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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2011
 
   
  GIUSTIZIA ITALIANA: LA SUPREMA CORTE VIETA LE OPERAZIONI SUI MALATI TERMINALI ANCHE SE C’È IL CONSENSO DEL PAZIENTE

 
   
  “Siamo di fronte a una sentenza schizofrenica che ribalta, di fatto, il valore del consenso informato. Non è più tollerabile che un atto medico, se non vi è dolo o colpa grave, sia oggetto di materia penale e non è più ammissibile che si utilizzi, per descriverne l’eventuale esito negativo, un termine come ‘omicidio’”. Il prof. Pietro Forestieri, presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi (Cic), è critico nei confronti della sentenza della Corte di Cassazione che vieta le operazioni senza speranza anche se c’è il consenso del paziente. La Iv Sezione penale della Suprema Corte ha confermato la condanna per omicidio colposo di tre medici dell’Ospedale San Giovanni di Roma che nel 2001 operarono una donna di 44 anni con un tumore al pancreas già in fase avanzata. I chirurghi, secondo i giudici, avrebbero violato le regole di prudenza e i principi del codice deontologico che vietano qualunque forma di accanimento diagnostico-terapeutico. “Siamo ancora fermi al Codice Rocco del 1930 – sottolinea il prof. Forestieri - e non si è mai proceduto ad una definizione dell’atto medico, evidenziandone la specificità e l’adeguatezza sociale”. Infine un appello ad una maggiore considerazione del ruolo del chirurgo. “Se, nel corso di questi giorni, non vi sarà una maggiore e diversa attenzione nei nostri confronti proporrò una giornata nazionale di sciopero, anche se bianco – conclude il prof. Forestieri -. C’è stata una giusta insurrezione contro la colpevolezza del giudice, riconoscendone la delicatezza del ruolo e la necessità della serenità di giudizio. Si è ben compreso, quindi, il pericolo di una giustizia difensiva. Molti giudici hanno trovato spazio nei media per spiegare la bontà delle loro tesi. Cosa che a noi chirurghi è sempre stata pervicacemente negata. I rappresentanti dei magistrati sono stati ricevuti anche dal Presidente della Repubblica, invece i chirurghi non hanno mai avuto la possibilità di un’interlocuzione ufficiale con le Istituzioni. Rivendichiamo, con forza, di svolgere una professione che riveste un’importanza pari a quella dei giudici e ci aspetteremmo un’eguale considerazione da parte delle Istituzioni, dei media e dei cittadini”. Il 20 maggio la Società Italiana di Chirurgia ed il Collegio Italiano dei Chirurghi organizzano un simposio su “La colpa professionale e la medicina difensiva. In quella data si svolgerà anche l’assemblea dei Presidenti di tutte le Società scientifiche nazionali di area chirurgica delle varie branche e delle diverse specialità  
   
 

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