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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Maggio 2011
 
   
  FURTI DI AUTO: DOVE E COME LA PERCEZIONE DELLE VITTIME LUOGHI E MODALITÀ DEI FURTI, STATI D’ANIMO DI CHI LO SUBISCE E DI CHI RECUPERA IL PROPRIO VEICOLO.

 
   
  Roma, 16 maggio 2011 - Nel 2010 i furti di veicoli hanno confermato di costituire una problematica di primo piano per il nostro Paese: sono state, infatti, rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti (Fonte: elaborazioni Lojack Italia su dati del Ministero dell’Interno). Lo scorso anno ogni giorno sono state rubate oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti; al contempo diminuisce il numero dei veicoli rubati e poi recuperati e restituiti ai legittimi proprietari: un bollettino per nulla rassicurante per i possessori di auto, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli sottratti, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010. Uno studio commissionato all’istituto di ricerca A&f Research da Lojack Italia, società leader nelle attività di rilevamento e recupero dei veicoli rubati, ha indagato, attraverso interviste a un campione di soggetti vittime delle sottrazioni dei veicoli in tutta Italia, le dinamiche di questo crimine e la sua percezione da parte delle vittime. Di seguito si propongono le principali evidenze emerse dallo studio. Dove avviene il furto - I moderni sistemi antifurto hanno reso i furti indubbiamente più difficili, ma non per questo impossibili; ladri esperti e con attrezzatura adeguata sono in grado di disattivare gran parte dei sistemi antifurto nel giro di pochi minuti. Inoltre, alle tradizionali tecniche di furto se ne sono aggiunte alcune molte pericolose, anche per l’incolumità stessa dei proprietari dei veicoli: in diversi casi i ladri non esitano ad entrare in casa per rubare le chiavi delle auto. Può così accadere che il proprietario dell’auto si accorga della sottrazione della chiave solo diversi giorni dopo, rendendo di fatto più difficile il ritrovamento dell’auto. Talvolta invece, ed è l’eventualità più temuta, questi tentativi possono degenerare in vere e proprie rapine violente ai danni dei residenti. Stando ai risultati della ricerca, nella maggior parte dei casi il furto dell’auto avviene proprio in situazioni apparentemente percepite come “sicure”, nei pressi dell’abitazione della vittima. Tra i luoghi preferiti dai topi di auto per portare a termine le proprie azioni criminali: parcheggio esterno vicino a casa: 36,2% - parcheggio in luogo pubblico: 23,8% - garage interno: 13,8% - vicinanza al luogo di lavoro: 13,8% - vacanza/trasferta: 10% - altro luogo: 2,4% In 40 casi su 100 il derubato non è in grado di ricostruire le modalità seguite dai ladri per portare a termine la loro azione criminale. Negli altri casi il furto avviene con scasso diretto (31,2%), con traino e poi scasso (13,8%), con sottrazione di chiavi (5%) o con altri stratagemmi (10%), quali ad esempio l’asportazione dell’antifurto meccanico, la sostituzione della targa e la clonazione del telecomando. Un altro degli stratagemmi sempre più diffuso ha a che fare direttamente con le rapine presso le concessionarie: la custodia delle chiavi originali all’interno dei veicoli oppure presso un punto centrale situato all’interno del negozio rende più semplice il furto di auto in esposizione. In 63 casi su 100 la sottrazione dell’auto si verifica nonostante la presenza di un sistema antifurto: elettronico di serie nel 75% dei casi, blocca sterzo-pedaliera (21,2%), allarme acustico aggiunto (9,6%), blocco motore aggiunto (7,7%) e sistema di localizzazione satellitare (5,8%). Oltre al 35% delle vittime di furto che non si dotano di antifurto (nonostante i dati attestino il primato del nostro Paese nella classifica delle sottrazioni di auto a livello europeo), anche per il 63,8% degli automobilisti che lo hanno inserito, l’antifurto non svolge il suo ruolo in modo decisivo ed efficace. La spiegazione di coloro che hanno deciso di non dotarsi di un antifurto è semplice: per gran parte