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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Dicembre 2006
 
   
  TURISTI PER... PROFESSIONE L´ITALIA È UN PAESE BASATO SUL TURISMO. EPPURE IL SETTORE, PER MAGDA ANTONIOLI, SCONTA LA MANCANZA DI SCELTE STRATEGICHE.

 
   
  Territorio e prodotti su misura le leve del rilancio Magda Antonioli, direttore del master in Economia del turismo alla Bocconi, ama arrivare al sodo, senza giri di parole: nel suo studio ingombro di libri e documenti, tra una telefonata, una mail e una battuta scambiata con uno dei tanti colleghi del dipartimento che bussano alla sua porta, non esita a lanciare strali al sistema turistico italiano. Troppo immobilismo, soprattutto in passato, e poca attenzione alle esigenze di un settore che vive sempre più di prodotti su misura. Perché se è vero che il Belpaese è capace di attrarre ogni anno frotte di turisti, stando a un saldo 2005 che parla di 46 milioni di stranieri in visita in Italia e di un movimento interno nell’ordine delle 50 milioni di unità, è pur vero che il sistema nel suo complesso mostra il fianco a diverse critiche. Ed è proprio sull’analisi dei trend degli ultimi anni che Magda Antonioli mostra ai suoi studenti la necessità di una decisa e lungimirante riorganizzazione di infrastrutture e servizi. Spronandoli a studiare sì l’economia, ma senza dimenticare che, se si parla di turismo, non bisogna perdere di vista il territorio. Qual è la dimensione del settore turismo in Italia? E’ uno dei comparti più importanti. Ha un effetto diretto stimabile nel 6% del pil e effetti indiretti, ivi compreso l’indotto, nell’ordine dell’11%. Ma è anche un settore al quale forse non si è mai riconosciuto un ruolo esplicito. Con la scusa che in ogni caso in Italia i turisti non sono mai mancati, si è dedicata poca attenzione allo sviluppo delle strutture e delle infrastrutture, pur in presenza di una parallela crescita del settore in altri paesi. Eppure, a guardare le cifre, non sembra che la situazione sia così negativa Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una nuova crescita, che ha in parte sanato il trend negativo dei due anni precedenti. Però, il punto è che questa situazione positiva rischia di far perdere ulteriormente di vista le necessità del sistema. E’ proprio nei periodi di vacche grasse che si tende a non fare nulla. Siamo eredi inconsapevoli di un’enorme quantità di risorse, che non sfruttiamo nella giusta maniera. Non puntiamo a sufficienza sul low-cost, non promuoviamo la logica dei pacchetti, non incentiviamo il fuori stagione. Qual è allora la via da imboccare per dar luogo a un vero sviluppo? C’è bisogno di un sano ripensamento del sistema, che possiede le risorse, anche umane, ma necessita di una riorganizzazione. La competitività di un settore turistico come il nostro richiede la creazione di un network di competenze, una rete che colleghi tutti i rami dell’albero. Dal punto di vista legislativo, la gestione delle risorse è delegata alle Regioni e agli enti locali, ma affinché i risultati siano positivi, è bene che ci sia un adeguato coordinamento a livello nazionale. Negli ultimi anni la consapevolezza politica e degli operatori nei confronti delle criticità del settore è aumentata, adesso bisogna investire, tenendo presente che non esiste una soluzione univoca per le diverse realtà del nostro paese. E bisogna anche imparare a diversificare i servizi secondo il target al quale sono destinati: i musei italiani, per esempio, raramente sono allestiti in base alle necessità delle diverse categorie di fruitori. Investire nella giusta direzione e creare un network di competenze presuppone un capitale umano adeguatamente formato. Cosa si insegna a chi punta all’economia del turismo? Che l’attrattività e la competitività non si improvvisano. Per intervenire nel settore ci vogliono persone in grado di destreggiarsi tra il management e il marketing, ma che sappiamo anche incrociare questi elementi con lo studio del territorio. Inoltre, si insegna a conoscere la domanda, perché parlando di Germania, non è lo stesso dire Monaco o Amburgo, e a capire che le nuove tecnologie non servono a mettere online un sito, ma a sviluppare una comunicazione ad hoc a seconda dei clienti. Il turismo è un settore che richiede sempre di più prodotti “self tailored”, tagliati su misura. Da questo punto di vista, le nuove generazioni sono avvantaggiate, perché fanno meno fatica a comprendere questa logica: i ragazzi sono i primi a avvertire le necessità di un cambiamento. .  
   
 

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