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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Dicembre 2006
 
   
  RESPONSABILITÀ SOCIALE: SAVONA LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE

 
   
  Il sistema camerale italiano è impegnato nella diffusione della cultura della “Responsabilità sociale di impresa (Rsi)”, tema emergente nello sviluppo dell’economia e della società nel suo complesso, che la Camera di Commercio di Savona ha inteso avviare. Osserva il presidente Giancarlo Grasso: “La Camera di Savona sta lavorando da tempo sui temi della responsabilità sociale d’impresa, con iniziative e progetti sui quali Gianluigi Granero profonde un forte impegno personale. La Rsi comporta certamente difficoltà, alcune peraltro dovute ad un difetto generale d’informazione. Da imprenditore posso ben comprendere come i titolari di aziende e società - già combattuti tra il mercato, la burocrazia e le tasse – di fronte ad un tema rispetto al quale i media, quando ne parlano, fanno riferimento a colossi come Enron, Tyco, Worldcom in Usa, Vivendi in Francia e, in Italia, a Cirio o Parmalat – legittimamente si chiedano: e io che c’entro? Perciò credo che un primo approccio efficace, fra gli altri, possa essere quello che sposta l’accento degli obiettivi aziendali dalla massimizzazione del profitto alla creazione del valore. Il valore d’impresa è un concetto ampio, che comprende, oltre a quella economica e competitiva, una dimensione sociale. Entro quest’ultima, l’impresa si muove alla ricerca di un consenso duraturo da parte degli stakeholders coinvolti o interessati alla gestione aziendale: da quelli più immediati (lavoratori, clienti, fornitori, concorrenti, soci ed investitori) a quelli sociali (lo Stato e le pubbliche amministrazioni, la società civile e l’ambiente). Ed il circuito che alimenta le potenzialità di creazione di valore da parte dell’impresa in queste tre dimensioni rilevanti (economica, competitiva e sociale) si basa sul concetto di fiducia: e la fiducia nelle relazioni impresa-stakeholders assume un significato fondamentale, se si pensa a come buona parte delle scelte economiche si basino sulla reputazione/immagine del soggetto con il quale si conclude una transazione. La fiducia, peraltro, è quell’elemento necessario affinché possa essere rinforzata la credibilità di un soggetto economico. E senza responsabilità non c’è fiducia. ” Per la realizzazione del progetto è stato istituito un Comitato tecnico scientifico, composto da tre dei maggiori esperti sui temi della responsabilità sociale: il prof. Luciano Hinna, economista, ordinario Università di Tor Vergata; il prof. Mario Salani, sociologo, ordinario Università La Sapienza di Roma; la prof. Ssa Valeria Maione, economista, Università degli Studi di Genova. “La Camera ha coinvolto le migliori professionalità e, naturalmente le Associazioni di categoria rappresentative di tutti i settori economici e, attraverso queste ultime, un ristretto gruppo di imprese – afferma Gianluigi Granero, rappresentante nella giunta camerale del settore della cooperazione, direttamente coinvolto nel Comitato – ; l’obiettivo è sperimentare processi aziendali orientati alla Rsi (bilancio sociale sperimentale o altra strumentazione rendicontativa). Le aziende, le Associazioni ed un gruppo di funzionari camerali seguiranno un percorso formativo, che ha preso l’avvio giovedì scorso, percorso compiuto ed articolato, volto a focalizzare gli atteggiamenti e i comportamenti aziendali rispetto ai canoni della Rsi. ” In sintesi, il progetto potrà assumere: una valenza di formazione per il personale coinvolto nel progetto; una valenza di sperimentazione tecnica che consentirà poi alle aziende partecipanti al progetto di mettere a punto sistemi di misurazione delle ricadute sociali e sistemi di rendicontazione a diverse categorie di stakeholder; una valenza di immagine nella comunità tecnica di riferimento, in quanto il progetto dopo le opportune diffusioni (eventuali pubblicazioni e convegni) potrà essere proposto come una “best practice” nel comparto delle Camere di Commercio. “Mi piace sottolineare – prosegue Granero – che l’approccio metodologico adottato si fonda sul bilancio sociale interpretato in chiave dinamica di “processo” e non in chiave statica di mero “documento”. Infatti non tutte le metodiche di rendicontazione sono idonee a mediare e valorizzare la partecipazione degli stakeholder e ciò a causa del fatto che si focalizzano sul “documento” piuttosto che sul “processo” di rendicontazione. Al contrario la strategia che si intende seguire ha il grande pregio di essere declinata rispetto alla costruzione e al mantenimento di una relazione strutturata con gli stakeholder: esso inquadra il ruolo del bilancio sociale come strumento di management e non solo di comunicazione”. Al progetto, a conferma della sua valenza, ha contribuito anche la Provincia, che ha riconosciuto cospicue risorse finanziarie a valere sul Piano della Formazione professionale e delle politiche del lavoro. Un efficace esempio anche di coordinamento delle politiche di intervento a favore del sistema delle imprese.  
   
 

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