degli intervistati l’auto non è ritenuta nuova (43% circa) e appetibile dai ladri (21,4%). Questo è un errore di valutazione molto frequente, molte organizzazioni criminali infatti preferiscono rubare auto non nuove perché presentano un’elettronica meno sofisticata e perché maggiormente utili nel mercato nero dei pezzi di ricambio. Numerose sottrazioni dei veicoli a scopo cannibalizzazione sono state inoltre riscontrate in Puglia. In questo territorio il modus operandi della criminalità prevede infatti il “ricovero” dei veicoli rubati all’interno di capannoni, finte serre o all’aperto nel mezzo di uliveti. Le foglie degli alberi nascondono ad occhi indiscreti il maltolto, anche da eventuali perlustrazioni dall’alto con gli elicotteri. Proprio a fronte di questi particolari “escamotage” messi in atto dai malviventi il sistema Lojack si è rilevato molto efficace grazie alla possibilità di rilevare e tracciare il segnale a radiofrequenza emesso dal veicolo rubato anche nei sentieri campestri più isolati. In altri casi questi stessi veicoli vengono presi per compiere altri crimini, dando meno nell’occhio rispetto ad auto nuove o fuoriserie. A testimonianza di questi fenomeni, la classifica delle auto più rubate nel 2010 vede posizionata al terzo posto, dopo le Fiat Panda e Punto, la vecchia Fiat Uno (elaborazione Lojack dati Ministero dell’Interno 2010). Per quanto riguarda i veicoli di nuova progettazione invece, la Centrale Operativa Lojack ha registrato numerosi furti di Fiat Panda (veicolo di piccola cilindrata). Di seguito le altre motivazioni fornite dalle persone che hanno scelto di non dotarsi di un antifurto: alcuni hanno pensato di lasciare l’auto incustodita per poco tempo oppure in garage (10,7%), altri ritenevano che con la scheda di accensione fosse meno “rubabile” (7,1%). Nel 7% dei casi inoltre si riscontra la convinzione di una inaffidabilità generale dei sistemi presenti sul mercato. La percezione del furto da parte della vittima: danno economico e personale - I risultati dell’analisi attestano che il furto viene percepito da chi lo subisce come “vulnus” prevalentemente nella sfera e ambiente personale e famigliare (50% dei casi). Il furto dell’auto rappresenta quindi un grave danno economico e materiale (per 2 intervistati su 3) ma anche un danno psicologico, legato ad una violazione della sfera privata e della sicurezza percepita. Tra i principali disagi materiali causati dall’evento, gli intervistati indicano principalmente disagi operativi immediati (57,5%), difficoltà burocratiche (55%) e disagi su tempi medio lunghi per la mancanza di vettura (53,8%). In molti casi, però, il furto si configura anche come un disagio psicologico ed emotivo (38,8%) e relazionale (41,2%) A livello proiettivo il furto auto viene paragonato da chi lo subisce ad altre azioni delittuose come una perdita economica o lo smarrimento di un bene utile e personale (47,5%), la violazione dalla privacy (11,2%) e del proprio domicilio/abitazione (11,2%). Il recupero dell’auto - La diminuzione del numero assoluto dei furti negli ultimi anni non deve però far pensare a una minore gravità del fenomeno, in quanto negli anni si è assistito anche ad una graduale diminuzione del numero dei veicoli recuperati a seguito della sottrazione, passati dai circa 130mila annui del 1990, ai 123mila del 2000, fino ai 58.799 rinvenimenti (47,3% del rubato) del 2010, in netto calo rispetto ai 67.043 del 2009 (48,8% del rubato). In proporzione, quindi, il numero dei veicoli di cui ogni anno si perde traccia è in costante aumento. Alla luce dei traumi appena indicati legati alla scoperta del furto della propria auto, l’opportunità di ritrovarla rappresenta un evento molto positivo, che però solo un quarto dei derubati (26,2%) del campione intervistato realmente ha sperimentato (in tempi non sempre brevi). Anche il ritrovamento dell’auto è un evento che può essere accompagnato da forte stress: poco più di un terzo dei “fortunati” (38,1%) la ritrova entro 48 ore, più del 57% ne rientra in possesso dopo oltre 1 settimana. In che condizioni