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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Dicembre 2006
 
   
  LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI IN ARRIVO AL TEATRO OSCAR

 
   
   Milano, 11 dicembre 2006 - “La piccola bottega degli orrori” è uno tra i musical più famosi in Italia, oltre ad essere stato un grande successo a Broadway e a vantare rappresentazioni in tutto il mondo, anche grazie ai successi degli omonimi film (il primo, film di serie B del 1960, girato in soli 2 giorni e ad un costo bassissimo, divenuto un vero e proprio cult, che vede il debutto di un giovanissimo Jack Nicholson e il secondo del 1986, di Frank Oz, con la partecipazione di Steve Martin, Bill Murray e James Belushi). Un mix di comicità, suspance, emozione e ritmo della musica anni ’60, composta dall’autore dei più grandi successi Disney (“La sirenetta”, “La Bella e la Bestia”, “Aladdin”, ecc. ), ed effetti speciali, tra cui quello della pianta carnivora gigante che “mangia” gli attori in scena!!! Trama Un piccolo negozio di fiori, in un povero quartiere di una New York anni ’60, sta per dichiarare bancarotta, quando il giovane commesso, Seymour, propone al suo principale, il signor Mushnik, di esporre in vetrina una piccola pianta carnivora, trovata in circostanze misteriose durante un’eclissi di sole. Come per magia l’attività del negozio rinasce improvvisamente. L’inaspettata fortuna viene attribuita alla presenza della pianta, battezzata dal timido botanico col nome di Audrey, lo stesso che porta la dolce collega di cui egli è segretamente innamorato. Presto però Seymour scopre che la pianta si nutre in modo… insolito e cresce a dismisura fino a sviluppare addirittura la capacità di parlare! La pianta sembra proprio avere una sua volontà in grado di cambiare radicalmente l’evolversi degli eventi. Note di regia. Il musical “La piccola bottega degli orrori”, per esplicita volontà degli autori, fa della satira sui film di fantascienza degli anni ’60 e la commedia musicale stessa. Il fatto che però i personaggi della storia prendano tutto seriamente crea un contrasto assolutamente divertente. Di conseguenza la scelta è stata quella di fare una serie di riferimenti espliciti sia ai film di fantascienza di quell’epoca, sia agli stereotipi del musical per eccellenza. Così la scenografia ricorda spesso alcuni fondali loro malgrado finti, tipici di quel tipo di cinema, i costumi riecheggiano le paillettes degli spettacoli di Broadway, la musica è arrangiata a volte a rock ‘n’ roll in stile Supremes e a volte come la più tipica tra le canzoni d’amore da commedia musicale. Alcuni momenti riportano alla memoria i due innamorati sulla scala antincendio di “West Side Story”, qualcuno cha canta per strada sotto la pioggia, i trii vocali di colore alla “Dreamgirls”, le automobili fiammanti alla “Grease” o il numero orientale tipo “Cin-cillà”. .  
   
 

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