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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2011
 
   
  TECNOLOGIA SOFISTICATA SVELA ESOPIANETA POTENZIALMENTE ABITABILE

 
   
   Bruxelles, 23 maggio 2011 - Degli scienziati in Francia sono riusciti a identificare il primo esopianeta potenzialmente abitabile usando un sofisticato modello computazionale. Presentato nella rivista The Astrophysical Journal Letters, il pianeta Gliese 581d orbita attorno a una nana rossa; la sua superficie è coperta da acqua allo stato liquido, la sua atmosfera è stabile e le sue temperature sono confortevoli. E si trova a soli 20 anni luce dalla Terra. La ricerca è stata in parte finanziata dal progetto E3arths ("Exoplanets and early earth atmospheric research: theories and simulations"), che ha ricevuto una sovvenzione del Consiglio europeo della ricerca del valore di 720.000 euro nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Gli astrofisici hanno lavorato per molti anni per trovare il primo pianeta abitabile. Le indagini erano state svolte in gran parte nella "zona abitabile" attorno alle stelle, ciò che gli esperti definiscono come l´intervallo di distanze in cui i pianeti non sono troppo caldi o freddi perché vi esista la vita. La curiosità sulla stella nana rossa Gliese era sorta tre anni fa quando degli scienziati dagli Stati Uniti avevano detto di aver individuato due pianeti che orbitavano apparentemente vicini al limite interno ed esterno della sua zona abitabile. Gliese 581d era quello più lontano e fu di conseguenza ritenuto troppo freddo perché la vita vi prosperasse. Salto temporale in avanti di 3 anni, quando un altro team di scienziati ha svelato di aver scoperto un nuovo pianeta chiamato Gliese 581g. Essi ritenevano che la massa di questo pianeta fosse simile a quella della Terra e che fosse situato vicino al centro della zona abitabile. Ma una successiva valutazione indipendente ha rivelato che non era questa la situazione. Alcuni esperti sostengono che Gliese 581g non esiste, suggerendo che si potrebbe trattare solamente del risultato di rumore nelle "misurazioni ultra-minute dell´oscillazione stellare" che sono necessarie per identificare gli esopianeti in questo sistema. In fin dei conti, Gliese 581d sembra essere un esopianeta potenzialmente abitabile. Robin Wordsworth e colleghi dal Laboratoire de météorologie dynamique dell´Istituto Pierre Simon Laplace in Francia affermano che Gliese 581d ha una massa pari almeno a 7 volte quella del nostro pianeta, e una dimensione circa doppia. Allo scopo di determinare se Gliese 581d sia un buon candidato, il team ha sviluppato un modello computazionale in grado di simulare i possibili climi dell´esopianeta. Questo aveva un´importanza particolare poiché non era chiaro se il pianeta potesse sopportare glaciazioni globali e/o collassi atmosferici. Essi affermano che il pianeta riceve il 35% in meno di energia stellare rispetto a Marte. Ma le loro simulazioni climatiche tridimensionali hanno mostrato che Gliese 581d possiede acqua liquida in superficie e un´atmosfera stabile, "che fanno di esso la prima super-Terra (esopianeta di 2-10 masse terrestri) confermata nella zona abitabile". Non soltanto il clima del pianeta è stabile rispetto al collasso, ma le sue temperature confortevoli possono consentire l´esistenza di oceani, nuvole e pioggia. È importante notare che le loro simulazioni hanno anche rivelato che l´atmosfera ridistribuisce efficacemente il riscaldamento della luce del giorno, tenendo così a bada qualsiasi collasso atmosferico sul lato destro o ai poli. I ricercatori affermano che sulla base della radiazione infrarossa emessa dal modello, essi "propongono test sperimentali che permetteranno in futuro di distinguere questi casi da altri possibili scenari". I ricercatori sono quindi entusiasti del fatto che Gliese 581d sia uno dei più prossimi vicini galattici della Terra. E anche se molto lavoro deve ancora essere fatto, gli scienziati riceveranno gli strumenti che necessitano per ottenere le informazioni di cui hanno bisogno per questo pianeta potenzialmente abitabile. A questo studio hanno contribuito anche esperti dal Centro nazionale per la ricerca scientifica (Cnrs) e dall´Università di Bordeaux in Francia. Per maggiori informazioni, visitare: Institut Pierre Simon Laplace: http://www.Ipsl.fr/en/  The Astrophysical Journal: http://iopscience.Iop.org/0004-637x    
   
 

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