versa l’auto appena riconsegnata al legittimo proprietario? Poco meno del 50% segnala “danni gravi” subiti dall’auto durante il periodo di sottrazione, e in 1/3 dei casi il proprietario, dopo essere tornato in possesso del veicolo, decide di rottamarlo in quanto lo percepisce come “violato”, “danneggiato/sporcato”. E chi non riesce a recuperare la propria auto? Il mancato ritrovamento costituisce un fattore di disagio e stress aggiuntivo al furto stesso, amplificato dal fattore tempo. Nel 44,1% dei casi il non ritrovamento dell’ auto costituisce un “grave danno e dispiacere” spesso legato allo stress e all’incertezza dell’attesa. L’assicurazione contro il furto - Il disagio legato al furto può essere attenuato da tempi più veloci del ritrovamento e anche del rimborso assicurativo, ma anche sul post-furto le dinamiche che si innescano sono diverse. I dati mostrano una contraddizione allarmante: in un paese come l’Italia, ai primi posti in Europa per il fenomeno furti, quasi la metà di chi subisce il furto non è assicurato contro questo fenomeno. Oltre un intervistato su due ha l’assicurazione contro il furto, mentre per il restante 46,2% degli intervistati il furto si traduce quindi automaticamente in un grave danno economico, privo di qualsiasi rimborso. Tra i modus operandi di furto emergenti c’è proprio quello la scelta di veicoli di valore contenuto, in quanto solitamente privi di copertura assicurativa contro il furto, e successivamente la restituzione del mezzo in cambio di un riscatto (il cosiddetto cavallo di ritorno), una pratica riscontrata sovente in Campania, in particolare nella città di Napoli. Agli assicurati non va sempre meglio: solo il 44,2% dichiara di riscuotere un rimborso congruo o totale. Circa il 50% riceve rimborsi solo parziali ed in tempi non particolarmente soddisfacenti. Solo il 2,3% degli intervistati assicurati si considera “molto soddisfatto” dell’Assicurazione, ma prevale comunque una quota di abbastanza soddisfatti, pari al 55,8% Tra le ragioni di insoddisfazione prevalgono i “tempi lunghi per il rimborso” e la “lunga prassi burocratica”. Sistemi antifurto - Per tutelarsi contro future simili situazioni, la scelta di un efficace sistema antifurto è considerato in generale “molto/abbastanza importante” da oltre il 70% degli intervistati, come sinonimo di tranquillità e deterrente per i ladri. Stando alle risposte degli intervistati, dall’antifurto ci si attende, in ordine di importanza, l’impossibilità di disattivarlo, l’efficacia, la garanzia di massima sicurezza, la garanzia del recupero e l’alta tecnologia. “Dall’analisi”, evidenzia Maurizio Iperti, Amministratore Delegato di Lojack Italia, “emerge chiaramente come il furto dell’auto venga sempre più percepito non solo come un grave danno economico per chi lo subisce, ma anche come una violazione della propria sfera privata e della sicurezza percepita. La sottrazione dell’auto costituisce una delle principali ansie per chi si appresta ad acquistare un veicolo nuovo o usato. Grazie alla nostra avanzata tecnologia in radio-frequenza, oggi possiamo contare su importanti risultati nel contrasto della criminalità, garantendo il recupero del 90% dei veicoli rubati equipaggiati con i nostri dispositivi nelle 48 ore successive al crimine”. Sandro Biagianti, Direttore della Sicurezza Lojack, ogni giorno affianca le Forze dell’Ordine per fornire un supporto concreto nella lotta al furto dei veicoli: “In Italia manca ancora una vera cultura di prevenzione e protezione dai furti d’auto. Come mostrano i dati, infatti, molte persone che hanno subito il furto del proprio veicolo avevano deciso di non proteggersi per gravi errori di percezione o per risparmiare. I ladri professionisti, quando decidono di rubare una macchina, ci riescono: per questo motivo dotarsi di un sistema di recupero come Lojack, ad avanzata tecnologia e realmente efficace grazie all’esclusiva partnership con le Forze dell’Ordine, può costituire una concreta ed economica soluzione al problema”.  
   
 

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