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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Aprile 2011
 
   
  BANDA LARGA, UMBRIA: A 50 ANNI DA PRIMO VOLO SPAZIO, ANCORA ITALIA INDIETRO SU CABLAGGI

 
   
  Perugia, 13 aprile 2011 - A cinquanta anni dall´impresa di Jurij Gagarin, che compì il primo volo nello spazio, in Italia non si è ancora riusciti a superare il "digital divide". Così l´Assessore regionale alle Infrastrutture tecnologiche immateriali ricorda l´anniversario della missione spaziale del tenente dell´aeronautica sovietica che, il 12 aprile 1961, effettuò con la navicella Vostok 1 un´intera orbita ellittica intorno alla Terra, per una durata complessiva di 108 minuti. Un´impresa storica, ricorda, che ha aperto la strada alle conquiste spaziali che da lì a pochi anni avrebbero portato l´uomo sulla Luna. Il cosmonauta sovietico, figlio di un falegname, cinquant´anni fa diventava il simbolo del progresso scientifico e tecnologico dell´umanità, un pioniere che amava volare tanto da trovare in volo la morte appena sette anni dopo la straordinaria impresa e nonostante il prestigioso incarico ricevuto di vice responsabile per l´istruzione dei futuri cosmonauti russi. In questi anni le scienze, la tecnica e la tecnologia sono progredite, ma se mezzo secolo fa Gagarin compiva un giro intero intorno al pianeta, sottolinea l´assessore regionale, oggi sembra una impresa titanica cablare l´Italia, una contraddizione che la dice lunga sulla volontà di far diventare il nostro Paese moderno ed avanzato sotto il profilo della tecnologia. A differenza di altri Paesi, secondo l´Assessore, c´è chi vuole che l´Italia rimanga indietro e, mentre altrove i Governi fanno cospicui investimenti su internet e sulla banda larga puntando sulla espansione della rete come volano per uno sviluppo anche in risposta agli effetti della crisi economica in atto, il Governo italiano taglia le risorse. Da parte sua, rileva l´assessore, la Regione Umbria è impegnata a fare la sua parte per l´eliminazione del "digital divide" sul territorio umbro, pur se tra mille difficoltà. Probabilmente Gagarin, conclude, se fosse vissuto oggi in Italia, sarebbe rimasto solamente un bravo pilota di aerei e non il protagonista della straordinaria avventura che ha consegnato il suo nome alla storia.  
   
 

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