Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Maggio 2011
 
   
  LA MOSTRA "PAESAGGI DI GUERRA" IN BIBLIOTECA A LAVARONE, FRAZIONE GIONGHI DAL 17 MAGGIO AL 28 AGOSTO 2011

 
   
   Trento, 16 maggio 2011 - Proseguono le mostre promosse dalla Rete Trentino Grande Guerra dedicate all’immagine del Trentino alla fine della Prima guerra mondiale. Tra l’estate 2010 e l’inverno 2011 sono state proposte 22 mostre diverse, dedicate ai 12 ambiti nei quali è stato suddiviso il territorio del Trentino posto lungo quella che un tempo era la linea del fronte. “Paesaggi di guerra”, sostenuto da Provincia autonoma di Trento, Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, Fondazione Museo storico del Trentino, Il Sommolago, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, sarà allestita presso la sala della Biblioteca comunale "S. Freud" di Lavarone, frazione Gionghi dal 17 maggio al 28 agosto. L’ultimo allestimento, che proporrà una sintesi complessiva delle dodici mostre, avrà luogo a Trento presso le Gallerie di Piedicastello a partire dal 9 settembre 2011. La mostra espone fotografie che guidano il nostro sguardo sui paesi, le montagne, le foreste trentine al termine della Grande Guerra, in quel 1919 che rappresentò il primo anno di pace, ma che per i Trentini che tornavano dal fronte e dall’esilio segnò la scoperta drammatica dell’eredità lasciata dalla guerra. Il visitatore trova immagini di macerie e di edifici distrutti, assieme a fotografie che ritraggono l’inizio della ricostruzione e che testimoniano la ripresa della vita quotidiana: soldati del Genio militare italiano impegnati in opere di ripristino, operai sui cantieri, donne e uomini al lavoro, edifici restaurati. L’impatto della guerra ha lasciato sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna segni indelebili ancora oggi rintracciabili nel paesaggio. Le imponenti fortificazioni austriache, costruite a partire dai primi anni del Novecento, e tutte le relative opere accessorie, modificarono in modo significativo i luoghi in cui furono erette. La necessità di trasferire in questi territori uomini, mezzi e materiali portò all’adeguamento delle vie di comunicazioni esistenti e all’approntamento di nuove arterie stradali. Le numerose teleferiche predisposte sugli Altipiani facilitavano gli spostamenti tra le basi logistiche in Valsugana e Valle dell’Adige e i presidi militari in quota mediante diversi punti di appoggio. Nelle aree antistanti i forti, per allargare il loro campo di tiro e permettere l’istallazione dei reticolati, estesi tratti boschivi furono abbattuti e ampie aree prative sottratte al pascolo. Sui rilievi furono messi in opera chilometri e chilometri di trinceramenti, intercalati da ridotte fortificate, ricoveri in roccia e distese di reticolati. Le trincee solcano ancora oggi questi territori come lunghe e profonde cicatrici. Nei pressi della frazione Chiesa di Lavarone fu collocata invece la centrale di comunicazione ottica di Monte Rust-horstberg, che svolgeva l’importante funzione di ricevere e trasmettere le segnalazioni dei proiettori luminosi collocati in tutti i forti del confine. Sull’altopiano folgaretano, in località Virti, ben nascosto nel bosco, si trovava poi il comando tattico austro-ungarico, cuore operativo di tutto il settore che dirigeva tutte le operazioni sul territorio, compreso l’avvio della Strafexpedition del maggio 1916. Il grosso delle truppe trovò ricovero nelle abitazioni civili, ma baraccamenti di legno furono realizzati ovunque in prossimità delle prime linee, costituendo spesso veri e propri villaggi, come quello che sorse in Val Orsara, in località Steinbruch, o quello di Monterovere, che ospitava uno dei più importanti punti di smistamento di truppe e vettovagliamenti del settore austriaco degli Altipiani. A poca distanza dagli ospedali e a ridosso dei forti inevitabili furono i cimiteri militari, in parte smantellati dopo la guerra o ancora oggi luoghi della memoria e del ricordo, come quello di Slaghenaufi nei pressi di Lavarone. Nel corso della primavera del 1915, nell’imminenza dello scoppio delle ostilità, tutti coloro che risultavano “abili al lavoro” vennero chiamati a scavare le trincee che arrivavano praticamente ad attraversare i paesi o a contribuire all’ultimazione dei forti. A Luserna, ’ordine di evacuare la popolazione civile fu dato solo il 24 maggio e i primi tiri dei forti nemici provocarono alcune vittime tra donne e bambini. I profughi scappati dagli Altipiani furono indirizzati verso Salisburgo e da lì in Baviera o nella Boemia del nord. Alla fine del conflitto in molti rientrarono nei loro paesi di origine e si dedicarono alla ricostruzione. Catalogo e video - La mostra è accompagnata dal catalogo Paesaggi di guerra. L´immagine del Trentino alla fine della Prima guerra mondiale, a cura di Mauro Grazioli, Anna Pisetti, Fabrizio Rasera, Camillo Zadra. Il volume propone un’ampia selezione delle fotografie esposte nelle 12 diverse mostre di cui è composto il progetto “Paesaggi di guerra”. Sul sito www.Trentinograndeguerra.it è possibile guardare “Ritorni” di Micol Cossali, video realizzato in occasione della mostra. Il filmato aiuta ad interpretare, attraverso un percorso di fotografie e di testimonianze, lo stato d’animo di profughi e di soldati che, tornando alle proprie case, scoprivano dolorosamente quanto la guerra avesse trasformato profondamente il mondo che avevano lasciato al tempo della loro partenza. Www.trentinograndeguerra.it/    
   
 

<<BACK