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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Maggio 2011
 
   
  ANGUILLE DEL LAGO DI GARDA, ULTERIORI VERIFICHE IN CORSO DOPO L´ORDINANZA MINISTERIALE CHE NE VIETA LA VENDITA E IL CONSUMO

 
   
   Le acque sono sicure e balneabili, i controlli effettuati su cinque specie di pesci non hanno dato problema alcuno. Mentre i controlli effettuati dalla regione Lombardia sulle anguille del lago di Garda nel novembre del 2010 hanno messo in luce valori di Pcb (policlorobifenili-diossina simili) superiori ai limiti fissati dal Regolamento (Ce) n.1881 del 2006. Le due regioni - Lombardia e Veneto e la Provincia autonoma di Trento - che insistono sul lago di Garda, hanno già individuato una strategia comune per verificare la presenza e la distribuzione dei contaminanti prevedendo un campionamento significativo e individuando 10 stazioni di prelievo a copertura della zona. Successivamente ed in ragione dei risultati dovranno essere avviate le ricerche per individuare le eventuali fonti di contaminazione, nonché le misure per ridurre o eliminare queste immissioni. Lo studio campionario, affidato al centro di referenza nazionale dell´istituto zooprofilattico dell´Abruzzo e Molise ha infatti restituito, attraverso l´analisi di 102 campioni un valore di conformità per tutte le specie esaminate - agone, coregone, luccio, persico e tinca - con l´eccezione appunto delle anguille. Queste analisi hanno consentito di valutare il rischio per la salute umana e conseguentemente hanno portato all´ordinanza del Ministero della salute che ha fissato in via cautelativa il divieto di vendita e consumo per le anguille, demandando a Lombardia, Veneto e alla Provincia autonoma di Trento il compito di coordinare e vigilare sulle fasi successive che dovranno, anche con estensione del campione, completare le verifiche. L´ordinanza entrerà in vigore con la sua pubblicazione, che avverrà la prossima settimana ed avrà validità per 12 mesi. Le ulteriori indagini dovranno mettere in luce se è vera l´ipotesi formulata dai consulenti che non vi siano attualmente fonti che immettono diossina nel lago ma che la presenza, essendo questa una sostanza che rimane nel grasso e nel tempo, sia dovuto a situazioni pregresse. Tutte le fasi sono state condivise attraverso un tavolo tecnico dalle tre regioni cui spetta adesso la predisposizione della ricerca delle eventuali fonti di immissione dei contaminanti, affidando alle Agenzie per la protezione dell´ambiente l´analisi dei fanghi lacustri e dei carotaggi effettuati nei fondali. Il Ministero della salute ha ribadito l´assoluta sicurezza e balneabilità delle acque del Garda, poiché questi risultati non incidono in alcun modo sulla qualità delle acque.  
   
 

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