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Notiziario Marketpress di
Venerdì 22 Aprile 2011 |
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FORMIGONI: GLI ALLORI NON BASTANO PIÙ. IL TURISMO E’ IN CRESCITA NELLA NOSTRA REGIONE MA IN CALO IN ITALIA. OCCORRE UNA NUOVA CULTURA CHE SAPPIA AMMODERNARE L´OFFERTA
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Bisogna guardare in avanti senza dormire sugli allori, incoraggiando soprattutto nuove strategie comuni. Roberto Formigoni ha voluto aprire gli Stati generali del turismo in Lombardia, organizzati dalla Regione e dell´università Bocconi, invocando "una nuova cultura del turismo, una cultura del rinnovamento continuo dei propri paradigmi di offerta". Presenti all´inaugurazione dell´evento in programma per tutta la giornata del 18 aprile nell´aula magna della Bocconi a Milano l´assessore regionale al Turismo Stefano Maullu, il sindaco di Milano Letizia Moratti; previsti gli interventi del presidente di Confindustria Lombardia Alberto Barcella, del presidente di Fiera Milano Michele Perini, del presidente di Confcommercio Lombardia Carlo Sangalli e di molti operatori tra cui il presidente della terme di Sirmione Filippo Fernè, e il presidente del Fipe Lino Stoppani. La Scossa Di Formigoni - "Le istituzioni devono sapere cogliere le leve dell´eccellenza e dell´innovazione - ha detto Formigoni - per favorire un costante innalzamento della qualità del servizio. Devono prendere per mano e accompagnare quelle progettualità che dimostrano di aver imboccato la strada verso il futuro. Devono, infine, incoraggiare strategie comuni di dimensioni nazionali ed europee, scambiandosi le idee e le pratiche migliori e coinvolgendo il più possibile gli operatori e le rappresentanze del comparto turistico". Cresce La Lombardia Ma Non L´italia - Formigoni parte dalla consapevolezza che forte è, nel mondo, il desiderio di Lombardia. Lo dimostrano gli ultimi dati elaborati dall´istituto di ricerca e formazione Eupolis Lombardia secondo cui gli arrivi di turisti - tanto italiani quanto stranieri - sono cresciuti costantemente negli ultimi 15 anni. Per quanto riguarda i turisti italiani, infatti, siamo passati da 4,5 milioni del 1995 a 6,5 milioni del 2010. Crescono, pure, gli arrivi stranieri da 3,1 milioni del 1995 a 5,8 milioni nel 2010. Tuttavia, allargando lo sguardo all´Italia, si scopre che - facendo tutti i dovuti rapporti - il trend non è entusiasmante. "Nel corso dei decenni - riflette Formigoni - abbiamo perso diverse posizioni a livello mondiale. Certo, molte cose sono cambiate: i trasporti sono divenuti più veloci e più economici, la clientela ha cominciato a cercare mete nuove, sono comparsi attori prima assenti dal mercato. Eppure ciò non toglie che il turismo italiano debba scuotersi. Dobbiamo dimenticarci, per un attimo, di essere il Paese più bello, il Paese della moda, dell´eleganza e dell´arte, il Paese di Brunelleschi e di Palladio, il Paese di Michelangelo e di Caravaggio e il Paese della buona cucina. Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare al massimo delle nostre forze". No Al Torpore Della Grandezza - Il nodo che il nostro turismo deve risolvere è - per Formigoni - "di tipo culturale e ha radici profonde, cresciute negli anni e addirittura nei decenni. È una sorta di torpore della grandezza. È il fatto che, a lungo, ci siamo cinti il capo degli allori del passato. Ci siamo spesso adagiati, negli ultimi cinquant´anni, sulla constatazione che, dai tempi del grand tour dei rampolli dell´aristocrazia europea, dai tempi di Goethe e poi di Stendhal fino alla Dolce vita di Fellini, l´Italia è sempre stata considerata la meta turistica per eccellenza". E se è vero che nessun´altra nazione al mondo ha, sul proprio territorio, un solco più continuo e profondo del passaggio della civiltà, "questa constatazione non basta più di fronte a un´offerta turistica diventata ormai vastissima, mondiale". Le Battaglie Da Affrontare - L´italia si deve confrontare con una concorrenza forte, che offre ai pacchetti italiani alternative di prezzo, varietà, quantità e anche qualità. "Ci dobbiamo relazionare - dice Formigoni - con una clientela sempre più esigente e diversificata, che cerca prodotti turistici tagliati su misura come abiti di sartoria. Dobbiamo, infine, affrontare un universo comunicativo assordante, che richiede sempre più professionalità e capacità di distinguere il proprio brand, la propria identità, per raggiungere il cliente finale e colpirlo. E dove ogni sbaglio, trovando vasta eco, può avere conseguenze anche importanti". I Nodi Economico E Normativo - Lo sguardo di Formigoni è rivolto all´Italia e non solo. Il primo nodo da sciogliere - dice - è quello economico, "per via della crisi che ha rallentato il comparto in tutto il mondo e che, di conseguenza, ha ridotto anche le risorse disponibili, imponendo politiche più austere per tutti". Segue a ruota il nodo normativo, relativo al regime Iva, alla necessità di fondi strutturali europei specifici, alla rimozione di alcuni ostacoli residui alla circolazione turistica internazionale e, infine, all´applicazione piena del federalismo fiscale. Solo affrontando queste sfide attraverso il confronto tra istituzioni, operatori, esperti del mondo accademico, culturale ed economico, sarà possibile dare un´accelerazione alla crescita del comparto regionale e nazionale |
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