estremità, per l’esposizione al sole, ma anche per il light design interno. E prenderanno sempre più importanza i cromatismi degli interni e il tipo di materiali di copertura delle pareti e dei soffitti. In questo senso la casa tenderà sempre più ad essere considerata un ambiente che deve esprimere i gusti (da intendersi come sintesi delle estetiche ma anche dell’etica) delle persone che la vivono. E saranno sempre più attese, soprattutto dai giovani (intendiamoci, dai 30 anni in su) progetti e prodotti in grado di facilitare il percorso di impossessamento estetico e funzionale della casa. In questo sta la discontinuità attuale degli atteggiamenti verso la casa: sono attese su misura, per una casa dei desideri sintonizzata sulla personalizzazione. Un’idea diversa dal fai da te, spesso motivato dal bisogno di risparmiare. Dal “fai da te” al “fai solo per me”: è un salto importante, ieri di nicchia, oggi in espansione in relazione alla diffusione, se non del reddito, quantomeno della cultura e dell’istruzione nei giovani. La discontinuità negli atteggiamenti significa anche una casa work in progress, mai del tutto finita (come il vecchio saggio insegna: non portare mai a termine la tua casa se vuoi vivere a lungo). Con investimenti continui e con la capacità di “puttogheter” il nuovo con il vintage, sempre alla ricerca di spazi più comodi e personalizzabili: nei materiali, nelle soluzioni salvaspazio, nelle innovazioni tecnologiche. Con due esplicite richieste di aiuto, verso chi disegna e produce mobili e verso chi si occupa di tecnologie domotiche. Verso i produttori di mobili l’attesa è di un design che sia in grado di dialogare con i potenziali utenti in modo democratico e anche sostenibile (la sostenibilità ambientale dei mobili assume sempre più rilevanza). Per le innovazioni tecnologiche, la casa attesa è un ambiente ad alto tasso di innovazione telematica, attrezzato per risolvere senza ingombri le attese di “casa nuvola”, imitando i servizi di clouding per le aziende. L’immagine della “casa nuvola” è efficace nell’evocare il nuovo modo di pensare l’abitazione da parte dei giovani. E’ un’idea, ma è anche un progetto realizzabile, come dimostrano alcuni architetti sull’onda, da Gehry a Fuksas.  
   
 

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