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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Maggio 2011
 
   
  UE: POLITICA ECONOMICA: SEI PROPOSTE PER USCIRE DALLA CRISI SHARON BOWLES SUL PACCHETTO DI POLITICA ECONOMICA: "GRANDE SHOCK PER GLI STATI MEMBRI"

 
   
  Bruxelles, 23 maggio 2011 - Mentre gli Stati cercano di porre rimedio alla crisi economica, il Parlamento sta lavorando a un pacchetto di regole per evitare che si ripeta. Le nuove leggi prevedono un monitoraggio migliore dei bilanci e dei deficit degli Stati, nonché misure per individuare e sanare gli squilibri tra le economie della zona euro. Per saperne di più abbiamo intervistato la Presidente della commissione economica, la liberale inglese Sharon Bowles, che sta negoziando con gli Stati membri prima del voto in plenaria. Onorevole Bowles, cosa si vuole ottenere con questo pacchetto? Innanzitutto maggiore trasparenza, che significa anche più responsabilità per gli Stati. Vogliamo poi introdurre il voto di "maggioranza qualificata invertita" come processo normale per le misure di politica economica. Ciò significa che il Consiglio dovrà votare per bloccare le misure correttive imposte agli Stati che non rispettano il Patto di stabilità e crescita, piuttosto che votare per la loro applicazione, come succedeva prima. Questo darà alla Commissione molta più libertà d´azione. La Banca centrale europea è d´accordo con noi nel voler aumentare l´automaticità delle decisioni. La ragione è semplice: non ci fidiamo del Consiglio. In passato i paesi più grandi, come Francia e Germania hanno infranto le regole, poi le hanno cambiate. Vogliamo assicurarci che ciò non si ripeta. Poi c´è la questione delle ammende. Sono uno strumento importante, anche se non ci piace multare paesi già in difficoltà. La nostra intenzione è piuttosto quella di individuare l´andamento negativo di uno Stato in una fase preliminare, così da poter intervenire subito e evitare che si arrivi alle sanzioni. Solo se lo Stato rifiuta di intraprendere misure correttive in questa fase, scattano le multe. Ci piacerebbe che il denaro delle ammende fosse destinato a una causa comune, come alla Banca europea per gli investimenti, piuttosto che lasciato agli Stati più ricchi. Infine è molto importante assicurare l´indipendenza delle statistiche e delle revisioni sulle condizioni finanziarie degli Stati. Non c´è pericolo che l´austerità proposta possa ostacolare l´uscita dalla crisi e la crescita futura? Il pacchetto non prescrive l´austerità, ma certo è una conseguenza quando ci sono grandi aggiustamenti da fare al bilancio. Si è discusso molto sull´argomento, e persistono differenze di opinione in seno al Parlamento. Ma la maggioranza dei deputati ritiene che ci sia già abbastanza flessibilità nel Patto di stabilità e crescita, per proporre riforme strutturali. Gli squilibri commerciali sono la causa della crisi in corso nella zona euro? Gli squilibri non hanno certo aiutato! Dobbiamo essere in grado di affrontarli meglio in futuro. Gli Stati con grandi disavanzi di bilancio hanno una certa responsabilità per come le loro eccedenze hanno portato a bolle speculative in altri paesi, sia per l´effetto economico delle decisioni sui tassi di interesse che per il credito bancario e le politiche di investimento che questi paesi hanno effettuato su quelli in difficoltà. Ecco perché se uno Stato affronta un periodo di recessione non è solo un suo problema. Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo trovare una soluzione insieme. Il Consiglio rivendica che i gruppi politici al Parlamento si ostacolano l´uno l´altro ... Ha ragione? No, abbiamo votato elettronicamente il pacchetto di politica economica in sede di commissione, e conosciamo la maggioranza precisa per ogni singolo emendamento. Su molte questioni siamo uniti e anche su quelle controverse la maggioranza è molto forte; ciò pone le basi per il nostro mandato negoziale. In ogni caso, anche al Consiglio non c´è l´unanimità. Cosa spera che gli Stati membri abbiamo imparato dall´inizio dei difficili negoziati con il Parlamento sul "pacchetto per la vigilanza finanziaria"? Ormai da anni siamo co-legislatori in materia di servizi finanziari, e le battaglie sono sempre state all´ordine del giorno. La grande novità è che ora abbiamo potere di co-decisione in materia di sorveglianza di bilancio. È stato un po´uno shock per il Consiglio realizzare che avevamo questo ruolo, ma in fin dei conti sono stati gli Stati a assegnarcelo, quando hanno cambiato il Trattato. Questo pacchetto legislativo consta di 4 proposte sulle quali abbiamo potere di co-decisione, non lo abbiamo sulle restanti, ma gli Stati dovranno comunque negoziare con noi il pacchetto nel suo insieme. Si aspetta di raggiungere un accordo con il Consiglio prima dell´estate? Certamente lo spero. Abbiamo già affrontato una volta i negoziati a tre con Commissione e Consiglio, e ora stiamo lavorando sugli elementi che ci uniscono e su quelli che ci dividono. Ci siamo già scambiati opinioni sulle bozze. Possiamo dividere i problemi in "buono, brutto e cattivo": questioni su cui siamo già d´accordo, altre su cui possiamo trovare un compromesso e le restanti che ci vedono ancora lontani. Per quest´ultime, sia noi che il Consiglio, dobbiamo essere pronti a rinunciare a qualcosa. Comunque non siamo disposti a raggiungere un accordo a ogni costo. Il voto sul pacchetto legislativo è in programma per la plenaria di giugno a Strasburgo.  
   
 

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