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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Dicembre 2006
 
   
  AL TEATRO STUDIO, LA TERZA PARTE DELLE TRILOGIA DI UGO CHITI STORIE SCELLERATE PER I RAGAZZI DI VIA DELLA SCALA

 
   
  Milano, 11 dicembre 2006 - Approda al Teatro Studio, dal 12 al 17 dicembre 2006, I ragazzi di via della Scala – Cinque storie scellerate, lo spettacolo scritto e diretto da Ugo Chiti. Anni Cinquanta. Alcuni ragazzi si ritrovano per raccontarsi “storie di paura”, si riuniscono nel grande androne di un palazzo di periferia; il pianerottolo e il vano delle scale diventano un luogo dove il fantastico della narrazione s’intreccia al quotidiano dei personaggi. L’androne si tramuta in luogo deputato a evocare fiabe e leggende come quella, tanto per citarne una, di San Giuliano, il Santo assassino spinto da una profezia a trucidare i genitori per poi espiare la colpa. La “legenda aurea” di Jacopo da Varagine assume così i risvolti di un’ossessione, un’inconscia risposta ad un potere subìto come abuso e coercizione. Allo stesso modo la presenza quotidiana di un personaggio misterioso che attraversa le scale suggerisce una fiaba solo in parte riconducibile a quella del “Re porco” o a quella più nota de “La bella e la bestia”. I “ragazzini” sono quattro, tre maschi e una femmina, anzi sono cinque perché a loro si unisce sempre Giovannino che dice di avere compiuto sei anni, in realtà è un sedicenne mentalmente ritardato. Su e giù per le scale si muovono varie “presenze”, voci, caratteri appena accennati, un mondo di adulti sufficienti o intolleranti verso il gruppetto di ragazzi. Lo spettacolo è una metaforica riflessione su un’età indifesa dell’uomo e, in senso più allargato, una parabola sull’abuso e la violenza del potere. Il meccanismo narrativo di questo testo differenzia in modo sostanziale l’ultimo pannello della trilogia “La recita del popolo fantastico” dai testi precedenti. In Il vangelo dei buffi come in Quattro bombe in tasca la cifra drammaturgica era sempre riconducibile ad un contesto reale. Inoltre, sia il pretesto della religiosità contadina che il racconto epico e tragico della guerra partigiana, si attenevano alla comune radice della narrazione orale. Nel presentare, anni fa, il progetto della trilogia si era annunciato un capitolo dedicato alle “fiabe di paura” intendendo con questa generica definizione una serie di fiabe orrorifiche e di leggende delittuose. I ragazzi di Via della Scala risponde in parte a quelle premesse, non si tratta più di una semplice compilazione di fiabe, nel testo le vicende dei cinque “bambini” s’intrecciano ad un doppio gioco di rappresentazione dove il “quotidiano” e il “fiabesco” diventano sublimazione ed esorcizzazione di paure, angosce e smarrimenti dell’età infantile. Una cifra comune a tutta la trilogia verrà rispettata: l’alternanza tra comico e tragico, il grottesco divertito e allusivo, una sospensione onirica, qui ovviamente più accentuata, fino ad una conclusione che torna nel segno dolente di una realtà. Arca Azzurra e Ugo Chiti Dal 1982 una storia più che ventennale di lavoro nel segno esclusivo della drammaturgia italiana contemporanea in un ininterrotto sodalizio che fa di Ugo Chiti il vero e proprio “poeta di compagnia” dell’Arca Azzurra. Dal primo spettacolo prodotto, Volta la Carta… ecco la Casa, alla produzione di Genesi – i ribelli in programma per l’estate 2005, un’attenzione continua all’evolversi della società contemporanea analizzata attraverso messe in scena più volte riprese e premiate, prima fra tutte La provincia di Jimmy. Una attività precisa e coerente, attenta ai mutamenti storici e sociologici del nostro paese, mai fine a se stessa, ma sempre pensata attraverso percorsi progettuali comprendenti più spettacoli di volta in volta attenti agli aspetti più diversi della società italiana, da quello del costume, a quello psicologico a quello fantastico, con titoli come Allegretto… perbene ma non troppo, Paesaggio con Figure, Il Vangelo dei buffi, Come naufraghi in un mare di città, che vantano una presenza continua nei cartelloni dei più importanti teatri italiani. Un’attenzione costante alla riscoperta delle radici della nostra lingua attraverso i classici della letteratura toscana, con riscritture originali che hanno portato in scena testi di Machiavelli come La Clizia, La Cena delle beffe di Sem Benelli, novelle del Decamerone, racconti poco conosciuti della grande stagione letteraria a cavallo tra ottocento e novecento. Un ampio repertorio, con spettacoli di grande impegno produttivo o di più piccole dimensioni, disponibili in qualunque momento della stagione, dalle ultime produzioni Amleto in farsa tragedia, Genesi – i ribelli, Racconti, solo racconti, Buffi si nasce premiate dal consenso della critica e del pubblico e segnate da uno straordinario dinamismo scenico e drammaturgico, alle produzioni “storiche” Quattro bombe in tasca, I ragazzi di via della Scala, Bottegai, La Clizia, al lavoro di Alberto Severi La guerra piccola, premio Fondi La Pastora. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
 

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