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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Maggio 2011
 
   
  INTERSCAMBIO COMMERCIALE FVG-AFRICA SETTENTRIONALE

 
   
  Trieste, 2 maggio 2011 - A livello globale, il principale settore merceologico dei beni esportati dal Fvg risulta quello manifatturiero (98,3 p.C. DellŽexport totale), che risulta in crescita del 7,6 p.C. (2010) rispetto ai dati dellŽanno precedente. A seguire, si registra lŽincremento di quasi 22 punti percentuali per lŽexport relativo al settore primario (1 p.C. Del totale) e dellŽ8,6 p.C. Per i prodotti derivanti dallŽestrazione di minerali da cave e miniere (questi ultimi rappresentano lo 0,1 p.C. DellŽexport totale). È quanto emerge dalla recente analisi condotta dal Servizio statistica e affari generali della Regione, al fine di meglio individuare le tendenze dellŽinterscambio commerciale in particolar modo con i Paesi dellŽAfrica Settentrionale in considerazione degli eventi che ne hanno minato la stabilità politica nei primi mesi del 2011. Nel 2010 il valore delle esportazioni nellŽAfrica Settentrionale da parte delle imprese regionali si è attestato su livelli discreti, raggiungendo per il settore manifatturiero quasi i 390 milioni di euro (circa il 3,4 p.C. DellŽexport complessivo del Fvg). Tali dati, interpretati, alla luce dei recenti sviluppi che hanno interessato e ancora interessano buona parte dei partner commerciali del Nord Africa (in specie Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, con lŽinclusione delle spagnole Ceuta e Melilla) rilevati nelle transazioni degli operatori commerciali aventi sede in Friuli Venezia Giulia, offrono qualche indicazione prospettica circa lŽimpatto che la crisi dellŽAfrica Settentrionale potrebbe avere sul commercio della nostra Regione nel corso del 2011. Alla luce dei riscontri statistici, il Paese nordafricano con cui il Friuli Venezia Giulia intrattiene maggiori rapporti commerciali è lŽEgitto (quasi il 45 p.C. Di peso sullŽintera area in termini di import, più del 48 p.C. In termini di export). Gli altri Paesi da e verso cui lŽinterscambio commerciale registra indici di rilievo sono Libia (rispettivamente circa 26 import e 22 p.C. Export), Algeria 13,5 e 11 p.C.) seguiti da Tunisia (10,4 e 9 p.C.) e Marocco (5,7 e 9 p.C.). DallŽegitto vengono importate principalmente le materie prime per la lavorazione siderurgica, prodotti chimici e infine pelli e prodotti tessili. A contrario, verso lŽEgitto vengono esportati principalmente macchinari, prodotti di carattere manifatturiero e generi alimentari. A seguire Libia, Algeria, Tunisia e Marocco, i quali tuttavia rappresentano mercati di sbocco ancora molto limitati per i beni industriali prodotti in regione (rappresentano complessivamente solo lŽ1,8 p.C. DellŽexport totale manifatturiero). Peculiare la struttura dellŽexport nel settore della fabbricazione delle macchine per impieghi speciali (per la metallurgia, per lŽindustria alimentare, per lŽindustria tessile e delle materie plastiche) dove i principali mercati di destinazione sono - a prescindere dallŽEgitto che la fa da padrone nellŽAfrica Settentrionale - Turchia, Cina, India e Russia. Da una più attenta analisi di confronto con le altre regioni, appare evidente come il Friuli Venezia Giulia abbia in termini assoluti un grado di apertura commerciale superiore alla media italiana: circa il 32 p.C. Del Pil complessivamente prodotto in regione è determinato dalle esportazioni (media Italia pari a 21,2 p.C.). In termini comparativi, nella disaggregazione per contenuto tecnologico incorporato nei beni, il posizionamento competitivo della regione nei confronti di questo mercato, tuttavia, appare ancora debole nei settori ad alta tecnologia (2,9 p.C. Del valore delle esportazioni manifatturiere complessive contro la media Italia pari a 9,3). Tale dato potrebbe essere letto come tallone dŽAchille dellŽinterscambio commerciale della regione, in quanto studi recenti dimostrano come le dinamiche del commercio internazionale facenti referenza al contenuto tecnologico incorporato nei beni esportati garantiscano per le imprese - in media - un maggior vantaggio competitivo nel medio-lungo termine. Ciò conferma quanto sia strategico supportare la ricerca e lŽinnovazione per stimolare produzioni sempre più competitive.  
   
 

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