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Notiziario Marketpress di Venerdì 22 Aprile 2011
 
   
  MILANO: LA BISBETICA DOMATA AL TEATRO LEONARDO DA VINCI

 
   
  In questa messa in scena di uno dei più noti capolavori di Shakespeare, Quelli di Grock esalta il proprio potenziale comico utilizzando tutte le tecniche di cui è maestra da oltre trent’anni: il teatro nel teatro, i travestimenti e gli equivoci, le esasperazioni dei caratteri in una sarabanda di situazioni farsesche. Gli attori sono chiamati a scambiarsi i ruoli, come nella tradizione teatrale più antica, dichiarando così apertamente il gioco scenico e rendendo il pubblico complice delle vicende che si svolgono sul palcoscenico. La storia di Petruccio, che vuole sposare una donna ricca per riempire il vuoto delle proprie tasche, si intreccia con quella di Caterina, che di matrimonio non ne vuole sapere. L’incontro fra i due è un vero e proprio scontro fatto di battute salaci e sottointesi, ma Petruccio caparbiamente e ruvidamente si accollerà il compito di “educare” la Bisbetica per trasformarla in una moglie obbediente e devota. La bisbetica domata è una delle prime opere di Shakespeare, uno dei testi in cui il gioco letterario è più rilevante del contenuto o della psicologia dei personaggi ed è proprio grazie alla vivacità del linguaggio e al ritmo serrato dei dialoghi che questa commedia non perde di originalità con il passare del tempo e continua a essere molto amata dal pubblico. La bisbetica domata diverte ma offre anche spunti di riflessione: Shakespeare mostra qui infatti una spiccata sensibilità per la donna del suo tempo, spesso obbligata a matrimoni combinati per assecondare il volere paterno. Caterina è intelligente, scaltra, diretta e sincera, non vuole sottomettersi né a Petruccio, né a nessun altro uomo; d’altra parte Petruccio, maltrattandola e riducendola alla fame, vorrebbe dimostrare di saper dominare il “femminile”. In scena, quindi, è rappresentato l’eterno conflitto fra uomo e donna, ma anche il gioco amoroso, spesso tenuto vivo dai contrasti, dalle differenze, dall’esibizione del potere. Per questo si è voluta esaltare ironicamente la rozza misoginia dei personaggi maschili, rendendoli vere e proprie caricature di una mascolinità ostentata e tronfia che nasconde, in realtà, una grande fragilità. Domare Caterina sarà quindi un esercizio vano e ridicolo, come lo è ogni atto di sopraffazione. L’incontro con questo testo è stato per la Compagnia una vera e propria occasione per misurarsi in un gioco teatrale, lontanissimo da concezioni classiche, ma quanto mai vivo e che porta il pubblico a godere dell’immediatezza dell’emozione teatrale, della forza di un linguaggio fisico dinamico e prorompente. Nella rivisitazione del testo originale, la lettura registica di Quelli di Grock ha voluto dare il massimo risalto all’attore. La scenografia scarna e “neutra” e l’essenzialità dei costumi sono elementi scenici ideati per evidenziare a quello che è un segno stilistico preciso: la corporeità dell’attore che può far suo il personaggio attraverso gesti, movimenti e uso dello spazio. Una scelta difficile, questa, priva di orpelli e significativa per una compagnia che da sempre lavora sulla maschera, sulla caratterizzazione non solo vocale ma soprattutto fisica e che attinge a piene mani dall’esperienza nelle tecniche del teatro gestuale, del mimo e del teatro danza. Un grande lavoro fisico ed espressivo sottolineato anche dalle musiche, elemento indispensabile nella dinamica dello spettacolo ed eseguite dal vivo da Gipo Gurrado che da anni compone per la Compagnia. Biglietteria@teatroleonardo.it  
   
 

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