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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Aprile 2011
 
   
  TRENTO: LINEE GUIDA PER SOSTENERE L´OCCUPAZIONE GIOVANILE ILLUSTRATO ALLA GIUNTA PROVINCIALE IL DOCUMENTO ELABORATO DALLA CABINA DI REGIA PER IL LAVORO DEI GIOVANI

 
   
  Trento, 28 aprile 2011- Rilancio dell´apprendistato, trasformazione dei rapporti di lavoro atipici, accompagnamento dalla scuola al lavoro, sostegno al lavoro autonomo, alle micro-imprese e, soprattutto, alle giovani donne, la categoria che - dicono le statistiche - soffre di più la difficile congiuntura. Sono le Linee Guida di cui ha discusso ieri la Giunta provinciale, nell´esaminare il primo documento frutto della Cabina di programmazione e regia per il lavoro dei giovani, organismo istituito nel febbraio del 2011. Dopo questo primo passaggio, seguirà la formalizzazione del programma che verrà proposto alla Giunta attraverso la Commissione provinciale per l´impiego. Va innanzi tutto precisato che i dati dell´occupazione giovanile in provincia di Trento sono nettamente migliori rispetto a quelli dei coetanei residenti altrove. Basti pensare che rispetto alle 107 province italiane (il dato è verificabile solo sul 2009), il tasso della disoccupazione dei 15-24enni in provincia di Trento risulta infatti il 5° migliore e solo i giovani di Piacenza, Cuneo, Bolzano e Udine stanno relativamente meglio. Per contrastare la disoccupazione giovanile, la Cabina di regia ha elaborato una proposta di "Programma di interventi per affrontare la crisi occupazionale dei giovani" individuando sei linee di intervento, che confermano politiche già attuate in provincia di Trento e, dove serve, rinforzano punti di forza esistenti: Sostenere l´ingresso nel mercato del lavoro, attraverso lo strumento dell´apprendistato, contratto di inserimento occupazionale ampiamente collaudato, che andrà declinato in tre diverse tipologie (apprendistato di diritto-dovere, professionale e alto). Particolare attenzione all´apprendistato nelle micro imprese. Incoraggiare la trasformazione dei contratti di lavoro atipici, che interessano circa 10.000 persone. Sostenere la transizione scuola-lavoro attraverso lo sviluppo di stage e tirocini, nonché l´attuazione di un piano provinciale di sviluppo coordinato tra sistema educativo, università e lavoro per ridurre i tempi di ingresso nel mercato del lavoro Riduzione del mismatch tra domanda e offerta con politiche formative, analisi dei fabbisogni professionali, informazione e orientamento. Interventi a favore delle giovani donne, che scontano un tasso di disoccupazione doppio rispetto ai giovani maschi. Sostegno al lavoro autonomo. Attualmente in provincia di Trento vi sono già alcuni strumenti importanti, attuati dall´Agenzia del Lavoro e dall´Apiae, e che riguardano incentivi all´avvio di attività, prestiti d´onore per il finanziamento di progetti di impresa, nonché borse di studio. Diverse le ragioni della disoccupazione giovanile. Se tra le cause principali va sicuramente ricercata la crisi che ha colpito dal 2008 il sistema economico-produttivo, e dunque l´occupazione, va segnalato anche un diffuso problema di mismatch, di asimmetria tra la domanda e l´offerta, un rifiuto del lavoro manuale e la propensione verso quello intellettuale che si traduce in scelte che penalizzano gli sbocchi tecnico-professionali. Accanto a questo esiste anche il problema di una transizione dalla scuola al lavoro troppo lunga e distante dal lavoro stesso. Parte della disoccupazione giovanile è infine legata ai contratti atipici, che in tempi di difficoltà vedono accentuato il rischio di accrescere la precarietà dei percorsi lavorativi piuttosto che creare condizioni più favorevoli al passaggio successivo alla stabilizzazione. Tra i 15 e i 24 anni si è manifestato un calo dell´occupazione e i giovani occupati sono passati da 15.500 (30,2%) a 14.300 (27,3%); contestualmente è aumentato l´ammontare dei disoccupati, passati da 2.000 a 2.500, con un tasso di disoccupazione aumentato dall´11,5% (2009) al 15,1% (2010). Analogamente, anche tra i 25 e i 29 anni gli occupati del 2010 sono calati di circa 300 unità rispetto all´anno precedente (da 21.800 a 21.500) e i disoccupati sono aumentati da 1.400 a 1.600. Il maggior numero di disoccupati si concentra nella classe di età fra i 20 e i 24 anni; la crisi, inoltre, ha influito sulla durata della loro disoccupazione. Infine più penalizzate sono le giovani donne: il 20,3% è il tasso di disoccupazione delle ragazze, contro l´11,8% dei ragazzi; il tasso di occupazione è di 33,8% dei maschi e del 20,5% delle femmine; il tasso di attività è di 38,4% per i maschi e di 25,7 per le femmine e in periodo di crisi questo tasso cala in maniera più forte per le donne. Guardando al posizionamento sul mercato del lavoro dei giovani 15-29enni per titolo di studio (dati Istat) gli effetti negativi della crisi sull’inserimento occupazionale si sono resi evidenti in maniera trasversale per ciascun livello di studio, ma hanno evidenziato una diversa intensità per i vari gradi di qualificazione. Per i giovani 15-29enni in possesso della sola licenza media l’effetto negativo è infatti risultato più evidente.  
   
 

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