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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Aprile 2011
 
   
  UNA GOVERNANCE ECONOMICA PIÙ SEVERA ED EFFICACE

 
   
  Strasburgo, 20 aprile 2011 - Il "pacchetto" sulla riforma della governance economica ha ricevuto martedì il voto positivo della commissione affari economici. Le modifiche principali dei deputati, che saranno oggetto di negoziati con la Presidenza del Consiglio, sono: maggior ruolo per la Commissione, più trasparenza nelle decisioni, nuove sanzioni, misure più severe per riduzione del debito e nuove regole per limitare la possibilità d´interpretazione politica da parte dei governi, senza soffocare la spesa per la crescita. Le maggioranze che hanno approvato alcuni testi sono risultate più risicate che di norma, durante la sessione di votazioni di martedì. I gruppi politici hanno assunto posizioni diverse su quanta importanza dare all´austerità fiscale da un lato e il bisogno di regole che permettano ai governi nazionali di continuare con investimenti pubblici che favoriscono la crescita dall´altro. Dopo il voto, il gruppo S&d ha sottolineato che si dovrà fare di più per quanto riguarda la questione degli investimenti per la crescita. La difficoltà maggiore che hanno dovuto affrontare i deputati è stata quella di trovare il giusto equilibrio fra inserire un certo livello di automaticità nel regime di misure e sanzioni da applicare nel caso di uno Stato membro restio a fare riforme, e la necessità di non ostacolare la spesa per investimenti che potrebbe risultare benefica nel lungo termine. I testi approvati rendono più severe le regole sulla spesa "irresponsabile" rispetto alla proposta originale, ma allo stesso tempo chiedono alla Commissione di tenere in maggiore considerazione la spesa "buona" nel giudicare gli forzi intrapresi da un governo. I deputati della commissione affari economici hanno aumentato i casi di ricorso al sistema di votazione con "maggioranza qualificata invertita", in particolare sui casi di vigilanza multilaterale, quando bisogna valutare i programmi nazionali di stabilità e eventualmente proporre miglioramenti o deciderne l´insufficienza a raggiungere la giusta disciplina fiscale. Questo sistema di votazione renderà più difficile per gli Stati membri nel loro complesso nascondere problemi, poiché per far ciò avrebbero bisogno di prendere una decisone formale in senso contrario alle proposte della Commissione europea, una scelta politicamente non facile. D´altro canto, i testi approvati dai deputati introducono una serie di regole che richiedono che ogni valutazione prenda in considerazione gli investimenti pubblici che mirano a stimolare la crescita, l´occupazione e altri benefici socio-economici. A tal scopo, i piani di riforme nazionali dovrebbero specificare le misure per la crescita e l´occupazione per evitare che siano piani mirati esclusivamente all´austerità. Un ruolo più forte della Commissione europea nell´architettura complessiva della nuova governance europea restringe lo spazio interpretativo dei singoli governi nazionali e garantisce maggior uniformità nell´applicazione delle nuove regole, secondo i deputati in commissione economica. Per esempio, in molti casi sarà la Commissione a giudicare gli sforzi di uno Stato membro e decidere se emettere avvertimenti nei suoi confronti, piuttosto che il Consiglio, come previsto dalla proposta originale. In altri casi, la Commissione avrà gli stessi poteri del Consiglio, nei casi in cui nella proposta originale era previsto un ruolo solo per quest´ultimo. Tali regole dovrebbero restringere la possibilità, per i governi nazionali, di ignorare i problemi degli altri stati. I testi approvati migliorano considerevolmente il livello di trasparenza del nuovo sistema di governance. La mancanza di trasparenza è infatti vista da tempo come il maggior difetto di questi primi 10 anni di unione economica e monetaria, da chi si occupa della questione nel Parlamento. Le votazioni del Consiglio su decisioni che impongono sanzioni dovrebbero tenersi in pubblico, ad eccezioni di momenti di crisi quando le decisioni possono essere prese a porte chiuse, propongono i deputati. Tutte le decisioni prese, da Consiglio e Commissione, dovrebbero essere comunque rese pubbliche. La commissione affari economici offre inoltre al Parlamento il ruolo di forum di discussione per migliorare la trasparenza, con la predisposizione di una serie di dialoghi strutturati fra governi, Presidente dell´Eurogruppo e Commissione con lo scopo di spiegare le decisioni prese ai deputati, i cosiddetti "dialoghi economici". I testi approvati martedì confermano in sostanza le proposte della Commissione, con qualche nuovo elemento inserito, come la nuova sanzione ´una tantum´ pari allo 0.5% del Pil per i paesi che hanno mentito sui conti. Tale sanzione sarebbe approvata con il sistema di votazione a maggioranza qualificata invertita, cosi com´è il caso per gli altri tipi di sanzioni. Seconda novità, le sanzioni potrebbero essere introdotte più velocemente, rispetto alle proposte della Commissione, per i paesi che hanno ignorato le raccomandazioni ricevute per correggere le iniquità macroeconomiche. Nel momento in cui il Consiglio decidesse che un governo nazionale non è riuscito a predisporre le giuste misure correttive, potrebbe essere imposto un deposito con interessi dello 0.1% del Pil, mentre nel testo originale tale sanzione scatta solo nel caso che uno Stato membro abbia ignorato le raccomandazioni per due volte consecutive. Terza proposta, nel caso di grave e deliberata inadempienza a questo tipo di raccomandazioni, le sanzioni potrebbero essere aumentate dallo 0.1 allo 0.3% del Pil. Il gettito raccolto con queste multe e con gli interessi dei depositi dovrebbe, suggeriscono i deputati, andare ad alimentare il meccanismo permanente di stabilità e, aspettando che questo entri in vigore, la Banca europea degli investimenti, piuttosto che finire nel bilancio dei paesi con deficit eccessivo, come proposto dalla Commissione. Sulla questione della riduzione del debito, i deputati della commissione propongono che uno Stato membro che si trova con un livello di debito pubblico superiore al 60% del Pil debba necessariamente ridurlo con una media del 5% annuo su un periodo triennale, mentre la Commissione aveva proposto un 5% fisso, sui 3 anni. Per i paesi membri della zona euro, i deputati chiedono regole più severe sulla disciplina fiscale. Prossime tappe Con un voto in commissione affari economici tenutosi mercoledì mattina, i deputati hanno deciso di iniziare immediatamente i negoziati con la Presidenza ungherese del Consiglio. La decisione è stata presa con 26 voti a favore e 14 contrari. I deputati contrari a tale decisione sostengono che le maggioranze risicate che hanno sostenuto alcuni dei testi approvati martedì suggeriscono che sarebbe più opportuno passare prima per il voto della plenaria. I negoziati sono cominciati mercoledì 20 aprile alle 13.00.  
   
 

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