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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Maggio 2011
 
   
  UE: ÁDáM KóSA: "LA DISABILITÀ NON MI OSTACOLA. LA SOCIETÀ SÌ"

 
   
  Bruxelles, 26 maggio 2011 - Ben il 16% dei cittadini Ue è affetto da qualche tipo di disabilità. Scarsa accessibilità ai servizi e mobilità limitata tolgono ai disabili la possibilità di essere parte attiva della società. Ma qualcuno ce l´ha fatta: malgrado la sordità, Ádám Kósa si è laureato, ha lavorato da avvocato ed è diventato il primo eurodeputato sordo della storia. Adesso sta cercando di aprire la strada ad altri. "Uguaglianza"! È questo il messaggio che Ádám Kósa, deputato ungherese del Ppe, vuole lanciare ai cittadini europei. E per questo ha curato il rapporto sulla "strategia europea in materia di disabilità 2010-2020" della commissione Occupazione e affari sociali. Lo abbiamo incontrato per sapere da lui quali sono gli ostacoli che le persone disabili devono affrontare, e quali le soluzioni per superarli. Quante persone trarranno beneficio da questo rapporto? Il rapporto riguarda circa 80 milioni di disabili che vivono nell´Unione europea. È la più grande minoranza che ci sia. Il loro problema principale è l´accessibilità ai servizi: istruzione, occupazione, sanità. Cosa si può fare concretamente? La Commissione ha una strategia decennale sulla disabilità. Il mio rapporto la segue facendo alcune osservazioni e proponendo nuove idee. Vi faccio degli esempi. La prima questione, la più importante, è l´atteggiamento verso i disabili: la società deve guardarli attraverso la lente dei diritti umani e non della commiserazione. Abbiamo gli strumenti affinché questa visione prevalga: la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e naturalmente la Carta dei diritti fondamentali dell´Ue. Il secondo problema chiave è l´accessibilità. Nel mio caso, non riesco a sentire. Ma non mi sento disabile, sono piuttosto le strutture della società che mi ostacolano e mi rendono tale. Solo quando i sistemi saranno accessibili per tutti, avremo finalmente un ruolo attivo nella società. Il terzo punto nodale, è l´occupazione: solo se i datori di lavoro adotteranno pratiche inclusive per i disabili, le professioni saranno veramente ugualitarie per tutti i cittadini. E nel rapporto incoraggio questo atteggiamento in tutti i settori: dalla scuola per l´infanzia all´assistenza agli anziani. Quali obiettivi vorrebbe vedere realizzati nell´Ue dei prossimi dieci anni? La sfida più difficile è l´accesso dei disabili ai livelli occupazionali più elevati. Nell´europa occidentale, circa il 40% ha un´occupazione retribuita. Non è molto, ma nei paesi dell´est le percentuali scendono addirittura al 10-15%. Un dato scoraggiante, che deve cambiare nei prossimi dieci anni. Maggiore inclusione per i portatori di handicap significa anche venire incontro a uno degli obiettivi principali della strategia Ue 2020: l´occupazione per il 75% dei cittadini. Esiste nell´Unione europea, o nel Parlamento, un luogo pensato per dare voce ai disabili? Ci sono già alcune strutture: un intergruppo informale del Parlamento europeo, la commissione Petizioni, un´unità dedicata ai disabili in seno alla Commissione. Esistono anche organizzazioni nazionali, ma le richieste di questi cittadini possono andare perse in una macchina burocratica così grande. Il mio rapporto suggerisce la creazione di una nuova commissione che si occupi in maniera specifica e esclusiva delle richieste e delle problematiche di persone con disabilità. Stiamo parlando di 80 milioni, una cifra molto grande, dunque la creazione di una commissione indipendente è una proposta realistica. Lei è presidente dell´intergruppo sulla disabilità. Come funziona, quali ne sono gli obiettivi e le conquiste? Quello sulla disabilità è l´intergruppo più antico del Parlamento, che esiste da oltre 30 anni e, con i suoi 100 deputati membri, è anche il più grande. L´obiettivo primario è lo scambio di informazioni tra i deputati, ma negli ultimi due anni abbiamo incontrato 8 volte anche Consiglio e Commissione. Siamo supportati dal Forum europeo sulle disabilità, che fa da ponte con la società civile. Abbiamo raggiunto la piena rappresentanza nelle istituzioni europee e sensibilizzato i deputati sulle questioni legate alla disabilità. Così oggi abbiamo una voce più forte sulla scena internazionale. Il rapporto verrà discusso mercoledì dalla commissione Occupazione e affari sociali.  
   
 

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