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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Maggio 2011
 
   
  CASTANICOLTORI, ABBIATE FIDUCIA NELL’”ALLEATO” DEI CASTAGNI LE INDICAZIONI DEI TECNOLOGI IASMA PER PORTARE A BUON FINE LA LOTTA CONTRO LA VESPA CINESE

 
   
   E’ stato rilasciato in alcuni castagneti infestati di Lodrone, Fornace e Nago per combattere la vespa cinese. Il Torymus sinensis è un insetto fornito dall’Università di Torino e al momento rappresenta l’unico strumento di lotta biologica specifico. Gli esperti dell’Istituto Agrario di San Michele e dell’Ufficio Fitosanitario della Provincia autonoma di Trento raccomandano ai castanicoltori di lasciarlo “lavorare” con tranquillità. Le indicazioni, in particolare, sono di non rimuovere o distruggere le galle, cioè le escrescenze tondeggianti provocate dalla vespa cinese, per non ostacolare l’azione del parassitoide inserito al loro interno, soprattutto nelle zone di lancio. Le femmine di T. Sinensis sono, infatti, dotate di un lungo ovopositore, grazie al quale depongono le uova all’interno delle galle prodotte dal cinipide sulle foglie del castagno. Le larve del parassitoide si sviluppano a spese di quelle del cinipide, presenti nelle galle, uccidendole. Sono assolutamente da evitare i trattamenti con agrofarmaci: oltre ad essere del tutto inefficaci, questi vanificherebbero l’azione di T. Sinensis e degli altri parassitoidi. Infine - raccomandano i tecnologi - chiunque acquisti piantine di castagno deve verificare che siano munite di passaporto Ce. Dal 2006 l’Ufficio Fitosanitario della Provincia autonoma di Trento ha avviato, in collaborazione con il Centro Trasferimento Tecnologico di San Michele (gruppo di lavoro Foreste e Verde Urbano), un’intensa attività di monitoraggio che ha permesso di seguire la comparsa e la diffusione sul nostro territorio di Dryocosmus kuriphilus, la vespa cinese del castagno, segnalato per la prima volta nel 2007 nella zona di Civezzano. I tentativi di eradicazione attuati grazie al Servizio Foreste e Fauna della Pat si sono purtroppo rivelati, oltre che onerosi, inutili: negli anni successivi il fitofago si è rapidamente diffuso in tutta la provincia. Nell’ultimo anno sono state colonizzate anche le ultime aree castanicole rimaste indenni, con livelli d’infestazione variabili nelle diverse zone colpite. Ad oggi e in tutta Italia non è stato segnalato nessun caso di morte delle piante attaccate, neppure nei casi di maggior appariscenza degli attacchi. Inoltre gli studi in corso non hanno ancora permesso di quantificare l’eventuale calo produttivo e l’indebolimento generale delle piante. Dal 2010 l’Istituto Agrario, che ha come referente del progetto Federico Pedrazzoli del gruppo di lavoro Foreste e Verde Urbano, ha avviato un programma di lancio di T. Sinensis. Nell’aprile dello scorso anno è stato effettuato un primo rilascio nella zona di Lodrone. Le femmine del parassitoide sono dotate di un lungo ovopositore, grazie al quale depongono le uova all’interno delle galle. Le larve di T. Sinensis si sviluppano a spese di quelle del cinipide, uccidendole. Nel 2011 l’attività di lotta biologica è proseguita con tre lanci rispettivamente a Lodrone, Fornace e Nago-torbole; nuovi rilasci sono previsti anche nei prossimi anni. Poiché la vespa cinese ha impiegato cinque anni per colonizzare i castagneti del Trentino, è prevedibile che anche il suo antagonista impiegherà tempi medio-lunghi per insediarsi e produrre effetti visibili. È da segnalare come alcuni parassitoidi “nostrani” di altri imenotteri galligeni abbiano già dimostrato l’adattamento a questa nuova preda.  
   
 

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