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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Aprile 2011
 
   
  RICERCATORI EUROPEI DECONGESTIONANO LO SPAZIO

 
   
   Bruxelles, 12 aprile 2011 - Ricercatori europei hanno sviluppato un nuovo sistema di sorveglianza dello spazio per tenersi aggiornati sulle crescenti quantità di detriti spaziali che fluttuano sull´autostrada orbitale. Questi detriti rappresentano una seria minaccia per tutti i satelliti e gli altri veicoli spaziali che rischiano di essere danneggiati o persino distrutti se vi entrano in contatto. Come parte del programma Ssa (Space Situational Awareness: sorveglianza dell´ambiente spaziale) dell´Agenzia spaziale europea (Esa), ricercatori dalla Fraunhofer-gesellschaft in Germania stanno giocando un ruolo chiave in questo progetto mediante la fornitura del ricevitore per una parte del sistema radar. Il Fraunhofer Institute for High Frequency Physics and Radar Techniques Fhr a Wachtberg svilupperà il progetto dimostrativo in collaborazione con l´azienda spagnola Indra Espacio, che svilupperà la rete del trasmettitore. Lo spazio orbitale può essere descritto come un´autostrada congestionata con un flusso senza fine di satelliti che orbitano costantemente attorno alla Terra. Proprio come una strada "reale", questo flusso è frequentemente punteggiato da congestioni. Tuttavia, nello spazio è più probabile incrociare un asteroide vagante o una cometa che un ingorgo. Questa regione è anche cosparsa di detriti provenienti da attività spaziali umane, come moduli di razzi spenti e frammenti di veicoli spaziali disintegrati, alcuni osservatori dello spazio potrebbero arrivare a dire che tutti questi oggetti casuali costituiscono un vero e proprio deposito di rottami fluttuante. Si valuta che attualmente ci siano 20.000 oggetti con un diametro minimo di 10 centimetri che orbitano attorno alla Terra, compresi 15.000 oggetti nell´orbita terrestre bassa a un´altitudine tra 200 e 2000 kilometri. E questi oggetti non sono assolutamente lenti come lumache; raggiungono infatti velocità di 28.000 km all´ora, e ciò significa che persino il più piccolo granello, con un diametro di un centimetro o anche meno, può causare seri danni o addirittura distruggere un qualsiasi sfortunato satellite sulla sua rotta. Ad esempio, nel febbraio del 2009, un satellite fuori servizio entrò in collisione con uno dei satelliti per comunicazioni Iridium. Una delle conseguenze di questo tipo di incidenti è che la Stazione spaziale internazionale (Iss) ogni anno deve eseguire quattro o cinque manovre evasive. Proprio in questo contesto l´Esa decise di affrontare il problema direttamente lanciando il suo programma Ssa, che ha avuto inizio nel 2009 e proseguirà fino alla fine del 2011. Usando un´antenna priva di inerzia e controllata elettronicamente che può essere posizionata molto velocemente, il sistema di sorveglianza può osservare un grande numero di oggetti simultaneamente, rilevando la loro posizione con un alto livello di precisione e sensibilità. Poiché ci saranno tra 15.000 e 20.000 oggetti sul radar per almeno 10 secondi ogni giorno, questo certamente tornerà utile. "Il nostro sistema di ricezione, che usa un´antenna a scansione di fase come sensore, è in grado di catturare segnali radar riflessi da satelliti e detriti spaziali in un massimo di otto direzioni contemporaneamente," dice il dott. Andreas Brenner, capo del dipartimento Fhr. Nella sua versione finale, il radar di sorveglianza sarà in grado di rilevare oggetti in orbita geostazionaria a un´altitudine di circa 36.000 km al di sopra della superficie della Terra, ma il suo potere sarà concentrato principalmente sull´orbita terrestre bassa a un´altitudine tra 200 e 2000 km, dove potrà rilevare particelle di detriti del diametro di pochi centimetri. I dati che questo sistema raccoglie saranno probabilmente di interesse per numerosi utenti, tra cui non solo i dipartimenti governativi europei e le agenzie spaziali, ma anche gli operatori di satelliti, le compagnie assicurative, i fornitori di energia e le aziende di telecomunicazioni. Per maggiori informazioni, visitare: Fraunhofer-gesellschaft: http://www.Fraunhofer.de/en/    
   
 

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