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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Maggio 2011
 
   
  RICERCATORI OFFRONO UNA SPERANZA A CHI SOFFRE DI PROLASSO

 
   
  Bruxelles, 18 maggio 2011 - Scienziati in Scandinavia hanno trovato un nuovo metodo per curare chi soffre di prolasso degli organi pelvici. Presentato sul New England Journal of Medicine, il loro studio rivela che l´uso di reti sintetiche può avere un effetto migliore sui pazienti rispetto alla tradizionale chirurgia. Il team, condotto dal Karolinska Institutet in Svezia, afferma che la rete sintetica non solo ripristina l´anatomia genitale ma può anche fornire un più efficiente sollievo dei sintomi. Prolasso significa "cadere fuori" e, in medicina, è un disturbo che provoca la caduta di organi, come l´utero o delle valvole cardiache, dalla corretta posizione. Studi precedenti hanno dimostrato che l´intervento chirurgico tradizionale per curare il prolasso spesso non è all´altezza e non dà risultati soddisfacenti per i pazienti. Soltanto in Svezia si fanno in media 7.500 operazioni per il prolasso ogni anno. Questo nuovo studio si è occupato in particolare del prolasso degli organi pelvici, un comune disturbo post-parto che comporta la perdita di sostegno per gli organi pelvici e la vagina. Gli organi pelvici scendono e possono a volte sporgere attraverso l´apertura vaginale. Gli scienziati hanno confrontato la tradizionale chirurgia per il prolasso con un nuovo metodo basato sull´impianto chirurgico di una rete di polipropilene che fornisce sostegno permanente alla parete pelvica indebolita. Hanno esaminato 389 donne che sono state assegnate a caso a uno studio sulle cure di questo problema. Un totale di 200 donne sono state curate con il kit di rete transvaginale, mentre le altre partecipanti sono state sottoposte alla tradizionale colporrafia (la correzione chirurgica di un difetto della parete della vagina). Il team ha scoperto che alla fine del primo anno, l´outcome primario era considerevolmente più comune nel 60,8% delle donne curate con la rete transvaginale rispetto al 34,5% delle donne che avevano subito una colporrafia. Inoltre la chirurgia con la rete diminuiva il rischio di ricaduta per i pazienti. È necessario però precisare che l´uso di una rete sintetica può anche far aumentare il rischio di complicazioni. La percentuale di problemi intraoperatori era più alta nel gruppo che aveva subito l´intervento di impianto della rete rispetto al gruppo che aveva subito la colporrafia e la percentuale di perforazione della vescica era del 3,5% nel gruppo cui era stata impiantata la rete rispetto allo 0,5% del gruppo della colporrafia. L´intervento inoltre durava di più nel primo caso e ci sono stati dei casi di problemi causati dalla rete fino a un anno dopo l´intervento. "Il nuovo metodo chirurgico ha chiari vantaggi rispetto a quello tradizionale," spiega il professor Christian Falconer del Karolinska Institutet, consulente anziano del Danderyd Hospital e co-autore dello studio. "Ma il fatto che il rischio di complicazioni aumenta, significa che dobbiamo informare con precisione il paziente e soppesare i pro e i contro dei due metodi in ciascun caso singolarmente." Secondo il professor Falconer, questo studio è importante perché conferma un nuovo principio di cura e istituzionalizza l´uso del sostegno vaginale permanente come un altro modo di curare il prolasso degli organi pelvici. Il team avverte però che è necessario lavorare ancora sia sul materiale che sul metodo per contribuire a identificare i pazienti che possono trarre giovamento da questa cura e far scendere il rischio di complicazioni. Allo studio hanno partecipato esperti provenienti da Danimarca, Finlandia e Norvegia. Per maggiori informazioni, visitare: Karolinska Institutet: http://ki.Se/ki/jsp/polopoly.jsp;jsessionid=ad138dhlct9crkia2-?l=en&d=130  New England Journal of Medicine: http://www.Nejm.org/    
   
 

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